Zakharova: impossibile senza le informazioni dei satelliti occidentali. La Russia bombarda Kiev. Incursione ucraina in Crimea via mare. Medvedev: supporto occidentale accelera l’apocalisse
Bagliori sinistri illuminano i cieli antistanti il campo di aviazione di Pskov, posto a 700 km dall’Ucraina e a 20 km dall’Estonia. Il governatore regionale, Mikhail Vedernikov ha reso noto che un attacco ucraino con droni ha danneggiato 4 aerei da trasporto militari Il-76, mentre il quotidiano cittadino Pskov Gubernia, riferisce che i residenti locali affermano di aver udito esplosioni e spari.
Varie fonti parlano di un'incursione di 10-20 UAV, con le forze di difesa russe impegnate nel loro abbattimento per mezzo di armi leggere. Il reale obiettivo potrebbe essere stato un deposito petrolifero situato vicino all'aeroporto, oppure la base militare di Cherekhinsky, dove è schierato il 104° reggimento d’assalto aviotrasportato, che ha partecipato all’occupazione di Bucha nel 2022.
Si tratta solo di una delle direttrici di un'azione combinata in grande stile. Il Ministero della Difesa russo ha infatti riferito che, dopo la mezzanotte, i sistemi di difesa aerea hanno abbattuto tre droni nella regione di Bryansk, due nella regione di Ryazan e altri nelle regioni di Oryol, Kaluga. Mentre a Mosca, il sindaco Sergei Sobyanin ha affermato che uno UAV è stato distrutto dalle forze di difesa aerea nel distretto di Ruzsky.
Immediato il commento di Mosca che, per bocca della portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha interpretato gli attacchi come sintomo “dell’agonia del regime di Kiev", oramai vittima della "mancanza di qualsiasi prospettiva nel proprio sviluppo" nel contesto bellico.
Le complicità occidentali dell’attacco
La Zakharova ha inoltre messo in evidenza come i droni ucraini che hanno colpito oggetti in Russia "non avrebbero potuto volare a una tale distanza senza le informazioni provenienti dai satelliti occidentali".
Un particolare evidenziato anche da un recente articolo di The Economist, che ha citato una fonte vicina agli sviluppatori del progetto Morok (“spirito oscuro”), nuovo prototipo di drone destinato a penetrare nelle profondità del territorio russo.
Secondo la talpa del team, l'ampia capacità di difesa aerea e di guerra elettronica richiede una pianificazione meticolosa e gli operatori raccolgono informazioni, "spesso da partner occidentali", su radar e sistemi di difesa nemici.
"Se riesci a superare i 60 km di stazioni di disturbo al confine, sei nell'entroterra russo e il gioco è aperto", afferma la fonte Morok, secondo cui, circa il 35-40% dei droni riesce ad arrivare nelle vicinanze del bersaglio, mentre il feedback sul successo di un bombardamento viene raccolto da satelliti, dispositivi di localizzazione, resoconti dei social media e agenti locali.
Non si è fatta attendere l'azione di risposta russa, che la mattina del 30 agosto ha lanciato un massiccio attacco missilistico e di droni contro l’Ucraina, prendendo di mira anche Kiev.
Un video pubblicato dal The Guardian mostra un attacco missilistico seguito da un’esplosione che ha illuminato il centro della capitale. Immagini che non sbilanciano il comandante in capo delle Forze Armate ucraine, Valery Zaluzhny, secondo cui tutti i 28 missili da crociera lanciati sul territorio dell’Ucraina e 15 dei 16 droni d’attacco sono stati abbattuti.
Il capo dell’amministrazione militare della capitale, Serhiy Popko ha spiegato che, a causa della caduta di detriti di razzi nel distretto di Shevchenkovsky di Kiev sono morte 2 persone, mentre 3 sono rimaste ferite, di cui 2 ricoverate in ospedale.
Nel merito, il Ministero della Difesa russo afferma che l’esercito ha effettuato attacchi missilistici contro le postazioni di controllo e di intelligence delle forze armate ucraine.
