Il capo dell'Ufficio presidenziale ucraino nega categoricamente la sconfitta. Più oggettivo l’esercito di Kiev: “Difendiamo coraggiosamente la città”
La battaglia stremante, durata mesi, per conquistare la città ucraina di Bakhmut, secondo la compagnia di mercenari Wagner, si è ufficialmente conclusa. A darne l'annuncio nel cuore della notte è stato Yevgeny Prigozhin, il capo delle milizie mercenarie, che ha postato un video in cui ha affermato che la bandiera russa è stata issata sull'edificio dell'amministrazione comunale della cittadina del Donbass, da mesi teatro di furiosi combattimenti con gli ucraini. "Tecnicamente, controlliamo la città", mentre il "nemico è rimasto nei quartieri occidentali", ha aggiunto lo 'chef di Putin'. Con un gesto ancora più plateale: dedicare questa vittoria al blogger ultranazionalista Vladlen Tatarsky, ucciso alcune ore prima in un attentato in un caffè di San Pietroburgo. Immediata la risposta di Kiev all’annuncio di Prigozhin. “Bakhmut è ucraina. Bisogna reagire con calma alle falsità di coloro che inventano una vittoria che non esiste nella realtà", ha scritto su Telegram il capo dell'Ufficio presidenziale Andry Yermak, citato dai media ucraini. Per il governo, dunque, la città è ancora in mano ai propri soldati. Ma l’esercito è più cauto rispetto alle posizioni di Yermak. Infatti, lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine ha riconosciuto che le forze russe stanno "cercando di prendere il pieno controllo" di Bakhmut, un riferimento insolito nelle note ufficiali di Kiev alla possibilità di una completa conquista da parte della Russia di questa città dell'Ucraina orientale, in realtà considerata poco rilevante dal punto di vista bellico ma di gran rilievo dal punto di vista mediatico e politico. "In direzione di Bakhmut, il nemico non smette di attaccare Bakhmut, cercando di prendere il pieno controllo" del comune, si legge nella nota dello Stato Maggiore, pubblicata poco dopo le 6 sul suo account Facebook. La nota è arrivata dopo l’annuncio di Prigozhin, il quale, a sua volta, è arrivato dopo che Kiev ha rivelato di aver pronto un piano in 12 punti per riprendersi la Crimea. Il capo del consiglio per la sicurezza nazionale Oleksy Danilov ne ha delineato le tappe principali a partire dall'abbattimento del ponte di Kerch che collega la penisola alla Russia. Il piano emerge alla vigilia della preannunciata controffensiva di primavera con cui i comandanti ucraini ambiscono a sfondare le linee russe, mentre i soldati russi vengono descritti a tratti in difficoltà. I segnali di cedimento indicati dall'intelligence, però, come sottolinea l’inviata dell’Ansa Anna Lisa Rapanà, “non sembrano ad oggi essere tali da determinare significativi cambiamenti negli equilibri sul terreno. Così il 'piano per la Crimea' assume una valenza più politica che militare al momento: nell'auspicio di segnare un vantaggio sul campo di battaglia e di procedere poi con una serie di misure che il governo di Kiev intende adottare una volta che avrà ripreso il controllo della penisola annessa unilateralmente da Vladimir Putin nel 2014”.
Intanto al fronte le forze ucraine si preparano ad utilizzare le nuove dotazioni militari dell’Occidente - tra cui i carri armati - per sferrare la controffensiva di primavera e che anche le ultime indicazioni indicano come imminente.
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