"Credo che, anche in caso di un maggiore coinvolgimento della Nato, il problema dell’Ucraina resterà tragico. Al momento, Kiev non ha abbastanza armi e la corruzione, ai livelli più alti, è enorme. Ma in Occidente facciamo difficoltà a parlare pure di questo". Sono state queste le parole di Seymour Hersh, il giornalista d'inchiesta americano che nei giorni scorso aveva rivelato il sabotaggio per distruggere il gasdotto North Stream condotto dagli Stati Uniti in collaborazione con la Norvegia.
Durante l'intervista al 'Fatto Quotidiano' Hersh ha detto che, dal suo punto di vista, le possibilità che Kiev vinca sono "di 1 su 38 milioni". "Putin ha sbagliato - ha precisato - è difficile dire una sola cosa positiva su di lui, ha iniziato il conflitto più sanguinoso in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Ma nella stampa americana si scrive: ‘Putin ha attaccato senza motivo’. Be’, di motivi ne aveva: 32 anni di menzogne sull’espansione della Nato a Est. Negli Usa la rabbia verso Putin offusca il dibattito. Ricorda tutte quelle storie per cui sembrava che stesse morendo, che avesse il cancro? Ho letto i suoi discorsi. Non è un idiota, non è un comunista. Ha una sorta di idea mistica della Russia, di ritorno a un passato grandioso, ma non di nuove espansioni. La cosa curiosa è che, prima della guerra e nonostante la guerra, la Russia aveva grandi scambi economici con l’Occidente. Sopravvive alle sanzioni. Come Cuba. L’embargo c’è dai tempi di Castro. Mi pare siano sopravvissuti".
Il tema del gasdotto
La Russia ha intenzione di richiedere al Consiglio di Sicurezza Onu una commissione internazionale indipendente per indagare sul sabotaggio di North Stream 1 e 2.
Per il giornalista premio Pulitzer il sabotaggio "parte da fine 2021". "Perfino gli uomini che l’hanno materialmente eseguito non erano per far saltare in aria il gasdotto. Hanno accolto l’idea di aiutare il presidente Usa Joe Biden nel tentativo di esercitare una minaccia credibile nei confronti di Putin, forse per cercare di fermarlo, all’inizio, prima dell’invasione dell’Ucraina. Ma c’era una chance su un milione di riuscire nell’obiettivo e infatti Putin non si è fermato. Io però credo che quello che Putin voleva fare fosse tenere lontana l’Ucraina dalla Nato. Ma ogni volta che lo dico finisco nei guai, perché vengo dipinto come una sorta di agente segreto russo: una follia. Putin non aveva intenzione di conquistare l’Europa: il suo obiettivo era assicurarsi una zona cuscinetto, come era stata l’Ucraina fino al 2014, fino a quando gli Stati Uniti hanno lavorato al colpo di Stato (con la Rivoluzione di Maidan, ndr). Non c’è dubbio che l’abbiano fatto".
Fonte: ilfattoquotidiano.it
Foto © Institute for Policy Studies
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