The Economist: in tre mesi Kiev ha conquistato lo 0,25% del suo territorio. New York Times: Zelensky ora punta su Bakhmut. Ucciso il comandante della flotta russa sul Mar Nero
L'eco degli annunci sugli avanzamenti di Kiev lungo la linea del fronte riverbera con toni sempre meno trionfalistici nelle testate occidentali. The Economist scrive che la controffensiva, tanto attesa dall'Occidente (per consentire all'Ucraina di conquistare un territorio in grado di garantire posizione di forza nei futuri negoziati), ha deluso le aspettative e Kiev, nonostante i suoi sforzi, è riuscita finora a conquistare meno dello 0,25% del suo territorio.
"La controffensiva si basava sulla speranza che i soldati ucraini, equipaggiati con moderne armi occidentali e addestrati in Germania, avrebbero ripreso un territorio sufficiente a garantire una posizione forte in eventuali negoziati successivi. Questo piano non sta funzionando", scrive la pubblicazione.
A confermare un decorso delle operazioni militari ben lontano dagli obiettivi prefissati, sarebbe anche il nuovo piano annunciato dal presidente Volodymyr Zelensky durante la sua visita a Washington, di riconcentrare gli sforzi nel riconquistare la città orientale di Bakhmut entro la fine dell’anno. Affermazioni che, secondo il New York Times, delineano una contrapposizione con i pianificatori di guerra americani, concordi nel ritenere che l’Ucraina dovrebbe concentrarsi maggiormente verso il sud.
L’intelligence e i funzionari militari statunitensi si chiedono da tempo perché Kiev abbia combattuto così duramente per la città fortezza, teatro di una delle battaglie più sanguinose della guerra. A marzo, il segretario alla Difesa Lloyd J. Austin, nel merito, aveva affermato che la città ha più un valore simbolico che un valore strategico e operativo.
“Alcuni funzionari americani affermano che la battaglia di Bakhmut è diventata una sorta di ossessione per Zelenski e i suoi leader militari. L'incessante attenzione degli ucraini alla città li ha portati a credere che una possibile vittoria fosse proprio dietro l'angolo, molto tempo dopo che i funzionari americani avevano consigliato loro di spostarsi su altri obiettivi perché la vittoria per entrambe le parti sarebbe stata di Pirro”, riporta il NYT,
Zelensky, tuttavia sembra intenzionato a perseguire questo obiettivo ad ogni costo, forse conscio che una vittoria simbolica potrebbe nuovamente rinvigorire l’entusiasmo dell’Occidente nel perseguire il sostegno bellico a tempo indeterminato.
Su questo fronte effettivamente, si intravedono già le prime crepe nel finora compatto schieramento per la guerra ad oltranza, “fino alla vittoria finale”.
Bloomberg in una recente pubblicazione afferma che la pazienza dell'Occidente si sta esaurendo più velocemente del conflitto in Ucraina.
"Il sostegno degli Stati Uniti sta cominciando a scemare, e mentre i governi europei si stanno facendo avanti, i loro cittadini stanno perdendo fiducia. L'euforia che si poteva provare quando ho visitato Kiev un anno fa, proprio mentre gli ucraini costringevano la Russia a ritirarsi da Kharkov, è in gran parte svanita, lasciando il posto a una stanchezza provocatoria. I soldati che tornavano dal fronte erano stanchi e non avevano problemi ad ammetterlo. Dalla controffensiva di quest'estate ci si aspettava di più di quello che sono riusciti a ottenere", afferma il giornalista britannico Neil Ferguson.
L’offensiva di Kiev verso sud si indebolisce
Lo slancio delle truppe AFU annunciato nei giorni scorsi in direzione di Zaporizhzhia, non trova più riscontro in guadagni territoriali significativi e in grado di cambiare la situazione operativa.
Il corrispondente di guerra filorusso Sergey Vasiliev afferma che domenica le forze armate di Mosca sono riuscite a respingere un attacco vicino al villaggio di Verbove, mentre si segnala una forte diminuzione delle attività offensive.
Il Ministero della Difesa russo riferisce che nelle ultime 24 ore, in questa direzione, sono stati respinti due attacchi della 71° Brigata Jaeger delle forze armate ucraine.
“Inoltre, nelle aree degli insediamenti di Malaya Tokmachka, Novodanilovka e a nord di Rabotino, nella regione di Zaporozhye, sono stati sconfitti gli accumuli di manodopera ed equipaggiamento nemici della 21a e 65a brigata meccanizzata delle forze armate ucraine”, afferma il Dipartimento Militare, precisando che, nell’ultima giornata, Kiev avrebbe perso fino a 100 militari, un carro armato, tre veicoli corazzati da combattimento e tre automobili.
L'Ucraina sostiene di aver ucciso il comandante della flotta russa del Mar Nero
L’Ucraina ha affermato di aver ucciso il comandante della flotta russa del Mar Nero, durante l’attacco missilistico senza precedenti contro il quartier generale della marina russa avvenuto venerdì a Sebastopoli.
“Trentaquattro ufficiali sono stati uccisi, compreso il comandante della flotta del Mar Nero. Altri 105 occupanti sono rimasti feriti", hanno riferito le forze speciali ucraine, citate dal The Guardian.
Il bombardamento ha sollevato pennacchi di fumo nero dall’edificio oramai “irreparabile”, secondo le forze speciali. Il ministero della Difesa russo ha dichiarato il giorno dell'attacco che un militare era disperso, dopo aver inizialmente riferito che una persona era stata uccisa.
Si tratta di un colpo di mano che renderebbe molto compromettente la posizione del nostro Paese. Stando ai dati di Flightradar24, poco prima del bombardamento, velivoli spia americani pattugliavano il Mar Nero dopo essere decollati dall’Italia: un Northrop Grumman RQ-4B Global Hawk dell'USAF era partito il giorno prima da Sigonella, conducendo una missione SIGINT in un'area più a est rispetto all’area solitamente monitorata dai droni statunitensi. Inoltre, sempre da Sigonella, è decollato un Boeing P-8A Poseidon della Marina statunitense, diretto verso l'est della Romania per condurre un'altra missione di sorveglianza sulla costa rumena del Mar Nero.
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