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Dopo la chiusura “antidiplomatica” di Zelensky, il Santo Padre invia il presidente della Cei prima a Kiev poi a Mosca

Il presidente della Cei, il cardinale Matteo Maria Zuppi (in foto), si è recato a Kiev per iniziare la missione di pace in Ucraina che Papa Francesco ha voluto nel tentativo di poter “allentare le tensioni e favorire un ambiente che possa portare a percorsi di pace”. La Santa Sede ha precisato con una nota che l’iniziativa intende “ascoltare in modo approfondito le autorità ucraine circa le possibili vie per raggiungere una giusta pace e sostenere gesti di umanità”. Il comunicato della Santa Sede ha descritto, infatti, i propositi che Bergoglio avrebbe maturato dopo l’incontro del 13 maggio 2023 a Roma con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Durante l’incontro, il presidente ucraino si è detto contrario a qualsiasi tipo di mediazione con la Russia, un gesto di chiusura netto che potrebbe aver causato qualche irritazione in seno alla diplomazia vaticana. Bergoglio stesso ha precisato che la posizione del presidente ucraino sembra non voler contemplare mediazioni: “Loro non sognano tanto le mediazioni perché il blocco ucraino è davvero molto forte. Tutta Europa, Stati Uniti, in altre parole, hanno una forza propria molto grande”. Per questo motivo, Bergoglio, riferendosi a Kiev e Mosca, ha precisato che “la pace sarà raggiunta il giorno in cui potranno parlare, tra loro due o tramite altri”. Intanto, il presidente della Cei, il cardinale Zuppi, è arrivato nella capitale ucraina nella giornata di ieri per iniziare ufficialmente la missione affidatagli dal Santo Padre, coinvolto “fino alle lacrime per il popolo martoriato” dell’est Europa. Il cardinale Zuppi - come ha ricordato “Il Fatto Quotidiano” - è da sempre vicino ai poveri e ai bisognosi, un autentico prete di strada che ha sempre dimostrato una forte sensibilità per la pace e la mediazione. Forse, per questo motivo, traspare la sua autorevolezza e la sua affinità pastorale con Bergoglio. Già nel 1990, Zuppi insieme ad Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha svolto un importante ruolo di mediazione tra il governo del Mozambico e il partito di Resistenza Nazionale Mozambicana, impegnato dal 1975 in una sanguinosa guerra civile fino al 1992, anno in cui Zuppi e Riccardi, dopo ben 27 mesi di lunghe trattative, riescono ad ottenere un accordo tra le parti. Il cardinale Zuppi, dopo che Bergoglio gli ha affidato la delicatissima missione di pace in Ucraina, ha ricordato che la voce del Santo Padre “si fa carico dell’ansia profonda, talvolta inespressa, spesso inascoltata, dei popoli che hanno bisogno della pace. La guerra è una pandemia. Ci coinvolge tutti. Nel recente viaggio in Ungheria, si è interrogato: ‘Dove sono gli sforzi creativi di pace?’. Lasciamoci inquietare da questa domanda perché non rimanga solo la logica spietata del conflitto. Papa Francesco - ha concluso Zuppi - constata il deterioramento delle relazioni internazionali”. La missione di Zuppi in Ucraina termina oggi, e la prossima tappa dovrebbe essere alla volta di Mosca. Tuttavia - ha reso noto “AGI” - il Cremlino non ha ancora confermato un incontro tra il porporato e il presidente russo, Vladimir Putin. Almeno, questo è quanto ha affermato il portavoce presidenziale russo, Dmitry Peskov, che durante il briefing stampa giornaliero ha ribadito che eventuali aggiornamenti o cambiamenti saranno comunicati dal Cremlino ai media in un secondo momento.

Foto © Imagoeconomica

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