“La notte del 30 agosto, le Forze Armate della Federazione Russa hanno lanciato un attacco collettivo con armi di precisione a lungo raggio, aeree e marittime, contro i punti di comando e di ricognizione nemici”, afferma il rapporto.
Kiev supera la prima linea di difesa russa a Zaporizhzhia
Le mappe militari satellitari aggiornate mostrano che, durante le ultime ore, l'esercito russo ha continuato a ritirarsi verso la prima linea di difesa principale a sud di Rabotino, mentre l'esercito ucraino non solo ha aumentato gli attacchi “di sondaggio” ma è anche riuscito a stabilire un punto d'appoggio dietro la linea, il che significa che essa stessa ha subito la prima breccia.
Sventato attacco ucraino con imbarcazioni vicino all’isola di Zmeiny
I tentativi di incursione ucraini in territorio russo non si sono conclusi ai semplici dispositivi a controllo remoto. Il Dipartimento militare di Mosca ha annunciato oggi che un bombardiere russo di prima linea ha distrutto una barca ucraina vicino all'isola di Zmeiny nel Mar Nero.
"Il 30 agosto 2023, a est dell'isola Zmeiny nel Mar Nero, l'equipaggio di un aereo dell'aviazione navale Su-24 ha distrutto un'altra imbarcazione delle forze armate ucraine con il suo equipaggio", ha affermato il dipartimento, specificando che si tratta del secondo tentativo in meno di 24 ore: intorno alle 12:00 un’altra imbarcazione con equipaggio era stata intercettata dai un aereo Su-30.
Dmitry Medvedev
Inoltre, il giorno prima è stato riferito che un aereo dell'aviazione navale della flotta del Mar Nero aveva liquidato quattro navi simili con a bordo una squadra di sbarco delle forze armate ucraine. Secondo il dipartimento, il gruppo comprendeva fino a 59 persone.
Medvedev: supporto occidentale agli attacchi in Crimea accelera l’apocalisse
A margine delle azioni ucraine contro i territori rivendicati da Mosca, il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha subito evocato scenari di rappresaglia apocalittici.
"I criminali ucraini hanno annunciato di aver ricevuto il permesso [dai loro agenti occidentali] di effettuare qualsiasi tipo di attacco contro tutti gli obiettivi russi, 'in particolare in Crimea.' Se questo è vero - e attualmente non c'è motivo di dubitarne - allora rappresenta una prova legale diretta della complicità dell'Occidente nella guerra contro la Russia dalla parte dello Stato di Stepan Bandera", ha scritto Medvedev su Telegram, precisando che tale approvazione costituisce "un chiaro casus belli", che per la Russia significa un'opportunità di agire in base al principio dello “jus ad bellum” contro tutti i paesi della NATO.
Nel concludere il suo monito da “fine del Mondo”, il vicepresidente del consiglio di sicurezza russa non ha mancato di evocare il libro dell’Apocalisse: "In quei giorni gli uomini cercheranno la morte e non la troveranno; desidereranno morire e la morte fuggirà da loro", ha concluso Medvedev.
Rand Corporation: nessuna delle parti dispone delle risorse per eliminare l’altra
Un recente editoriale della rivista The New Yorker, che cita Samuel Charap, esperto del centro di ricerca finanziato dal Pentagono, Rand Corporation, ha analizzato la possibilità di avviare negoziati per porre fine alla guerra.
Secondo Charap, al momento nessuna delle due parti ha le risorse per eliminare completamente l’altra in battaglia. Opinione condivisa in passato anche dal presidente dei capi di stato maggiore statunitense Mark Milley, che in un controverso commento dello scorso novembre ha paragonato la situazione allo stallo che prevalse verso la fine della prima guerra mondiale e ha suggerito che avrebbe potuto essere il momento di cercare una soluzione negoziata.
La fonte Rand, non vede la possibilità di porre fine alla guerra senza concessioni territoriali da parte di Kiev.
"Non penso che l'Ucraina debba necessariamente fare delle concessioni. Semplicemente non vedo un'alternativa al fatto che tutto questo finirà", ha affermato Charap, definendo la situazione attuale "un incendio della massima complessità", mentre “le cose potrebbero andare molto, molto peggio", se i negoziati “non verranno avviati”.
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