L’attore tra i 40mila che hanno manifestato per Gaza a Roma: “Per una pace nella giustizia c’è solo una via, lo Stato binazionale”
Sabato 28 ottobre, in occasione del corteo nazionale per la Palestina, una folla sterminata ha riempito le vie che vanno da Porta San Paolo fino a Piazza San Giovanni. Circa 40mila i manifestanti. Tutte le associazioni palestinesi presenti in Italia hanno lanciato un appello per dar vita ad una nuova giornata di mobilitazione solidale per fermare il violento assedio israeliano contro Gaza. Tra le varie anime che hanno sfilato in corteo c’è stato anche Moni Ovadia, attore, scrittore, cantante di fede ebraica nonché grande sostenitore della questione palestinese che di recente, proprio per le sue posizioni, si è visto costretto a dimettersi da direttore del Teatro Comunale di Ferrara.
Moni Ovaida, lei è qua in sostegno del popolo palestinese.
Certo, perché io sto sempre con gli oppressi. E il popolo palestinese è un popolo che ha subito un’oppressione ininterrotta per 75 anni. E ha saputo reagire con forza, con dignità, con capacità di mantenere il rapporto con la propria identità a dispetto di tutte le sofferenze e delle persecuzioni subite. Non ricordo un altro esempio così straordinario.
Come si sta comportando l’apparato mediatico italiano e occidentale in questo frangente?
Parliamo di propaganda, non di informazione
Come valuta l’astensione dell’Italia nella risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per raggiungere una tregua umanitaria?
Coerente con quello che è il governo italiano. Un governo atlantista che ha fatto quello che fa sempre.
E come può il popolo palestinese uscire da questa situazione?
Io credo che il tempo di Netanyahu sia finito. Possiamo sperare che arrivi qualcuno che capisca che il perdurare dell’oppressione del popolo palestinese condurrà Israele alla catastrofe. C’è una sola via d’uscita, una vera pace nella giustizia. Per me la forma giusta è lo Stato laico binazionale. Quindi uno Stato per due popoli. E non due Popoli per due Stati.
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