Il conteggio degli importi ottenuti dall’azienda dal 2019 al 2021 è giunto a quota 34,7 milioni di euro
Un rapporto stilato dalle ong ENAT (lega europea per il disarmo) e Stop Wapenhandel (stop al commercio delle armi), basato su dati europei pubblici, dimostra come la maggior parte dei fondi europei viene rediretta ad aziende che già lucrano dalla vendita di armamenti in vari conflitti sparsi per il mondo; Tra queste aziende troviamo la Leonardo, al tredicesimo posto tra i maggiori esportatori di armi al mondo nel 2021 (con un guadagno di 10 miliardi e mezzo di euro), e seconda solo alla BAE Systems in Europa (con un guadagno di quasi 23 miliardi) e Airbus (11 miliardi), con diverse aziende francesi e spagnole al seguito, tutte con le mani in pasta nel rifornire ribelli in zone come la Siria, lo Yemen oppure con contratti a nazioni violatrici di diritti umani come Egitto e Arabia Saudita.
Alcuni progetti di ricerca e produzione, PADR e EDIDP, hanno iniziato 5 anni fa, un finanziamento che ha costituito il European Defense Fund (EDF); questo fondo europeo di 8 miliardi mira a finanziare ed espandere i progetti di difesa tra le varie nazioni europee e rafforzare i bilanci nazionali, in poche parole favorire l’indipendenza degli stati europei dagli armamenti USA, specialmente a seguito delle tensioni geopolitiche causate dalla guerra per procura tra USA e Russia in Ucraina. Questa motivazione non convince gli attivisti dell’ENAT che accusano l’unione europea di aumentare il numero di progetti ed i capitali coinvolti semplicemente per esportare più armi e di conseguenza guadagnare di più dalle vendite.
Secondo documenti confidenziali pubblicati dal movimento pacifista vredesactie nel 2017, il fondo europeo EDF è pienamente conforme alle richieste espresse dalla lobby degli armamenti europei fin dal 2014, che hanno visto la nascita di un apparato di ricerca nel 2015 mirato a definire il programma di investimenti EU nell’ambito della difesa, che ha portato nel tempo alla ratifica dell’attuale EDF; tra i partecipanti di questo programma precursore hanno partecipato firme come la Leonardo, la Airbus, la BAE systems, Indra ed altre, aggiudicandosi 28% dei fondi europei messi a disposizione.
I progetti che attingono dalle casse comunitarie sono gestiti da consorzi gestiti da più paesi, che a loro volta vengono coordinati da PADR e EDIDP. I paesi che attingono maggiormente ai fondi EU nell’ambito di questi programmi sono: la Francia con il 65% delle risorse, Italia col 25%, e poi Spagna e Germania col rimanente. Alcuni progetti speciali ricadenti sotto la categoria PESCO creata nel 2017 ricevono un bonus del 10% di fondi in più. Grazie alla presenza in tantissimi progetti europei, la Leonardo è stata in grado di guadagnare una cifra totale di 6,8 milioni di euro da più di 59 entità sparsi per 21 paesi europei, sommando i fondi di tutte queste entità la Leonardo ha de facto guadagnato più di 41 milioni di euro in fondi; il gruppo francese Thales seppur presente in 67 aziende suddivise in 24 paesi ha ricavato solo 5 milioni di finanziamenti indiretti. Germania ed altre entità hanno racimolato solo fondi diretti di portata minore, mentre le aziende italiane (alcune con la partecipazione della Leonardo) hanno guadagnato oltre 29 milioni di euro.
Fonte: ilfattoquotidiano.it
In foto: Trapani, gli eurofighters in addrestramento © Imagoeconomica
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