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Il portavoce del Cremlino: “La Gran Bretagna non resterà impunita”. Mosca sospende la circolazione delle navi lungo il corridoio di sicurezza nel Mar Nero

"Queste azioni non possono essere lasciate passare. La Gran Bretagna non resterà impunita". Con questo forte monito ha esordito oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia di stampa russa Tass. Il portavoce della presidenza russa è tornato a puntare il dito contro il Regno Unito nel merito del suo coinvolgimento nell’attacco al porto di Sebastopoli di sabato scorso, dove quattro navi da guerra russe, tra cui il vettore di missili da crociera Kalibr "Admiral Makarov", sono state colpite da droni marittimi.
I servizi speciali russi hanno informazioni che mostrano che i consiglieri militari britannici hanno gestito e coordinato gli attacchi alla flotta del Mar Nero", ha affermato Peskov, che ha poi accusato la Gran Bretagna di aver partecipato anche all’azione di sabotaggio del North Stream. Nel merito ha invitato i paesi europei "ad analizzare le informazioni della Russia sul ruolo di Londra nell'attacco terroristico ai gasdotti… Un attacco terroristico ad un'infrastruttura energetica critica” che "non è una infrastruttura russa ma internazionale", riporta Interfax.

Accordo sul grano sospeso e indizi del coinvolgimento occidentale nell’attacco a Sebastopoli
Nella giornata di ieri, il Ministro della Difesa Sergei Shoigu aveva chiarito che la Russia, in quanto principale partecipante agli accordi nell'ambito dell'Iniziativa del Mar Nero, non si ritirava da essi, ma li sospendeva a tempo indeterminato: "Fino a quando non sarà chiarita la situazione attorno all'azione terroristica commessa dall'Ucraina il 29 ottobre contro navi da guerra e civili nella città di Sebastopoli, il traffico lungo il corridoio di sicurezza definito dall'Iniziativa del Mar Nero è stato sospeso", riporta l'agenzia.
Per la Federazione Russa, l'attacco alle navi da guerra è stato compiuto dai militari del 73° Centro speciale per le operazioni marittime ucraino, guidati da specialisti britannici di stanza nella città di Ochakov nell'Oblast' di Mykolaiv. Emblematico il fatto che proprio durante l’attacco Italmiradar abbia segnalato la presenza nelle acque a sud di Sebastopoli, di un Northrop Grumman RQ-4B dell'USAF partito da Sigonella intorno alle 8:45 del 29 ottobre.
Ria Novosti nel merito di questa vicenda parla addirittura di un “casus belli”, creato dalla Gran Bretagna. “Secondo il rappresentante ufficiale del ministero della Difesa russo, il generale Igor Konashenkov, i rappresentanti della marina britannica hanno partecipato alla preparazione dell'attacco terroristico di sabato contro la flotta del Mar Nero a Sebastopoli e hanno minato direttamente le corde sottomarine del gasdotto Nord Stream nel Mare Baltico. Se quest'ultimo è confermato (ed è improbabile che il Ministero della Difesa avrebbe espresso tali informazioni senza prove serie), allora si tratta di una partecipazione diretta e non indiretta dell'esercito britannico a un atto militare contro una struttura russa critica”, afferma il quotidiano.
Non si tratterebbe del primo caso in cui i servizi segreti occidentali hanno preso parte attiva agli attacchi ucraini contro infrastrutture militari strategiche di Mosca. Un’inchiesta di poche settimane fa, pubblicata dal Newyorker, rivelava che per l’affondamento dell’incrociatore russo Moskva, l’intelligence statunitense aveva fornito le coordinate all’esercito ucraino, che è stato dunque in grado di colpire lo scafo con i missili Neptune.
Nella stessa inchiesta veniva riportato che i satelliti spia statunitensi possono catturare istantanee delle posizioni delle truppe ovunque sulla terra, mentre gli aerei spia militari statunitensi, che volano lungo i confini, migliorano il quadro dei movimenti militari e consentono intercettazioni dell'intelligence delle comunicazioni tra i comandanti russi. “Dopo l'invasione, gli Stati Uniti e altri partner occidentali hanno condiviso molte di queste informazioni con l'Ucraina”, riporta il Newyorker.
In estate il colonnello americano in pensione Douglas MacGregor si era addirittura detto sorpreso del fatto che Mosca non avesse ancora attuato una risposta militare più decisa nei confronti del supporto occidentale alla guerra: "I russi sanno tutto. L'unica domanda è quanto aspettare ancora quando cercheranno di disabilitare i nostri satelliti", aveva affermato.

Attacchi alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina
Non si è fatta attendere intanto, la risposta militare russa, ristretta allo scenario bellico ucraino: nella giornata di ieri la Russia ha lanciato 55 missili da crociera e dozzine di altre munizioni contro le infrastrutture energetiche in tutto il paese.
Sono state colpite le regioni di Odessa, Rivne, Zhytomyr, Zaporozhye, Cherkasy, Kharkiv, Kiev, Chernivtsi e Kirovograd, dove è stata danneggiata la centrale idroelettrica di Kremenchug.
Nella capitale il sindaco, Vitali Klitschko, ha dichiarato lunedì che il 40% dei residenti della città è rimasto senza acqua, mentre 270.000 case non avevano elettricità.
Il consigliere presidenziale Oleksiy Arestovich ha definito l’attacco "uno dei più massicci del nostro territorio da parte dell'esercito della Federazione Russa". Secondo l’analisi di Readovka, con i bombardamenti delle centrali idroelettriche di Kremenchug (0,7 GW ),  Dniester ( 0,7 GW ) e dal Dnieper ( 1,5 GW ), sono andati persi fino a 3 GW di potenza, ovvero fino ad 1/3 dell’intera capacità di approvvigionamento energetico del paese.
Azioni che per il Ministero della Difesa russo sono atte a colpire il potenziale militare dell’Ucraina. “Con attacchi con armi di precisione, continuiamo a colpire efficacemente le infrastrutture militari, nonché le strutture che influiscono sulla riduzione del potenziale militare dell'Ucraina. Allo stesso tempo, vengono adottate misure esaurienti per prevenire la morte di cittadini ucraini", ha affermato il ministro, questa mattina durante una teleconferenza.
"A seguito di un massiccio attacco del 31 ottobre - ha continuato Shoigu - la gestione delle forze armate dell'Ucraina e il loro supporto logistico è stata notevolmente interrotto".
Secondo il dipartimento militare, le azioni dell'esercito russo hanno ostacolato in modo significativo il trasporto su rotaia delle riserve ucraine nelle aree di combattimento e hanno interrotto la produzione delle imprese del complesso militare-industriale del Paese. Sono stati inoltre colpiti, otto posti di comando e distrutti tre magazzini ucraini.
Il ministro della Difesa ha anche sottolineato che nelle ultime due settimane circa 200 mercenari stranieri sono stati liquidati nella zona dell'operazione speciale, assieme a 74 carri armati e 235 altri veicoli corazzati.

Foto: it.depositphotos.com

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