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Netanyahu smentisce la notizia secondo cui l’Anp governerà la Striscia dopo la guerra, Usa chiedono chiarimenti

Un portavoce del ministero della Sanità di Gaza ha riferito questa mattina che l’ospedale al-Shifa, la più grande struttura ospedaliera a Gaza intorno alla quale si stanno svolgendo intensi combattimenti, non è più operativo e non può fornire alcun servizio medico. Nella dichiarazione, come riporta Haaretz, si afferma inoltre che 5 pazienti, tra cui 2 neonati prematuri, sono morti a causa della mancanza di elettricità e che i corpi di oltre 100 pazienti deceduti si trovano ancora nel complesso ospedaliero senza alcuna possibilità di svolgere le pratiche per la sepoltura.
Sono 630 i pazienti in pericolo all’ospedale di al-Shifa, la struttura sanitaria di Gaza City che è la più grande di tutta la Striscia. Di questi, 36 sono bambini. Lo ha dichiarato il direttore degli ospedali di Gaza, Muhammad Zaqout, invitando l’Egitto a salvare le loro vite. Lo riferisce Al Jazeera. Zaqout ha anche confermato la presenza di “circa 1.500 sfollati nel complesso medico di al-Shifa”, avvertendo che “l’accumulo di spazzatura e rifiuti medici, la mancanza di acqua e le interruzioni di corrente minacciano la vita di tutti”.
Il servizio di soccorso della Mezzaluna Rossa palestinese ha detto che un altro ospedale di Gaza City, Al-Quds, “non è più operativo” perché ha finito il carburante. L’unica centrale elettrica di Gaza è stata costretta a chiudere un mese fa, e Israele ha vietato qualsiasi importazione di carburante, affermando che Hamas lo utilizzerebbe per scopi militari. Con il centro ospedaliero al-Shifa e altri ospedali ormai inaccessibili, le persone rifugiate a Gaza City hanno affermato di essere state tagliate fuori dalle cure di emergenza. Heba Mashlah, che si stava rifugiando in un complesso delle Nazioni Unite insieme a migliaia di famiglie, ha riferito che un attacco sabato scorso ha ucciso quattro persone e ne ha ferite 15.
Ad oggi è salito a 11.180 il numero dei morti nella Striscia di Gaza dall’inizio dell’intervento di Israele dopo l’attacco ai kibbutz del 7 ottobre. “L’Ue è seriamente preoccupata per l’aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza e si unisce agli appelli per una pausa immediata delle ostilità e per la creazione di corridoi umanitari, anche attraverso una maggiore capacità ai valichi di frontiera e attraverso una rotta marittima dedicata”. È quanto dichiara l’Alto Rappresentante Ue Josep Borrell condannando “l’uso di ospedali e civili come scudi umani da parte di Hamas. I civili devono poter lasciare la zona di combattimento”. “Gli ospedali devono essere riforniti immediatamente delle forniture più urgenti e i pazienti” più gravi “devono essere evacuati in sicurezza”, ha aggiunto

Netanyahu: “Non consentiremo all’Anp di governare Gaza”
Il premier Benyamin Netanyahu ha attaccato l’Autorità nazionale palestinese dichiarando che “non consentiremo a chi non ha condannato la strage per oltre 30 giorni di controllare Gaza il giorno dopo” la fine della guerra. “A Gaza - ha aggiunto in conferenza stampa - non ci sarà un’autorità civile che educa al terrorismo e paga stipendi ai terroristi e l’esercito continuerà a mantenere il controllo di sicurezza a Gaza finché necessario”. 
Gli Stati Uniti hanno chiesto chiarimenti sulle dichiarazioni del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, secondo cui Israele avrà la responsabilità della sicurezza nella Striscia di Gaza per un periodo indefinito dopo la guerra contro Hamas. La richiesta di chiarimenti è stata riferita per la prima volta dall’emittente pubblica Kan, e un funzionario americano ha confermato la notizia al Times of Israel. Ieri sera, Netanyahu ha indicato che Israele si opporrebbe al ritorno dell’Autorità Palestinese a Gaza dopo la guerra - un obiettivo, secondo quanto riferito, invece perseguito da Washington - criticandola come un’entità che educa i bambini a voler eliminare Israele, sostiene il terrorismo e non ha condannato l’azione di Hamas.

Onu: “Raid su sede a Gaza, numero significativo di morti e feriti”
Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) ha annunciato “un numero significativo di morti e feriti” in un “bombardamento” della sua sede a Gaza City, evacuata dai suoi dipendenti e ora occupata da centinaia di sfollati palestinesi. “La tragedia in corso dei civili morti e feriti intrappolati in questo conflitto deve finire - ha dichiarato l’Undp in un comunicato -. I civili, le infrastrutture civili e l’inviolabilità dei locali delle Nazioni Unite devono essere rispettati e protetti in ogni momento”. Nella dichiarazione pubblicata sul suo sito, l’Undp si è detto “profondamente angosciato dai rapporti preliminari sul bombardamento” del complesso a Gaza City, che è stato gestito dal programma dell’Onu “fino al 13 ottobre, quando il personale delle Nazioni Unite ha lasciato i locali”. “Il 6 novembre l’Undp ha riferito che diverse centinaia di persone in cerca di rifugio erano entrate nel complesso e ci sono indicazioni che questo numero sia aumentato in modo significativo”, è stato spiegato nel comunicato. “Il diritto umanitario internazionale, compresi i principi di distinzione, proporzionalità e precauzione, deve essere rispettato e sostenuto”, conclude la nota

Possibile la liberazione di 80 ostaggi
Ci sarebbe un possibile accordo tra Hamas e Israele per il rilascio di 80 ostaggi. Lo ha rivelato una fonte dell’amministrazione Biden alla Nbc, secondo cui l’intesa prevedrebbe il rilascio di 80 donne e bambini ostaggio di Hamas in cambio del rilascio di donne e minori palestinesi detenuti in Israele. Lo stesso funzionario ha però ammesso che si stanno esplorando altre opzioni e che al momento non c’è alcuna certezza sul fatto che l’accordo venga effettivamente concluso. “Ci sono negoziazioni in corso sugli ostaggi, che vedono coinvolti gli israeliani, il Qatar e anche l’Egitto”, ha confermato il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un’intervista alla Cnn commentando le indiscrezioni dei media su un possibile accordo tra Israele e Hamas per uno scambio di prigionieri.

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