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Il presidente ucraino promette: “Il conflitto è iniziato in Crimea e finirà in Crimea... Abbiamo bisogno di più artiglieria”

Si allontana ancora la fine del massacro nella polveriera ucraina, dove il buon senso sembra aver lasciato spazio ai più folli deliri di onnipotenza. Volodymyr Zelensky, citato da Ria Novosti, ha ribadito nella giornata di oggi che Kiev non è “pronta” per un cessate il fuoco e non prevede di stabilizzare la situazione al fine di “calmare la Russia”. "Nel luogo in cui ci troviamo, non siamo pronti per un cessate il fuoco. Abbiamo spiegato che non ci sarà Minsk-3 ", ha affermato Zelensky. Il presidente ucraino ha aggiunto che le autorità di Kiev vogliono che molti obiettivi vengano raggiunti prima dell'inizio dell'inverno e non a caso, parlando all’apertura di una conferenza internazionale sulla Crimea, ha promesso che Kiev ripristinerà il dominio ucraino sulla regione. La Crimea è diventata pienamente russa a seguito, lo ricordiamo, di un referendum per l’annessione avviato il 4 marzo 2014, successivo al golpe di Maidan organizzato dagli Stati Uniti. “Per vincere il terrore, è necessario ottenere la vittoria nella lotta contro l'aggressione russa. È necessario liberare la Crimea. Questa sarà la resurrezione della legge e dell'ordine mondiale. Pertanto, dobbiamo liberare anche la Crimea dall'occupazione. È iniziato in Crimea e finirà in Crimea.” Questo ha affermato uno Zelensky apparentemente in stato confusionale, trincerato nel suo immaginario bunker di comando, evidentemente distante migliaia di chilometri dai massacri del fronte o dei bombardamenti cittadini. La promessa è solenne: “La bandiera blu e gialla sventolerà di nuovo nella sua casa, dove dovrebbe essere di diritto, in tutte le città e villaggi temporaneamente occupati dell'Ucraina”, ha concluso il presidente ucraino.

Il supporto bellico per allontanare la fine della guerra
Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, il Paese ha ovviamente bisogno di più armi, in particolare di lanciamissili (MLRS), veicoli corazzati ed artiglieria. "Siamo forniti dall'Occidente, con sistemi MLRS, abbiamo bisogno di artiglieria potente. L'artiglieria che ci è stata data - siamo grati per (cannoni di calibro - ndr) 155 millimetri…Quanti ne abbiamo? Non ne parlerò. Ma ne abbiamo bisogno di più? Abbiamo bisogno di molto di più". Myhailo Podolyak, il consigliere del capo dell'Ufficio del Presidente dell'Ucraina, è stato ancora più chiaro: "Il prezzo di un sistema HIMARS è di quattro milioni di dollari. Il prezzo di 50 sistemi è di $ 200 milioni, più munizioni. Il prezzo per raggiungere la parità di fuoco e distruggere efficacemente la logistica dell'esercito [russo] è inferiore a uno yacht di oligarchi russi, "ha scritto il consigliere su Twitter. Propositi tuttavia ben lontani dalle promesse statunitensi: alla fine di luglio, il presidente del Comitato per i servizi armati del Congresso USA, Adam Smith aveva promesso a Kiev non più di 30 sistemi HIMARS. Quanto basta a finanziare l’industria bellica, prolungando la guerra di logoramento, senza provocare la Russia oltre la linea rossa. Anche recenti reportage dei giornali del Wall Street Journal, New York Times e Washington Post dipingono un quadro in cui, secondo diversi analisti anglosassoni, l’impiego di armi occidentali ha ostacolato e forse rallentato l’avanzata russa a est e a sud ma non è stata sufficiente a fermarla. L’ex ufficiale dell'Agenzia di intelligence per la difesa degli Stati Uniti, Rebecca Koffle, intervistata su Fox News, aveva affermato senza mezzi termini che “Non esiste una tale quantità di denaro o armi che sarebbe sufficiente per la vittoria dell'Ucraina, <...> perché l'esercito russo è incommensurabilmente più potente di quello ucraino".


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La criminale leadership del paese, capeggiata dall’ex comico Zelensky, preferisce tuttavia con tronfia sicurezza propagandistica, continuare a promettere il ritorno della Crimea alla madre patria. Dichiarazioni, tra l’altro, che sono state precedute da numerose provocazioni nella regione: nella giornata di oggi un veicolo aereo senza pilota è stato abbattuto dal sistema di difesa aerea russo sul mare vicino a Sebastopoli; diversi giorni fa, ben 9 aerei da guerra russi distrutti nel campo di aviazione di Saky. Pericolose provocazioni, per le quali il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, aveva già minacciato un “giorno del giudizio” per Kiev.

Situazione al fronte
Secondo il bollettino giornaliero di Readovka nella regione di Kharkiv, una stazione di guida radar del sistema di difesa aerea ucraino S-300 è stata distrutta e nella Repubblica Popolare di Donetsk (DPR) sono stati distrutti il ​​lanciatore di un sistema missilistico antiaereo Buk-M1 e un sistema radar di fabbricazione statunitense. Nella direzione Artemovsky (Bakhmutsky) a Zaitsevo e Yakovlevka sono rimasti uccisi fino a 100 soldati ucraini e sono stati distrutti 2 carri armati e 15 auto. Nella direzione Pervomaisky tra Nevelskoye e Peski, le forze filo-russe hanno attaccato con successo una roccaforte di Kiev. Nella direzione di Maryinsky, le forze armate della Federazione Russa sono riuscite a sfondare le difese nemiche e ad addentrarsi più in profondità nel villaggio e a liberare circa il 40% dell'insediamento. A sud, nella regione di Nikolaev, sono rimasti uccisi più di 50 soldati ucraini, oltre a 7 unità di equipaggiamento corazzato, mentre lo Stato maggiore delle forze armate di Kiev, nel suo rapporto mattutino di ieri ha nuovamente annunciato la presenza dell'avanzata delle forze russe nell'area del villaggio di Blagodatnoye.

Le forze armate ucraine colpiscono Donetsk
Tre civili sono rimasti uccisi a Donetsk nella giornata di oggi a seguito di un bombardamento delle forze armate ucraine. "La distruzione è molto significativa, artiglieria pesante nel centro della città, colpi diretti su edifici residenziali", ha affermato il quartier generale della difesa territoriale della DPR. Secondo l'ufficio di rappresentanza della DPR presso il Centro congiunto per il controllo e il coordinamento del cessate il fuoco, sono stati utilizzati proiettili del calibro NATO da 155 millimetri. Gli Stati Uniti hanno fornito a Kiev diversi obici M-777 a lungo raggio per questa tipologia di proiettili e le truppe ucraine li usano regolarmente per bombardare le città ma recentemente anche la centrale nucleare di Zaporozhye.

Foto © Imagoeconomica

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