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Nelle ultime 24 ore assassinati 324 palestinesi. L’Unrwa lancia allarme sulla crisi idrica. L’esercito Israeliano annuncia uccisione dello stratega di Hamas Ali Qadi

E’ esodo nella Striscia di Gaza. Alcune migliaia di palestinesi stanno scappando verso sud dopo che Israele ieri ha ordinato agli abitanti di Gaza City di lasciare la città e il nord della striscia entro 24 ore per consentire all’esercito di attraversare il confine e fare piazza pulita dei miliziani di Hamas. Un convoglio di auto è stato però preso di mira dai caccia israeliani mentre si recava verso Rafah. 70 i morti e 200 i feriti. 
Il ministero della Sanità palestinese del movimento Hamas al potere a Gaza ha riferito che “almeno 324 persone”, tra cui 126 bambini e 88 donne, sono state uccise negli attacchi israeliani su Gaza nelle ultime 24 ore: almeno 1.018 persone sono rimaste ferite nelle stesse circostanze, ha aggiunto il ministero in un comunicato.
Parlavano di corridoi umanitari sicuri e poi, invece, hanno bombardato due furgoni pieni di persone, che sono morte a decine, non sono sicuro del numero, almeno 40”, ha raccontato Omar Ghrieb, Policy Officer di Oxfam, presente sul posto. “Probabilmente questi tre giorni sono stati tra i peggiori della mia vita. Abbiamo passato anni qui, ma quello che è successo ieri è stato veramente orribile. Abbiamo visto coi nostri occhi, abbiamo avuto la possibilità di vedere ciò che succede, quando i bombardamenti ci hanno spinto da Gaza verso il Sud”, ha aggiunto. “Le persone sono rimaste 14 ore in un flusso, un mare di persone che camminavano con i loro averi, con i loro oggetti di valore, con in braccio i loro bambini, sostenendo i malati, i disabili, semplicemente continuando a camminare sotto al sole, pregando ogni macchina di passaggio di prenderli con sé. Ma la maggior parte delle macchine erano già stracolme”.
Intanto l’esercito israeliano ha annunciato che sta completando i preparativi per “una significativa operazione di terra” a Gaza. L’esercito ha anche detto che è pronto a “espandere l’offensiva” attraverso una “largo ventaglio di piani operativi” che includono attacchi dall’aria, dal mare e da terra. “I battaglioni e i soldati dell’Idf sono dispiegati in tutto il Paese e si preparano ad aumentare la preparazione per le prossime fasi della guerra, con un’enfasi su una significativa operazione di terra”, spiega l’esercito di Israele.
I capi di Hamas rispondono però che “i residenti di Gaza sono profondamente radicati nel loro territorio e non lasceranno mai”, come ha detto il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh. “Abbiamo una sola strada che è il diritto al ritorno alle nostre terre in tutta la Palestina”. Secondo Haiyeh non ci sarà “immigrazione da Gaza in Egitto. Ringrazio il Cairo per averla impedita. La nostra decisione è di restare a Gaza“. Di fatti, come riporta Alqahera News, le autorità egiziane non stanno ancora permettendo ai cittadini americani e di altri Paesi di entrare in Egitto attraverso il valico di Rafah come era stato annunciato, insistendo sulla necessità che debba essere facilitato anche l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza. 

Crisi umanitari e crimini di guerra nella Striscia
ActionAid, nella persona di Riham Jafari, coordinatore Advocacy e Comunicazione per la Palestina, riporta la situazione critica delle donne nella Striscia. 
Mentre migliaia di persone fuggono verso sud abbandonando le proprie case e comunità, è preoccupante assistere alle minacce di colpire ospedali e infrastrutture civili, una enorme violazione del diritto internazionale e disprezzo per le vite umane. Siamo particolarmente preoccupati per l’impatto devastante sulle 50.000 donne incinte presenti a Gaza in questo momento e sui neonati, che vengono lasciati senza cure mediche essenziali e senza la sicurezza che meritano, mentre viene chiesto alla popolazione civile di compiere la scelta impossibile di fuggire senza alcuna garanzia di sicurezza o di rimanere a rischio di morte quasi certa”.ActionAid ha chiesto l’immediata revoca dell’ordine di evacuazione e la garanzia della piena protezione e sicurezza dei civili. Anche l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi lancia un allarme, ma rispetto alle fonti idriche dell’area da cui ora è impossibile approvvigionarsi per via del blocco israeliano. 
Più di due milioni di persone sono a rischio a Gaza a causa della mancanza d’acqua, ha dichiarato l’Unrwa, aggiungendo che “è diventata una questione di vita o di morte. È un dovere: il carburante deve essere consegnato ora a Gaza per rendere l’acqua disponibile per 2 milioni di persone”.

La minaccia dell’Iran
Se la comunità internazionale tarda a fermare il regime sionista e continua a commettere crimini nella Striscia di Gaza, la Resistenza annuncerà ‘l’ora zero per dare una risposta decisiva al regime”: lo ha detto oggi il ministro degli Esteri israeliano, Hossein Amirabdollahian, in una conferenza stampa a Beirut. “I leader della Resistenza mi hanno detto che le loro forze sono ben preparate a rispondere, al punto che cambieranno l’attuale mappa dei territori occupati“, ha aggiunto. “Se i crimini di guerra cessassero e le parti concordassero una sorta di cessate il fuoco, la Resistenza annuncerà le sue condizioni”, ha sottolineato il ministro. L’Iran sostiene attivamente, a livello politico e internazionale, la resistenza dei palestinesi contro l’occupazione e l’attuale blocco della Striscia di Gaza da parte di Israele, ha affermato Amirabdollahian citato dall’agenzia di stampa Mehr.
Tutti nel mondo islamico hanno il dovere di aiutare il popolo palestinese”, ha detto oggi il leader iraniano Ali Khamenei, in un incontro con il leader del Movimento islamico in Nigeria, Sheikh Ibrahim Zakzaky. “Il crescente potere dell’Islam nel mondo, nonostante i numerosi complotti, è il risultato degli sforzi dei musulmani”, ha detto Khamenei. “Oggi, uno degli indicatori del potere dell’Islam è ciò che sta accadendo in Palestina”, ha aggiunto. Secondo la televisione di Stato, il leader iraniano ha sottolineato che nonostante l’attuale situazione ferisca i cuori umani, essa dimostra l’incredibile potere dell’Islam in Palestina. “Con la grazia di Dio, l’attuale mossa, che è stata avviata in Palestina, continuerà e porterà alla piena vittoria dei palestinesi”, ha sottolineato.

Israele annuncia l’uccisione di un alto membro militare di Hamas
L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver ucciso Ali Qadi comandante di compagnia dell’unità d’élite di Hamas ‘Nukhebà che ha condotto “l’attacco terroristico alle comunità israeliana a ridosso della Striscia lo scorso sabato”. “Nel 2005 Qadi - ha proseguito l’esercito - fu catturato per l’uccisione e il rapimento di civili israeliani e poi rilasciato nello scambio di prigionieri per il soldato Gilad Shalit”.

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