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Dopo colloquio con Orban e Novák, dall’Ungheria Francesco smuove le coscienze contro “i solisti della guerra”

In questa fase storica i pericoli sono tanti; ma, mi chiedo, anche pensando alla martoriata Ucraina, dove sono gli sforzi creativi di pace?”. Con queste parole, durante il suo primo discorso a Budapest, Papa Francesco ha lanciato il “suo grido di pace” contro l’Europa della guerra e della divisione. Dall’ex Monastero Carmelitano, sede del Governo Ungherese, dopo un incontro durato circa venti minuti con il Presidente della Repubblica Katalin Novák e altri venti con il Primo ministro Viktor Orbán, il Santo Padre, con forza e decisione, ha detto: “Nel dopoguerra l’Europa ha rappresentato, insieme alle Nazioni Unite, la grande speranza, nel comune obiettivo che un più stretto legame fra le Nazioni prevenisse ulteriori conflitti. Purtroppo non è stato così. La passione per la politica comunitaria e per la multilateralità sembra un bel ricordo del passato: pare di assistere al triste tramonto del sogno corale di pace, mentre si fanno spazio i solisti della guerra”. Così Papa Francesco ha sottolineato l’incapacità del vecchio continente di saper “edificare una comunità pacifica e stabile”. Una comunità troppo impegnata a “marcare zone e segnare differenze” mentre “ritornano nazionalismi e si esasperano toni e giudizi nei confronti degli altri”.

Pochi sforzi e troppi pericoli
All’interno di un clima saturo di infantilismo bellico “pare persino che la politica abbia come effetto quello di infiammare gli animi anziché risolvere i problemi”. Così Bergoglio ha proseguito il suo discorso e lo ha fatto ricordando ciò che potrebbe e dovrebbe risultare ovvio: “La pace non verrà mai dal perseguimento dei propri interessi strategici - ha ricordato Francesco -, bensì da politiche capaci di guardare all'insieme, allo sviluppo di tutti: attente alle persone, ai poveri e al domani; non solo al potere, ai guadagni e alle opportunità del presente”. Per questo motivo, utilizzando come metafora il famoso “Ponte delle Catene” di Budapest,  Papa Francesco ha insistito sulla necessità di dover costruire ponti e creare legami stabili e forti come catene. “Qui diverse Confessioni convivono senza antagonismi - ha ricordato Bergoglio -, collaborano rispettosamente e con spirito costruttivo”.
Speriamo dunque che le parole pronunciate da Papa Francesco riescano a far vibrare l’anima di una grande comunità che sembra aver perso, insieme ai propri valori, anche “l’entusiasmo dei suoi padri fondatori”, soprattutto, speriamo che possa accadere quanto prima.

Fonte: Vaticannews.it

Foto © Imagoeconomica

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