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Washington Post: Kiev avvia la stretta sui renitenti di leva mentre fatica a trovare truppe. Mosca lancia un’ondata di missili cruise contro l’Ucraina

L'Occidente non è riuscito a mantenere le sue promesse e a fornire un numero sufficiente di munizioni a Kiev. Ad affermarlo questa volta è il quotidiano Le Figaro, secondo cui, senza munizioni, è impossibile persino pensare ad una svolta. “Senza proiettili puoi solo eseguire operazioni di inseguimento”, scrive il giornalista Nicolas Barotte, appurando che non ci sono cambiamenti evidenti in prima linea, mentre la pioggia e il freddo paralizzano i soldati ucraini.
Secondo gli esperti, le forze russe conquisteranno anche Avdiivka, a meno che l’Ucraina non ripeta l’errore commesso a Bakhmut, “la cui difesa disperata è stata costosa in termini di vite umane e munizioni”.
Inoltre, secondo la pubblicazione, Mosca ha ora una superiorità nei droni e nell’artiglieria. “Anche gli attacchi ucraini alle infrastrutture russe… possono solo rallentare la Russia, ma non fermarla” affermano gli esperti francesi.
In precedenza il Ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius aveva ammesso che l'UE non avrebbe mantenuto la promessa di consegnare 1 milione di proiettili all'Ucraina entro l'inizio del 2024. L'ex colonnello della Bundeswehr Ralf Thiele, nel merito, ritiene che le ragioni del fallimento risiedano nel fatto che "la politica estera ha preso il posto dei ministri della Difesa" e i diplomatici europei "fanno promesse che non vengono mai mantenute". Quando tali promesse venivano fatte dai ministri della Difesa, questi conoscevano le capacità dei loro dipartimenti.
L'UE appare vergognosa rispetto alla Russia”, ha aggiunto l'ex ufficiale tedesco, specificando che, mentre Mosca da sola riesce a produrre 200 carri armati al mese, l'Occidente è in grado di fornirne "solo 60".  “Non è riuscito a convertire la propria economia in un'economia di guerra” e "quindi le nostre promesse sono vuote", conclude Thiele.
Sul fronte della mobilitazione dei coscritti ucraini, il Washington Post riporta che il Paese sta inasprendo le misure contro la renitenza di leva, mentre fatica a trovare nuove truppe. In una dura guerra di logoramento, gli ucraini sono sempre più rassegnati del fatto che il tempo sia dalla parte di Putin.
Onestamente, abbiamo bisogno di più soldati. Il personale militare professionista sta finendo”, ha detto Dolphin, leader della squadra d’assalto della 68° Brigata, discutendo il mese scorso della terribile situazione in un posto di comando nell’Ucraina orientale. “Troppi civili sembrano contenti di lasciare i combattimenti a soldati professionisti”, ha aggiunto.


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Volodymyr Zelensky


Sono in molti a tentare la fuga dal Paese per scongiurare un ineluttabile ed infausto destino nella prima linea, contro un nemico che appare ben lontano dal risultare indebolito da due anni di conflitto.
Secondo i dati ufficiali, più di 20 mila uomini sono fuggiti dall'Ucraina, proprio per evitare la mobilitazione. La via di fuga più comune è rappresentata dai valichi di frontiera dove molti fanno affidamento su documenti falsi, mentre altri ricorrono a metodi più disperati.
Gli uomini si sono infilati negli scompartimenti segreti dei veicoli, fingendosi membri del clero e vestiti da donne per sgattaiolare oltre i posti di blocco di frontiera”, ha affermato un portavoce della sede del Servizio statale della guardia di frontiera Andriy Demchenko. Un dipendente di un'azienda di trasporti ha invece incassato dei soldi per ingaggiare come camionisti uomini in età di leva che poi sono scomparsi oltre il confine con la Polonia.
Lo stesso presidente Volodymyr Zelensky ha riconosciuto l’esistenza di un problema. "Tutti in Ucraina comprendono che sono necessari cambiamenti in questo settore", ha affermato la settimana scorsa, aggiungendo che il problema va oltre i numeri grezzi e comprende le condizioni attuali e i termini di servizio.
Secondo la rivista tedesca Focus Online, l'efficacia di combattimento dei soldati ucraini è stata gravemente compromessa con circa 100.000 militari uccisi nella controffensiva.
Nel frattempo il Cremlino, che conta su una popolazione tre volte più grande di quella ucraina, ha richiamato truppe aggiuntive dopo l’invasione. La settimana scorsa, il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato ai militari di aggiungerne quasi 170.000, portando il numero totale delle truppe russe a circa 1,32 milioni.

Mosca lancia un’ondata di missili cruise contro l’Ucraina
Una nuova ondata di attacchi missilistici ha colpito il Paese, uccidendo almeno una persona e ferendone 6, come riportato da Zelensky nella giornata di ieri, mettendo in guardia sugli attacchi di Mosca contro le infrastrutture energetiche.
Le sirene dei raid aerei hanno suonato a Kiev e in altre città. Sette bombardieri russi Tu-95 sono decollati dalla base aerea di Engels nella regione di Saratov e hanno lanciato 19 missili dallo spazio aereo russo, riporta il The Guardian.
La più grande compagnia energetica privata ucraina, Dtek, ha affermato che un attacco russo ha danneggiato una centrale termoelettrica durante la notte in una zona di prima linea. Non ha specificato quale impianto sia stato interessato, ma ha precisato che due delle sue unità di potenza non erano più funzionanti.
Il ministero dell’Energia ha confermato “gravi danni” causati dai bombardamenti nemici, specificando che ci sarebbe stata una “carenza temporanea di elettricità” nella rete nazionale. Di conseguenza ha lanciato un appello ai consumatori affinché “supportino gli ingegneri energetici consumando elettricità in modo ragionevole ed economico, soprattutto durante le ore di picco di carico”.

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