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Per il segretario generale della NATO ciò che sta accadendo in Ucraina è una continuazione del conflitto iniziato nove anni fa

Una guerra preparata e da anni preannunciata. È questo il quadro che emerge dalle parole del segretario generale della NATO Jens Stoltenberg che in una conferenza stampa a Bruxelles ha osservato come ciò che sta accadendo in Ucraina rappresenta una continuazione del conflitto iniziato nel 2014 e che l'operazione speciale russa "non ha cambiato l'alleanza", ma ha solo dimostrato l'importanza del più grande rafforzamento della difesa collettiva da lui realizzato.
"Esso (il conflitto, ndr) è iniziato nel 2014 e ha portato al più grande adattamento dell'alleanza, all'introduzione di un'elevata prontezza delle nostre forze, al rafforzamento sul fianco orientale, all'aumento del numero di esercitazioni e per la prima volta da molti anni, i paesi hanno aumentato la spesa per la difesa", ha sottolineato Stoltenberg.
Il presidente Vladimir Putin aveva osservato in precedenza che “l'operazione speciale” era una misura necessaria, poiché alla Russia non è stata lasciata alcuna possibilità di fare altrimenti ed i rischi per la sicurezza della nazione erano diventati così gravi che era impossibile rispondere con altri mezzi.
Numerose sono le evidenze, effettivamente, che parlano di una provocazione da parte della NATO ben pianificata per costringere la Russia ad un intervento armato, senz’altro condannabile.
Solo pochi mesi fa, diverse voci autorevoli hanno rivelato come gli accordi di Minsk (2015), seguiti dalla guerra nel Donbass avviata dal governo di Kiev, avrebbero rappresentato solo una scorciatoia che l'occidente ha utilizzato per ritardare lo scoppio del conflitto in Ucraina e prepararlo per le ostilità. Una realtà ammessa anche dall'ex presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko: "Il nostro obiettivo era, in primo luogo, fermare la minaccia, o almeno ritardare la guerra, fornire otto anni per il ripristino della crescita economica e la creazione di potenti forze armate", aveva affermato l’oligarca. Pochi mesi fa anche l’ex primo vice comandante strategico polacco dell’Alleanza Atlantica Mieczyslaw Bieniek ha rivelato in un’intervista a Repubblica che la NATO aveva sempre saputo che prima o poi si sarebbe in qualche modo scontrata con Mosca dopo l’annessione russa della Crimea nel 2014. E sulla base di questa consapevolezza da otto anni finanziava e addestrava truppe ucraine, regolari e non in funzione del futuro scontro.
Le forze speciali ucraine sono state addestrate dal 2016 dalle truppe speciali della Nato. C’era grande consapevolezza che ci sarebbe stata l’invasione da parte della Russia, prima o poi”, ha affermato il militare.
La strategia di provocare la Russia e dissanguarla con una guerra ai suoi confini è stata avallata dalla Rand Corporation, prestigioso istituto di ricerca finanziato anche dal Pentagono e dalla Casa Bianca. Già nel 2019, un report chiamato “Overextending and Unbalancing Russia” sosteneva che per “sconfiggere”  Mosca era necessario portarla ad un punto critico obbligandola a spendere una quantità smisurata di risorse per difendersi dagli attacchi americani. A tale scopo la Casa Bianca avrebbe dovuto “rifornire l’Ucraina di armi letali per sfruttare il più grande punto di vulnerabilità esterna della Russia”. Il resto è storia.

Mosca annuncia successi nella parte orientale di Bakhmut
Le unità del "Gruppo Wagner" stanno avanzando, mentre infuocano feroci battaglie nella parte orientale di Artemovsk (Bakhmut). Lo riporta Ria Novosti che cita un combattente del gruppo Wagner: "Ecco la parte più orientale della città, con pesanti combattimenti stiamo andando avanti, stiamo andando al fiume Bakhmutka. Stiamo iniziando a controllare e osservare quasi tutta la parte orientale della parte occidentale", ha affermato la fonte, che ha specificato come ora le azioni dell’esercito ucraino sono visibili.
Nella giornata di ieri, il fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha annunciato che le unità d'assalto PMC hanno conquistato il villaggio di Krasnaya Gora, all'estremità settentrionale di Bakhmut. Una manovra che avvicina alla presa anche di Paraskoveevka, la cui caduta sancirà la fine dell'ultima difesa ucraina a nord di Artemovsk e costringerà ai comandi ucraini a scegliere se ritirarsi o essere circondati nella città.

Foto © Imagoeconomica

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