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“La Russia non pone condizioni per la ripresa dei negoziati con l’Ucraina, solo buona volontà”. Podolyak: “Trattiamo se russi lasciano tutti i territori occupati”

Nonostante la guerra in corso, i bombardamenti e la sfiducia reciproca, tra Kiev e Mosca torna a palesarsi la parola “trattativa”, per mesi sepolta e nemmeno menzionata dopo la strage di Bucha che ha di fatto spento tutti i tentativi di dialogo avviati con la mediazione di Bielorussia e Turchia.
La Russia non pone condizioni per la ripresa dei negoziati con l’Ucraina, ma serve solo la buona volontà di Kiev, ha affermato oggi Andrei Rudenko, viceministro degli Esteri della Federazione russa, come riporta Interfax. Parole inequivocabili e di apertura. “L’Ucraina ha adottato una legge che le proibisce di tenere colloqui di pace con la Russia. Questa è la loro scelta, abbiamo sempre dichiarato la nostra disponibilità a tali negoziati, che sono stati interrotti non per colpa nostra”, ha detto Rudenko, aggiungendo che “da parte nostra non ci sono condizioni, tranne quella principale: che l’Ucraina mostri buona volontà”. Immediata la risposta di Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky, il quale ha ribadito che l’Ucraina negozierà con la Russia soltanto quando questa avrà ritirato le sue truppe da tutti i territori ucraini, compresi quelli occupati nel 2014. In un’intervista a Radio Svoboda ripresa dal Guardian, Podolyak ha sottolineato che l’Ucraina sta vincendo e quindi sedersi ad un tavolo per negoziare in questo momento non avrebbe senso.
Nessuno può costringere l’Ucraina a negoziare con la Russia”, nemmeno gli Stati Uniti, ha aggiunto il consigliere del presidente ucraino in riferimento alle parole di Jack Sullivan. Il capo del National Security Council della Casa Bianca ha ammesso ieri che restano aperti i canali di Washington con Mosca, inoltre non ha smentito le affermazioni pubblicate dal Washington Post e dal Wall Street Journal secondo le quali la Casa Bianca starebbe cercando di convincere le autorità ucraine a negoziare con quelle russe per prevenire una escalation. “E’ impossibile costringere l’Ucraina a negoziati che non esistono. Perché, e questo è molto importante da capire, la Russia non offre alcun negoziato e non lo ha mai offerto”, ha detto il consigliere di Zelensky, sottolineando che Mosca ha proposto solo “ultimatum, fin dall’inizio”. Rispetto al ruolo degli Stati Uniti “non c’è coercizione” da parte loro, “stanno comunicando con l’Ucraina come hanno sempre fatto, è tutto molto trasparente”, ha detto Podolyak. “Nessuno sta costringendo l’Ucraina a un processo negoziale non redditizio, o meglio, ad accettare l’ultimatum della Russia. Questo è molto importante da capire”, ha aggiunto. Podolyak ha quindi ricordato la posizione di Zelensky sulla disponibilità a negoziare, che prevede che “la Russia ritiri le sue truppe e le sposti nei confini internazionalmente riconosciuti della Federazione Russa” e che “smetta di attaccare il territorio dell’Ucraina dal suo territorio”. Solo dopo Kiev si siederà al tavolo delle trattative, ha ribadito.

Dialoghi costanti Mosca-Washington sul nucleare
Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha affermato nuovamente che la Casa Bianca tiene aperte le linee di comunicazione con Mosca per scongiurare la possibilità di una catastrofe nucleare. “Lo abbiamo fatto quando è stato necessario chiarire potenziali malintesi e cercare di ridurre i rischi e ridurre la possibilità di catastrofi come il potenziale uso di armi nucleari”, ha detto ieri Sullivan in un evento all’Economic Club di New York dopo l’esclusiva del Wall Street Journal che aveva rivelato di colloqui tra il funzionario della Casa Bianca e i consiglieri per la sicurezza di Vladimir Putin.
Anche la portavoce del Ministero degli Esteri Russo Maria Zakharova ha confermato le corrispondenze oltreoceano.
La Russia e gli Stati Uniti continuano a mantenere contatti sporadici negli ambiti in cui sono più necessari e Mosca rimane aperta a dialoghi reciprocamente vantaggiosi”, ha dichiarato oggi la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova durante la trasmissione televisiva Soloviev Live, come riporta la Tass. “Dirò quello che abbiamo sempre detto, che manteniamo, chiamiamoli così, contatti sporadici con gli Stati Uniti sulle questioni che si presentano. Siamo aperti a qualsiasi tipo di dialogo reciprocamente vantaggioso”, ha dichiarato. Zakharova ha sottolineato che, sebbene i contatti tra le agenzie russe e americane rimangano sporadici, “non hanno certamente nulla a che fare con il concetto di relazioni a tutto campo”. “La nostra posizione è ben nota agli Stati Uniti”, ha aggiunto. La portavoce ha anche commentato i contatti tra Russia e Stati Uniti in merito allo scambio di prigionieri. “Purtroppo, per molti mesi, o addirittura anni, e per alcuni cittadini russi si tratta addirittura di decenni, non abbiamo visto da parte degli Stati Uniti alcun desiderio di risolvere problemi specifici su questa questione”, ha detto Zakharova.
Anche secondo i media russi, la Russia e gli Stati Uniti stanno esplorando la possibilità di tenere colloqui sulle armi nucleari strategiche per la prima volta dall’invasione dell’Ucraina da parte delle forze di Mosca il 24 febbraio scorso. A riportarlo, in particolare, è il quotidiano russo Kommersant, citando almeno tre fonti bene informate. I colloqui tra le due parti sulla stabilità strategica sono congelati dall’inizio della guerra, anche se il Nuovo trattato di riduzione e limitazione delle armi strategiche (Start) sulla riduzione delle armi nucleari rimane in vigore. “Kommersant ha appreso che la Russia e gli Stati Uniti stanno discutendo la possibilità di tenere una riunione di una commissione consultiva bilaterale sul Trattato sulle armi strategiche offensive nelle prossime settimane - scrive il giornale -. Per la prima volta, le parti considerano la regione del Medio Oriente come sede dei colloqui”.

