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Per il segretario alla Difesa Usa inizierà una controffensiva. Intanto Kiev denuncia la deportazione di 2,5 milioni civili a Mosca

Il capo della diplomazia americana Antony Blinken è giunto a Kiev, in una visita a sorpresa, per parlare degli aiuti militari. Repentinamente sui principali media ucraina circolano voci circa un’attesa controffensiva delle forze ucraine nel nord del Paese: di questo si ragiona tra i media di Kiev e gli analisti della situazione sul campo, mentre è in corso una campagna anche a sud, intorno alla città di Kherson. Il presidente Volodymyr Zelensky, nel consueto messaggio serale del 7 settembre, ha detto che arriveranno "buone notizie" per la regione di Kharkiv in questa settimana, anche se poi non ha voluto dire quali zone sono già state rioccupate dalle forze ucraine. E se anche l'esercito di Kiev non parla della situazione intorno a Kharkiv, sui social media appaiono video che documenterebbero le difficoltà dei russi e le gravi perdite che starebbero subendo anche sul fronte settentrionale dell'Ucraina. Tutti elementi che fanno pensare che effettivamente una controffensiva di Kiev sia in pieno svolgimento. Di controffensiva ha parlato anche il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin. Nelle dichiarazioni di apertura della riunione del Gruppo di Contatto per la Difesa dell'Ucraina a Ramstein, in Germania, Austin ha detto che “se la Russia continua a bombardare crudelmente città e civili con missili e artiglieria, l'Ucraina ha cominciato la controffensiva al Sud, integrando le capacità per combattere e rivendicare i propri territori”. Il segretario ha osservato come gli alleati di Kiev abbiano “adattato il loro contributo all'evolversi del conflitto”. Il capo del Pentagono ha spiegato che gli aiuti militari “hanno fatto crescere di 18 volte la dotazione di armi ucraina, arricchendola con missili di lungo raggio e sistemi di artiglieria”. "Tutte queste capacità hanno consentito all'Ucraina di contrattaccare a fronte dell'aggressione russa", ha aggiunto Austin. Su questa linea, lo Stato maggiore delle forze armate dell'Ucraina ha comunicato di avere respinto undici attacchi russi e di avere distrutto due aerei e un elicottero. I tentativi di avanzata delle forze di Mosca sono stati respinti nelle zone di Pytomnyk, Ruski Tyshky, Hryhorivka, Zaitseve, Mayorsk, Mykolaivka Druha, Soledar, Bakhmutske, Bakhmut, Dolyna,  e Opytne.


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Il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky


Kiev all’Onu: 2,5 milioni di persone deportate in Russia
Intanto il viceambasciatore ucraino presso le Nazioni Unite, Khrystyna Hayovyshyn, ha riportato al Consiglio di sicurezza dell'Onu che migliaia di cittadini ucraini vengono deportati con la forza in "regioni isolate e depresse della Siberia e dell'estremo oriente" russo. Hayovyshyn ha quantificato in 2,5 milioni di persone i deportati ucraini, inclusi 38.000 bambini. Su questa linea, l'Italia ha lanciato un appello all'Onu perché la Russia faccia tornare a casa gli ucraini deportati. L'ambasciatore italiano Maurizio Massari ha sollevato il problema nel corso del briefing del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: "Il sistema di filtraggio dei civili ucraini messo in atto dalla Russia - ha detto Massari - è una violazione dello 'jus in bello' così profonda che non si vedeva in Europa dalla Seconda guerra mondiale". "La gravità della situazione - ha aggiunto - richiede due azioni rapide e cruciali. In primo luogo chiediamo alla Russia di garantire libero accesso agli organismi Onu e a organismi non governativi come il Comitato internazionale della Croce Rossa, perché visitino i centri temporanei dove si trovano i civili ucraini". "In secondo luogo - ha continuato - chiediamo alla Russia di garantire l'immediato ritorno del cittadini ucraini trasferiti con la forza, in particolare donne e bambini, nei loro territori di origine e la loro libertà di movimento verso Paesi terzi”.

Foto © Imagoeconomica

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