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Delegazione di Hamas al Cairo per discutere il piano egiziano per un cessate il fuoco

Almeno 35 palestinesi sono stati uccisi, inclusi diversi bambini, durante attacchi notturni dell’esercito israeliano contro i campi profughi di Al Maghazi e Nuseirat, nella parte centrale della Striscia di Gaza. L’esercito israeliano ha attaccato durante la notte diverse abitazioni. A Nuseirat i morti sono almeno 20, scrive l’agenzia di stampa palestinese Wafa, che cita fonti mediche, come riporta Al Jazeera. Si parla anche di continui bombardamenti nelle vicinanze del campo profughi di Bureij, sempre nella stessa zona dell’enclave. Sono stati segnalati feriti in una casa a Deir al Balah, anche se i media non hanno specificato quante siano le vittime, come ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Safa attraverso il suo profilo su X.
L’esercito israeliano parla dell’uccisione di “decine di terroristi armati”. La sanguinosa controffensiva avviata da Israele contro le strutture di Hamas nella Striscia di Gaza dopo l’attacco del 7 ottobre - che aveva provocato quasi 1.200 morti e la cattura di 240 ostaggi - ha portato all’uccisione di almeno 21.300 persone e al ferimento di altre 55.600. Al conto vanno aggiunti più di 30 morti per mano dell’esercito israeliano e dei coloni in Cisgiordania e a Gerusalemme est.
Intanto l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, Unrwa, ha dichiarato che l’esercito israeliano ha sparato contro uno dei suoi convogli di aiuti nella Striscia di Gaza, senza provocare vittime. “I soldati israeliani hanno sparato contro un convoglio di aiuti mentre stava tornando dal nord di Gaza, prendendo un percorso designato dall’esercito. Il nostro capo convoglio e la sua squadra non sono stati feriti, ma un veicolo è stato danneggiato”, ha dichiarato il direttore dell’Unrwa di Gaza Thomas White su X. “Gli operatori umanitari non dovrebbero mai essere un obiettivo”.

Delegazione di Hamas al Cairo per discutere il piano egiziano
Una delegazione di funzionari di Hamas dovrebbe recarsi al Cairo oggi per fornire le proprie "osservazioni" su un piano egiziano per un cessate il fuoco, riferisce il Times of Israel. Il piano è stato presentato la settimana scorsa ai funzionari di Hamas e della Jihad islamica quando i leader di entrambi i gruppi si sono recati nella capitale egiziana.
Fonti vicine ad Hamas affermano che il piano in tre fasi del Cairo prevede cessate il fuoco rinnovabili, un rilascio scaglionato di ostaggi israeliani in cambio di detenuti palestinesi in Israele e, infine, un cessate il fuoco per porre fine alla guerra scatenata dall'attacco mortale del 7 ottobre.


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Il documento prevede anche la creazione di un governo palestinese di tecnocrati, dopo colloqui che coinvolgeranno "tutte le fazioni palestinesi", che sarà responsabile del governo e della ricostruzione di Gaza dopo la guerra. Il funzionario di Hamas, parlando a condizione di anonimato, ha riferito all'Afp della visita programmata dall'ufficio politico di Hamas con sede in Qatar.
Ieri l'Egitto ha confermato di aver presentato una proposta quadro per porre fine alla guerra.

Mar Rosso in fiamme
L’esercito degli Stati Uniti ha annunciato di aver abbattuto un drone e un missile balistico antinave lanciati dai ribelli yemeniti Houthi nel Mar Rosso meridionale, nell’ambito degli attacchi contro imbarcazioni commerciali in risposta all’offensiva israeliana contro Gaza. Il Comando Centrale degli Stati Uniti (CentCom) ha indicato che l’attacco è avvenuto tra le 17.45 e le 18.10 (ora locale) e ha confermato che non ci sono stati feriti o danni a nessuna delle navi che si trovavano nell’area attaccata. Il portavoce militare dei ribelli Houthi, Yahya Sari, ha rivendicato l’attacco a una nave commerciale, la ‘Msc United’, “dopo che il suo equipaggio ha respinto per la terza volta il richiamo delle forze navali” yemenite e “ripetuti messaggi di avvertimento”. Attraverso il suo canale Telegram, il portavoce ha segnalato che gli Houthi hanno attaccato “con adeguati missili navali” e con “diversi droni obiettivi militari” in diverse “aree della Palestina occupata”, ribadendo ancora una volta “il continuo sostegno al popolo palestinese”, che è un” dovere religioso, morale e umanitario”.

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