Negoziare con la Russia "si deve. Questo ovviamente non significa non tenere ferma la condanna dell'invasione, e nemmeno abbandonare a sé stessa la popolazione ucraina". Così Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, si esprime sulle prospettive della guerra in Ucraina in una intervista al settimanale 'Tpi'. "Se tu hai una strategia - ha detto Conte - poi devi perseguirla e io credo che la strategia migliore, in questo caso, sia cercare una via di uscita. E non può essere una vittoria militare, ma solo un negoziato di pace. È questa la svolta che abbiamo chiesto a gran voce: arrivare a dei negoziati. Concentrare tutti gli sforzi diplomatici dell'Italia per arrivare a questo obiettivo".
“Il M5s non ha nessuna equidistanza - ha poi rimarcato Conte parlando della manifestazione per la pace di domani a Roma -. Io non avrei mai partecipato ad una manifestazione che nella sua piattaforma avesse messo sullo stesso piano i due contendenti. Qui abbiamo un aggressore e un aggredito. E l'aggressione è assolutamente ingiustificabile rispetto alle norme del diritto internazionale. Il M5s ha riconosciuto fin dal primo giorno questo status dell'Ucraina e il diritto della popolazione a difendersi ai sensi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. La manifestazione del 5 novembre segna il ritorno in campo della società civile. Il 5 novembre non parlo io, ma l'opinione pubblica: questa manifestazione restituisce la parola ai cittadini, non al M5s".
Quanto alla Nato, “io non metto in discussione la nostra appartenenza ma la nostra postura sì: l’Italia non può parteciparvi, nel sistema integrato europeo, limitandosi alla cieca obbedienza. È questo il tema. Dobbiamo contribuire a riconsiderare quella strategia decisa a caldo, per ottenere la pace". Sull'Ucraina "c'è una grande pressione bellicista da parte dei media e della politica. Quando abbiamo chiesto di discutere in Aula, il governo Draghi ci ha detto di no. E siamo stati addirittura rappresentati come dei 'guastafeste' che volevano mettere in difficoltà la maggioranza. Nulla di tutto questo: è normale che nelle nostre democrazie ci si interroghi".
Conte ha poi aggiunto di essere "rimasto molto colpito" dalle "parole di Zelensky al Corriere della Sera: 'Il nostro obiettivo non è solo isolare la Russia ma ottenere una vittoria militare'. La vittoria militare sulla Russia a che prezzo? Perché se l'obiettivo fosse sconfiggere la Russia, un paese che ha un arsenale atomico di seimila testate atomiche, questo significherebbe accettare il rischio di un'escalation nucleare. Oppure immaginare una guerra che duri per anni, o decenni, e che ovviamente condizionerà lo scenario geopolitico futuro. Non va bene".
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