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Washington ha stanziato 380 milioni di dollari per ‘rinnovare’ le basi presenti in Germania, Belgio, Olanda, Turchia e Italia

Da quando il Regno Unito ha deciso di ospitare nuovamente le armi nucleari degli Stati Uniti presso la base RAF di Lakenheath, situata nel Surrey, la Russia ha espressamente manifestato la propria preoccupazione. Una situazione poco rassicurante, dal momento che potrebbe amplificare le tensioni nell'ambito del conflitto militare in corso in Ucraina, con conseguenze rilevanti anche per l'Occidente. Difatti, è importante sottolineare che il rafforzamento e l’ammodernamento del deterrente nucleare della NATO non riguarda solo il Regno Unito, ma anche altri Paesi europei come il Belgio, la Germania, l’Olanda, la Turchia e, infine, l’Italia. Per questo motivo, infatti, è stato stanziato un budget considerevole di 380 milioni di dollari, parte dei quali sono destinati all'Italia per le due basi di Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone): le basi militari italiane in cui gli Stati Uniti hanno deciso di mantenere l’arsenale atomico. Tornando alla reazione contrariata di Mosca, il ministero degli Esteri russo ha dichiarato che nella base inglese di Lakenheath sono in corso lavori di adeguamento degli shelter, ovvero rifugi e protezioni in cemento armato, in previsione del dispiegamento di due squadriglie di aerei F-35A. La Russia ha puntato il dito anche contro la cosiddetta “mission Surety”, che include lo stoccaggio e alla manutenzione degli ordigni nucleari che - ha fatto sapere “Il Messaggero” - resta sempre affidata agli armieri americani del 704° Squadrone Munss (Munitions Support Squadron). In pratica, l'esercito statunitense deve gestire i propri ordigni nucleari, anche se possono essere portati in volo dai cacciabombardieri dei Paesi alleati. Per quanto riguarda il ritorno dell’arsenale nucleare in Gran Bretagna, Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha ribadito: “Se mai verrà fatto questo passo, lo considereremo come un passo verso un'escalation. E' un passaggio degli Stati Uniti e della NATO verso una linea apertamente conflittuale che punta a infliggere una ‘sconfitta strategica’ alla Russia. Saremo costretti ad adottare contromisure per proteggere il nostro Paese”.

Armi nucleari in Italia
Dopo la decisione degli Stati Uniti di posizionare il proprio arsenale nucleare in soli due siti, Ghedi e Aviano, si stima che tra 70 e 100 ordigni B61-11 siano sotto la supervisione esclusiva degli armieri americani del 704° Squadrone Munss (Munitions Support Squadron).
A Ghedi, circa una ventina di queste bombe possono essere montate sui pod sub-alari degli aerei Tornado, mentre ad Aviano, dove si trovano da 50 a 80 di queste bombe, possono essere impiegate su aerei americani come gli F-15E e gli F-16. Intanto, il governo italiano ha stanziato negli ultimi anni ben 23 milioni di euro per ammodernare gli 11 bunker dell'aeroporto militare “Luigi Olivari” di Ghedi, sede del 6° Stormo caccia. Inoltre, i Tornado, operativi da 40 anni, dovrebbero essere sostituiti entro la fine del 2030 da 90 velivoli F-35, di cui 60 saranno opportunamente adattati a una nuova tipologia di bombe, compatibili con la concezione di aereo stealth (invisibile ai radar). Anche le bombe nucleari all'idrogeno B-61 presto saranno sostituite dal modello B61-12: teleguidabile e con una testata da 50 Kilotoni, quasi il triplo della bomba di Hiroshima. Insomma, sembra che i presupposti per una terza guerra mondiale di tipo nucleare ci siano tutti.

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