Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Partita per il Libano nave con 26.000 tonnellate di mais. Il portavoce del Cremlino Peskov: “Sviluppo positivo”

Dopo settimane di trattative, la nave battente bandiera Sierra Leone Razoni è finalmente salpata dal porto di Odessa, diretta verso il Libano con 26.000 tonnellate di mais. A darne l’annuncio è stato nella giornata di oggi il ministro delle infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov, che ha salutato l’evento come “un altro passo avanti nella prevenzione della fame nel mondo", sottolineando che Kiev ha fatto "tutto" per ripristinare i porti e che la revoca del blocco porterebbe all'economia ucraina 1 miliardo di dollari (820 milioni di sterline) di entrate in valuta estera.
Il successo di oggi è il risultato di un accordo firmato ad Istanbul il 22 luglio, volto a risolvere la questione delle forniture di cibo e fertilizzanti ai mercati globali. In base a un memorandum Russia-ONU, le Nazioni Unite si sono impegnate a porre fine alle restrizioni anti-russe che impediscono l'esportazione di prodotti agricoli e fertilizzanti. Un altro documento crea un meccanismo per esportare grano dai porti del Mar Nero controllati dall'Ucraina. L'accordo siglato tra Russia, Turchia, Ucraina e ONU prevede inoltre l'istituzione di un centro di coordinamento quadripartito i cui rappresentanti ispezioneranno le navi cerealicole al fine di prevenire il contrabbando di armi e le operazioni sotto falsa bandiera.
Una boccata di ossigeno per l’economia del paese: l'Ucraina è uno dei maggiori produttori di grano al mondo; circa 20 milioni di tonnellate di grano sono bloccate in Ucraina in attesa di essere esportate. Dall’inizio del conflitto il paese è riuscito ad esportare solo 4 milioni di tonnellate di grano attraverso il fiume Danubio e le sue ferrovie e secondo gli esperti non sarà facile raggiungere i livelli di esportazione prebellica di 6-8 milioni di tonnellate al mese. Un grande ostacolo è rappresentato dalla difficoltà a trovare assicuratori ed equipaggi pronti a correre il rischio di sostenere una via commerciale tanto sensibile all’onda d’urto di un conflitto sempre più distruttivo.
Il rischio di sabotaggio d’altra parte non è certo un’ipotesi fuori discussione. "Oggi c'è spazio per un cauto ottimismo, ma l'implementazione è ancora irta di rischi", ha affermato Timothy Ash, senior strategist presso Bluebay Asset Management e associato presso Chatham House. “Penso che dobbiamo ricordare che è ancora una zona di guerra molto attiva; basta un missile vagante perché le spedizioni si fermino”.
Meno di 24 ore dopo la firma del memorandum, la validità dell'accordo è stata messa in dubbio quando le forze russe hanno colpito il porto di Odessa. Interrogata dal ministro della Difesa turco, la Russia ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava di aver colpito una nave ucraina che si trovava nel porto e trasportava armi occidentali. Le autorità ucraine hanno respinto la spiegazione della Russia.
"Speriamo che tutte le parti rispettino gli accordi in modo che funzionino in modo efficace", ha dichiarato questa mattina il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che, citato dall’agenzia di stampa russa Tass, ha salutato con favore la partenza della prima nave per il grano dal porto ucraino di Odessa, definendolo "uno sviluppo molto positivo".

I russi avanzano ad est di Donetsk
Si mostra in fermento il fronte vicino alla città di Donetsk. Le truppe di Mosca, secondo il quotidiano russo Ria Novosti, stanno avanzando verso Avdeevka, Peski e Maryinka; insediamenti dai quali negli ultimi otto anni sono partiti i bombardamenti dell’esercito di Kiev indirizzati verso la città dell’autoproclamata Repubblica omonima.
Le recenti sortite verso Donetsk hanno visto l’utilizzo da parte delle truppe ucraine, secondo il ministero della difesa russo, di obici a lungo raggio da 155 mm, compatibili con lo standard Nato. Questa settimana la città sarebbe inoltre stata bombardata utilizzando lanciamissili Uragan con munizioni a grappolo 9M27K3: razzi utilizzati per l’estrazione a distanza del terreno che trasportano 312 mine antiuomo ad alto potenziale esplosivo PFM-1.
"Il PFM-1, o Petalo, è un'arma terribile", ha affermato un ufficiale dell'esercito della Repubblica Popolare di Donetsk (DPR), con il nominativo Klim, citato da Ria Novosti. "Quest’arma, del peso di soli 80 grammi e lunga 12 centimetri, praticamente non produce frammenti. Il suo compito è non uccidere, ma rendere una persona disabile. Se si calpesta..., l'esplosione è tale da strappare la gamba "fino alla scarpa". È sufficiente uno sforzo di cinque chilogrammi - anche un bambino può essere fatto saltare in aria. Inoltre il corpo del PFM è in polietilene, i rilevatori di mine non lo vedono, la polvere si attacca alla bomba in un paio di giorni, diventa più difficile distinguerla con l'occhio. I combattenti della DPR sono sicuri che l'uso di munizioni 9M27K3 a Donetsk non ha alcuna necessità militare".

Anche dal Lugansk proseguono i combattimenti
L’esercito di Mosca sta continuando ad esercitare pressioni sulla linea Seversk-Zvanovka-Soledar-Bakhmut, dove sono concentrate le unità delle forze armate ucraine che hanno difeso Severodonetsk e Lisichansk . La sconfitta di questa zona fortificata creerà un trampolino di lancio per un'ulteriore offensiva verso Kramatorsk, dove si trova il quartier generale dell'OOS (Operazione delle forze congiunte).
Questa settimana, il 2° Corpo d'armata della Repubblica popolare di Lugansk (LPR) è riuscito ad occupare l'Uglegorskaya TPP a sud-est di Bakhmut. Allo stesso tempo, le truppe hanno raggiunto la periferia di Soledar.

Attacchi a Mykolaiv, morto imprenditore grano
Nella giornata di ieri i russi hanno bombardato per due volte nella notte la città di Mykolaiv. Stando alle informazioni fornite dal capo dell’amministrazione regionale Vitaliy Kim, una persona è rimasta uccisa e due persone sono rimaste ferite a seguito dell’attacco.
La vittima ha un nome tutt’altro che anonimo; si tratta di Oleksiy Vadaturskyi, proprietario della più grande compagnia di commercio di grano 'Nibulon'. "A seguito dei bombardamenti, diverse infrastrutture sono state danneggiate. In particolare, un hotel, un complesso sportivo, due istituzioni educative e una stazione di servizio. Anche gli edifici residenziali sono stati danneggiati", ha affermato il governatore.

Foto: it.depositphotos.com

ARTICOLI CORRELATI

L'Ucraina lamenta forniture militari insufficienti, mentre i russi avanzano verso Artemovsk

Un'Ucraina in crisi militare rifiuta i negoziati e annuncia il contrattacco

Guerra Ucraina: per la Russia il completamento della campagna militare speciale è una certezza

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos