Direttore di Analisi Difesa: l’unica speranza che l’Ucraina ha di vincere è che la NATO scenda in campo. Pesanti perdite a Rabotino e nella regione di Donetsk
Nel sud dell’Ucraina, il decorso di un’avanzata dirompente che avrebbe decretato la riscossa di Kiev verso il Mar D’Azov in pochi giorni, si è lentamente trasformata in un abisso dove migliaia di soldati periscono nella labirintica tenaglia dei campi minati, accompagnati dalle improvvise imboscate dell’artiglieria russa.
Secondo il quotidiano El Mundo, anche l’UE vede nubi oscure per il Paese quest’anno con Washington che negli ultimi giorni ha mandato un messaggio molto chiaro: “L’Ucraina non può vincere la guerra”.
L’ultimo portavoce di questa missiva è l’autorevole Samuel Charap, esperto del centro di ricerca finanziato dal Pentagono, Rand Corporation, che, parlando al The New Yorker, ha avvalorato una soluzione negoziale al conflitto in quanto al momento nessuna delle due parti ha le risorse per eliminare completamente l’altra in battaglia e non ci sono alternative a concessioni territoriali di Kiev.
L'analista politico Brandon Weichert per la rivista 19FortyFive, afferma che nella sua configurazione attuale, il conflitto sta assumendo una fase di stallo e, come riportava qualche giorno fa il The Telegraph, si tratta di una condizione che a lungo termine favorirà Mosca, avvantaggiata da una forza ufficiale di un milione di soldati, con altri 7 milioni di uomini disponibili nelle riserve, mentre l’Ucraina disporrebbe al massimo di 1,5 milioni di uomini.
“Purtroppo, non c’è alcuna possibilità che gli ucraini riescano mai a sloggiare i russi dalle loro posizioni fortificate nelle parti orientali dell’Ucraina, generalmente di lingua russa, che detengono almeno dal 2014. Nel frattempo, qualsiasi serio tentativo ucraino di riconquistare la penisola di Crimea, strategicamente vitale, si concluderà con un fallimento per l’Ucraina e/o con un attacco tattico con armi nucleari da parte della Russia per respingere le forze ucraine”, ha affermato Weichert, precisando che solo un accordo potrà garantire l’integrità territoriale del Paese o peggio, un attacco nucleare tattico della Russia, se questa si trovasse in difficoltà.
Anche Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, in un'intervista rilasciata a il Sussidiario, vede un’offensiva che arranca sotto pesanti perdite, mentre la leadership ucraina, proietta vittorie che hanno poca attinenza con la realtà.
"Kiev parla di linee russe sfondate, ma si continua a combattere intorno a Rabotino come il 4 giugno. Si combatte intorno alla prima linea difensiva russa, a quanto sembra con perdite spaventose degli ucraini, ma dietro ce ne sono altre due. [...] Ci sono combattimenti intensi ma non mi pare che ci siano svolte militari. Questo nonostante le dichiarazioni della viceministra Maljar che parla di russi bloccati a Bakhmut, di russi in rotta. Mi pare ci sia molta propaganda con la quale si cerca di tenere alta in Occidente la consapevolezza delle possibili vittorie ucraine che però, per il momento, non ci sono", ha affermato Gaiani che ha continuato, interpretando le recenti e massicce incursioni di droni ucraini in territorio russo, come un tentativo di ricercare una violenta risposta russa con armi nucleari, seguita dall’intervento della NATO.
"Gli attacchi con i droni hanno due obiettivi. Il primo è di far percepire ai russi che sono vulnerabili, il secondo è di portare Mosca a un’escalation che induca un coinvolgimento della Nato. L’unica speranza che ha l’Ucraina di vincere è che in questa guerra scenda in campo l’Alleanza atlantica. Gli ucraini ne sono consapevoli. Anche se Zelensky dice di non voler attaccare il territorio russo perché altrimenti i suoi alleati potrebbero sfilarsi, poi mi sembra che faccia esattamente il contrario".
Una strategia sinistra, che ha ricevuto un assist anche dal capo dell'intelligence militare Kirill Budanov, quando, durante un’intervista con la giornalista Natalya Moseychuk, ha parlato della necessità di trasferire il conflitto nel territorio della Federazione Russa.
"Più ampie sono le operazioni, meglio è", ha affermato nel merito.
Due giorni prima, un attacco di droni ha colpito il campo di aviazione di Pskov, posto a 700 km dall’Ucraina e a 20 km dall’Estonia, che ha danneggiato 4 aerei da trasporto militari Il-76.
A Rabotino Kiev subisce pesanti perdite
Il saliente venutosi a creare nel villaggio di Rabotino, in direzione di Verbove, fino ai confini della prima linea di trincee russa, è teatro di battaglie cruente. Il governatore ad interim della regione di Zaporozhye, Balitsky ha parlato ieri di una colonna di equipaggiamento nemico distrutta a nord dell’insediamento.
“Dalle 07:30 del mattino, il nemico, composto da brigate fino a 200 persone, in veicoli leggermente blindati e automobilistici, ha cercato di entrare a Rabotino dalla direzione nord. Al nemico fu inflitta una massiccia sconfitta a fuoco, a seguito della quale subirono pesanti perdite e furono costretti ad abbandonare le operazioni offensive. Le perdite di soldati delle forze armate ucraine ammontano a 156 persone”, ha affermato il funzionario.
Il report giornaliero del Ministero della Difesa russo ha parlato di 44 tentativi infruttuosi di attaccare le posizioni delle unità russe, mentre durante la settimana Kiev avrebbe perso in questa direzione 960 militanti, 24 veicoli corazzati da combattimento e 45 pezzi di artiglieria da campo.
Il Dipartimento militare riporta di pesanti perdite anche nella direzione di Donetsk, dove si sono verificati numerosi tentativi da parte di unità del gruppo di truppe ucraino "Soledar" di sfondare le difese russe nelle aree degli insediamenti di Kleshcheevka e Maloilnovka. In questo settore, secondo il rapporto, le perdite nemiche settimanali ammontano a 2.385 militanti e 30 carri armati.
Bombardamenti reciproci a Kherson e Donetsk
Le autorità della regione di Kherson hanno riferito che un residente locale ha perso la vita a seguito degli attacchi russi all’omonima città, registrati intorno alle 12:50, ora locale. Anche la regione centro-occidentale di Vinnytsia è stata oggetto di attacchi russi il medesimo giorno, dove almeno 3 persone sono rimaste ferite. Dall’altra parte, le autorità filorusse dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk (DPR), hanno riferito che una bambina di 6 anni è rimasta uccisa in un bombardamento avvenuto nel centro commerciale Donetsk City, mentre altre 9 persone sono rimaste ferite.
"Oggi Donetsk è stata sottoposta a un massiccio bombardamento da parte delle Forze armate ucraine. Tra le 14:00 e le 14:25, un totale di 15 razzi di calibro 155 mm sono stati sparati contro i quartieri Petrovsky e Kirovsky della città. I missili hanno colpito esclusivamente il settore residenziale", hanno affermato le autorità locali.
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