Pressioni su Berlino perché fornisca blindati Leopard. Funzionari occidentali avvertono: Kiev non potrà riprendersi i territori senza aumento del sostegno bellico
Una nuova battaglia offensiva coi carri armati in Europa orientale. Non si tratta di uno scenario imaginifico della seconda guerra mondiale, bensì quanto si prospetta per il 2023.
Mentre si rafforza la collaborazione tra la Nato e l’Unione europea che oggi hanno firmato un nuovo accordo di cooperazione con l’intento di rafforzare il legame transatlantico, continuano le discussioni sulle possibilità di rifornire l’Ucraina con armi ancora più letali.
Di fatto, nuovi livelli strategici per le forniture belliche sono stati già annunciati: la scorsa settimana, gli Stati Uniti e la Germania hanno dichiarato che avrebbero fornito rispettivamente 50 veicoli da combattimento Bradley e 40 Marder. Promesse che hanno fatto seguito all'annuncio della Francia sulla consegna di circa 30 veicoli corazzati leggeri AMX-10 RC, mentre un rapporto iniziale di Sky News suggeriva che il Regno Unito stesse prendendo in considerazione la fornitura di circa 10 Challenger 2.
Secondo un funzionario occidentale, citato dal The Guardian, la richiesta avanzata da Kiev di 300 carri armati non era "un numero irragionevole" atto a creare la massa di forza necessaria per una nuova offensiva.
“Gli ucraini non saranno in grado di riconquistare quantità significative di territorio senza modificare la loro posizione di forza rispetto allo scorso anno. I rapporti di forza tra russi e ucraini sono troppo equilibrati”, ha affermato la fonte.
L’ago della bilancia ora sta pendendo sulla decisione tedesca di approvare o meno la fornitura di carri armati Leopard 2. Basti pensare che ci sono circa 2.000 di questi carri armati in servizio in Europa distribuiti in 13 paesi diversi ma, poiché sono stati originariamente fabbricati in Germania, sarà necessaria una licenza di riesportazione tedesca e dunque il veto finale sul potenziale invio spetta a Berlino. Anche la Finlandia, che ne possiede circa 200, secondo l'emittente pubblica YLE, si è detta pronta a considerare la possibilità di partecipazione se appare un gruppo di paesi che sostengono la consegna.
“Qualcosa deve rompere quella situazione di stallo, soprattutto se loro (gli ucraini) vogliono riconquistare il territorio e passare all'offensiva. I carri armati principali e gli APC (portaerei corazzati) fanno parte di quel mix. Penso che gli ucraini cercherebbero che tutti i partner che potrebbero fornire carri armati non si preoccupino particolarmente della loro provenienza, purché arrivino in volume sufficiente”, sostiene il funzionario.
Soledar prossima ad essere conquistata dai russi
Secondo il capo della Repubblica popolare di Donetsk (DPR) Denis Pushlin la città di Soledar è vicina ad essere liberata.
"In effetti, ora tutta l'attenzione è focalizzata sia su Artemovsk che su Soledar, probabilmente perché gli eventi si stanno svolgendo lì in modo tale che la città è molto vicina alla liberazione", ha affermato Pushlin su Ria Novosti.
Nelle prime ore di martedì, il presidente Volodymyr Zelenskyy ha confermato che l'esercito invasore russo stava concentrando i suoi maggiori sforzi su questo insediamento, mentre il Ministero della Difesa ucraino parla di pesanti combattimenti tutt’ora in corso.
"Il nemico calpesta letteralmente i cadaveri dei propri soldati, usa massicciamente artiglieria, sistemi di tiro al volo e mortai, coprendo anche i propri soldati con il fuoco", ha affermato il ministro della Difesa Hanna Maliar.
Secondo Pushilin, ora i combattimenti si sono spostati nella parte occidentale di Soledar, la cui liberazione faciliterà l’ulteriore avanzata delle forze di Mosca:
"Qui si aprono prospettive molto favorevoli per la liberazione di Artemovsk (il nome ucraino è Bakhmut. - Ed.), e non dovremmo dimenticare Seversk, dove anche le fortificazioni del nemico sono piuttosto serie. Qui sappiamo bene che dopo la liberazione di Artemovsk, si aprono prospettive per l'ulteriore liberazione del territorio della repubblica", ha detto il capo della DPR, che ha poi specificato come la sua conquista avrà un impatto positivo sulle prospettive dell'offensiva delle forze alleate nella direzione di Kramatorsk.
La cattura di Soledar, che si trova a nord-est di Bakhmut, sarebbe una vittoria strategica significativa per i russi in quanto porrebbe le forze ucraine nel pericolo di essere accerchiate e offrirebbe a Mosca una potenziale via di avvicinamento contro quella città. Attraverso questo insediamento, lo ricordiamo, passa una rete di strade e ferrovie, grazie alla quale viene rifornito il raggruppamento di truppe ucraine nel Donbass.
Anche secondo il ministero della Difesa britannico le forze di Mosca stanno tentando di interrompere le comunicazioni ucraine: “Parte dei combattimenti si è concentrata sugli ingressi ai tunnel delle miniere di sale in disuso, lunghi 200 km, che corrono sotto il distretto. Entrambe le parti sono probabilmente preoccupate che possano essere utilizzate per infiltrazioni dietro le loro linee", ha aggiunto il ministero.
Pesanti perdite ucraine nella repubblica popolare di Donetsk
Secondo la Milizia popolare della DPR le truppe di Kiev avrebbero perso oltre 170 militari in un giorno: "Le azioni congiunte del personale militare della Repubblica popolare di Donetsk e delle forze armate della Federazione Russa hanno distrutto le seguenti armi e attrezzature militari nemiche: due carri armati (T-64BV), tre supporti di artiglieria semoventi (2S3 Akatsia), quattro 155 -mm obici trainati (M777) e 19 unità di veicoli corazzati e automobilistici", ha aggiunto il ministero.
Foto: it.depositphotos.com
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