Zelensky parteciperà al G20 da remoto
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parteciperà al G20 “molto probabilmente in modalità online”. Lo ha affermato l’addetto stampa presidenziale Sergei Nikiforov, come riporta Ukrainska Pravda. “In qualche modo Vladimir Zelensky prenderà parte al vertice del G20. Non posso dire di più”, ha detto Nikiforov.

Forse una tregua al fronte. Bombe russe su Kherson
Nel frattempo, media ucraini riferiscono che il governatore filorusso Kyrylo Stremousov ha annunciato che a Kherson nei prossimi giorni "si aspettano una risoluzione degli eventi". Secondo Stremousov ci sarebbe una tregua al fronte e ha ammesso che “non tutto è così semplice”.
Sempre dal campo viene comunicato che è salito a tre il bilancio delle vittime degli attacchi russi di ieri nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’Amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko, come riporta Ukrinform. “Il 7 novembre i russi hanno ucciso tre civili nella regione di Donetsk: a Bakhmut e Krasnohorivka - ha scritto Kyrylenko -. Altre sette persone sono rimaste ferite nella regione”. Inoltre, le forze dell’ordine hanno scoperto i corpi di quattro civili uccisi dai russi durante l’occupazione a Yampil.
In aggiunta, oltre una decina di condomini e case sono state danneggiate la notte scorsa in un attacco delle forze russe a Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’Amministrazione militare regionale, Valentyn Reznichenko, come riporta Ukrinform. “Il terrore notturno del distretto di Nikopol… i russi hanno colpito due comunità, Marhanets e Nikopol, con MLRS Grad (i sistemi missilistici a lancio multiplo, ndr) e artiglieria pesante. Non ci sono state vittime”, ha scritto Reznichenko. Sono state danneggiate inoltre due imprese industriali, un ospedale, una scuola, automobili e un gasdotto.

Zelensky: “Respinto il nemico a est e a sud”
Le truppe ucraine avanzano, respingendo il nemico a est e a sud”: a dirlo è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso video alla nazione, riportato sempre da Ukrinform. Nell’occasione, Zelensky ha anche fatto sapere di essersi congratulato al telefono con Benjamin Netanyahu, per la vittoria elettorale del suo partito in Israele. “Abbiamo discusso i principali aspetti delle relazioni tra i nostri Stati. - ha detto - Penso che sia chiaro a tutti cosa sottolinea l’Ucraina e quale enfasi sulla sicurezza pone Israele. Credo che possiamo rafforzare in modo significativo i nostri Stati, soprattutto perché le minacce che ci riguardano sono correlate”. “Oggi - ha proseguito Zelensky - gli occupanti hanno colpito più di 50 insediamenti nel nostro Paese. Donbas, Zaporizhzhia, regione di Kherson, regione di Mykolaiv, regione di Kharkiv, regione di Dnipropetrovsk… Missili, aviazione, MLRS. Rispondiamo ovunque. Abbiamo i risultati necessari: un altro aereo russo è stato abbattuto. Abbiamo anche ricevuto nuovi sistemi che rafforzano significativamente la nostra difesa aerea”. Il “terrorismo russo” “ha solo portato il mondo a rispondere con nuovi aiuti all’Ucraina. Faremo di tutto affinché il maggior numero possibile di Paesi si unisca a questo aiuto”, ha concluso.

In foto: il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, mentre presiede le prime trattative di pace lo scorso marzo © Imagoeconomica

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