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Dal ministro però c’è poca fiducia: “Ad oggi nessuna proposta seria dagli Usa”. Grossi incontra Putin su Zaporizhzhia. Kiev chiede nuovi sistemi di Difesa

Già in passato il presidente turco Recep Tayyp Erdogan si era offerto come leader neutrale che potesse lavorare ad una mediazione tra Russia e Ucraina nella guerra che è in corso dal 24 febbraio. Oggi la Turchia è ritornata a proporre il dialogo tra i due Paesi e lo ha fatto con la richiesta avanzata dal ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu di un “cessate il fuoco il prima possibile”, come riferisce Afp.
Nel frattempo il presidente turco Erdogan incontrerà il presidente russo Vladimir Putin domani ad Astana, la capitale del Kazakhstan anche per discutere delle ultime novità rispetto al conflitto. Ieri il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aveva detto che un incontro tra Putin ed Erdogan era possibile a margine del vertice della Conferenza sull'interazione e sulle misure di rafforzamento della fiducia in Asia (Cica) previsto ad Astana per il 12-13 ottobre. Nel mentre il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha detto che i russi sono “pronti ad ascoltare qualsiasi proposta" ma "bisogna capire in cosa consiste" la proposta. Nel corso di un’intervista sul canale televisivo Russia 1, l’alto diplomatico ha detto che se venisse richiesto l’incontro con Biden, la Russia sarebbe pronta poiché “noi non ci sottraiamo ai contatti”. “La Russia è pronta a considerare un'eventuale proposta di incontro tra Putin e Biden al G20 di novembre in Indonesia se questa venisse inoltrata”, ha ribadito Lavrov.
Il ministro, però, ha trapelato poca fiducia in quanto “ad oggi non vi è stata alcuna proposta seria da parte degli Usa per colloqui sull'Ucraina". Lavrov ha anche sottolineato che gli Stati Uniti "di fatto partecipano da tempo" al conflitto in Ucraina e ha definito "bugie" le accuse americane secondo cui la Russia si rifiuta di prendere parte a colloqui sull'Ucraina. Quindi Lavrov ha sottolineato che “gli obiettivi dell'operazione militare speciale russa non sono cambiati”. E ancora. “Per quanto riguarda i limiti degli obiettivi che abbiamo fissato durante la nostra operazione militare speciale, il presidente (russo Vladimir Putin, ndr) ha delineato questi obiettivi, che restano immutati. Saranno raggiunti".   L'Ucraina, ha aggiunto, "non dovrebbe essere uno Stato terrorista che terrorizza i suoi stessi cittadini", sottolineando che "non dovrebbe essere un Paese a cui è permesso tutto e la cui impunità attraversa tutti i confini e porta all'uccisione di giornalisti, personalità politiche e deputati della Verkhovnaya Rada (il Parlamento ucraino, ndr)".

Nessun segnale che Putin stia valutando l'attacco nucleare
Nel frattempo, i servizi segreti britannici hanno reso noto di non aver raccolto al momento alcun segnale concreto del fatto che la Russia stia valutando l'uso di armi nucleari nell'ambito della guerra in Ucraina. Lo ha sostenuto oggi Jeremy Fleming, capo della Gchq (agenzia britannica di spionaggio e controspionaggio digitale analoga all'americana Nsa), intervistato della Bbc. Fleming ha fatto riferimento ad alcune dichiarazioni venute da Mosca, affermando che occorre "stare in guardia", poiché anche solo "parlarne è molto pericoloso". Ma ha precisato che l'intelligence occidentale non ha individuato al momento "attività sospette." Fleming ha poi aggiunto di ritenere che, malgrado tutto, Vladimir Putin sia conscio dei "pericoli di una escalation nucleare" e resti per adesso fedele alla "dottrina" tradizionale sui limiti del potenziale uso di armi di distruzione di massa.

Putin incontra il capo-delegazione Aiea
Sempre oggi, il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, ha incontrato a San Pietroburgo il presidente russo, Vladimir Putin, per parlare del futuro dell'impianto ucraino di Zaporizhzhia, di cui ormai il Cremlino ha acquisito il controllo e la proprietà.   Putin ha decretato il 5 ottobre l'appropriazione dell'impianto e delle strutture adiacenti e la creazione di una società che ne garantisca la sicurezza. Inoltre, la compagnia statale russa Rosenergoatom ha creato una società per gestire le sue operazioni e ha nominato un nuovo direttore in sostituzione di Ihor Murashov, prima arrestato e poi rilasciato. L'Unione Europea ha definito "illegale" il decreto di Putin, e gli ha ordinato di ritirare le sue truppe e restituire il controllo dell'impianto a Kiev. Grossi insiste da settimane per la creazione di una zona di sicurezza intorno alla centrale, che è la più grande d'Europa; il timore infatti è che uno dei continui bombardamenti su Zaporizhzhia (l'ultimo anche stanotte, di cui Kiev ha accusato Mosca) possa interessare lo stesso impianto, il che sarebbe un disastro anche sul piano ambientale.

Ancora raid russi
A proposito di Zaporizhzhia, il viceministro degli Affari esteri ucraino, Emine Dzheppar, ha detto oggi che la Russia ha lanciato almeno quindici razzi sulla regione nella notte, prendendo di mira "un istituto scolastico, un istituto medico e edifici residenziali". I raid sono stati compiuti all'indomani della vasta campagna missilistica russa che ha preso di mira la capitale e alcune delle principali città dell'Ucraina. Esplosioni sono state segnalate, dopo che è risuonato l'allarme aereo in tutta l'Ucraina, nella regione di Odessa e Vinnitsa. "Sono state segnalate esplosioni nella regione di Odessa, Ci sono notizie di esplosioni a Vinnitsa", si legge nel canale Telegram di Unian. I media ucraini hanno riferito che stamane è stata dichiarata l'allerta raid aereo in tutta l'Ucraina.
Intanto è salito a 19 il numero dei morti e a 105 quello dei feriti nei raid russi di ieri su Kiev e diverse altre città dell'Ucraina, ha scritto il Servizio di emergenza statale ucraino.

Kiev scrive agli Usa: "Ci serve difesa aerea Nasams e gli Atacms"
Kiev torna a chiedere agli Usa i sistemi di difesa aerea avanzata e gli Atacms a lungo raggio: il presidente del parlamento ucraino, Ruslan Stefanchuk, ha inviato una lettera alla leadership del Congresso sollecitando gli Usa a fornire, in prima battuta, i Sistemi missilistici terra-aria avanzati (Nasams), un'arma contraerea di ultima generazione prodotta congiuntamente con la Norvegia. Ma chiedendo anche - riporta Foreign Policy, secondo quanto visionato nella missiva - che l'amministrazione Biden riveda la sua reticenza e dia il via libera anche ai sistemi missilistici tattici dell'esercito americano a lungo raggio, noti come Atacms: l'Army Tactical Missile System in grado di colpire obiettivi fino a 190 miglia. E ancora i droni d'attacco Grey Eagle per contrastare quelli iraniani che hanno colpito le linee ucraine. Stefanchuk - scrive Fp - ha spiegato che l'Ucraina avrebbe anche bisogno di caccia americani F-15 e F-16 per imporre una no-fly zone contro missili da crociera e bombardieri russi, possibilmente con missili aria-aria.

Foto © Imagoeconomica

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