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L’analisi del docente di sociologia del terrorismo Alessandro Orsini

“L’Italia deve entrare in guerra con lo Yemen degli Houthi, ma il governo Meloni non può dirlo”. Per questo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, "ricorre alla solita strategia manipolatoria che consiste nel prendere parte a una guerra con la scusa della missione di pace". Così Alessandro Orsini, professore associato di sociologia del terrorismo alla LUISS, su SicurezzaInternazionale.com, una testata indipendente che dirige, commentando il “trucco retorico” con cui il governo tenta di nascondere la realtà geopolitica in corso. Una strategia che il professore riassume in tre fasi.

Innanzitutto, “le politiche iperaggressive dell’Occidente causano una guerra. Ad esempio, decenni di politiche occidentali disumane nei territori dei palestinesi hanno causato l’attentato di Hamas del 7 ottobre 2023 e il conseguente genocidio a Gaza per mano d’Israele”. In secondo luogo, “gli Stati Uniti chiedono all’Italia di dare un contributo militare alla nuova guerra causata dalla violazione del diritto internazionale da parte dell’Occidente”. È il caso, per esempio, della guerra contro la Serbia del 1999 o quella, sempre condotta dall’Occidente, contro l’Iraq nel 2003 o contro la Libia nel 2011. Infine, la terza fase in cui secondo Orsini, “l’Italia annuncia di inviare i propri soldati”. In questo caso il ministro degli esteri di turno “assicura puntualmente che i soldati italiani spareranno soltanto se attaccati”. Non a caso, “il governo Meloni lavora per inviare i soldati italiani nel Mar Rosso, un teatro di guerra dove i missili volano all’impazzata. Ne consegue che le probabilità che i soldati italiani vengano attaccati o che si ritrovino in mezzo al fuoco sono alte. Logica vuole che siano alte anche le probabilità che debbano sparare e ammazzare”.

Dopo un lungo elenco di guerre illegali con cui l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti, dopo la fine del comunismo ha destabilizzato molte aree del pianeta, il professore ha poi portato all’attenzione dei lettori la notizia di Biden che sta programmando una guerra prolungata contro gli Houthi “perché bombardamenti anglo-americani non hanno nemmeno sfiorato le loro capacità offensive nel Mar Rosso”. Il tutto con la complicità dei media mainstream che evitando di definire questo ennesimo attacco “guerra” preferisce dire che: “Gli Stati Uniti danno e ricevono bombe nel Mar Rosso”.

L’ennesimo scenario in Yemen, di certo non una novità, dovrebbe suscitare forte preoccupazione nell’opinione pubblica italiana proprio in virtù del ruolo di rilievo che ha deciso di assumere l’Italia. Nei giorni scorsi Tajani ha detto che l’Italia “è promotrice della nuova iniziativa sul Mar Rosso”, affermando di trattarsi di “una missione militare con partecipazione anche di paesi non Ue, penso alla Norvegia, per allargare la competenza di quella che c’è già fino al canale di Suez”. Come ha sottolineato Orsini, ai microfoni di Radio 24 Tajani ha aggiunto: “Con la missione in Mar Rosso ci sarà una difesa forte vigile e armata. Non andiamo là per fare bella presenza”.

Foto © Imagoeconomica

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