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Oltre diecimila ore di registrazioni costituiscono la auto incriminazione dell'apparato repressivo

Sono state rivelate alla stampa più di 10.000 ore di registrazioni effettuate durante le udienze tenute dal Tribunale Militare Supremo del Brasile nel periodo tra il 1964 ed il 1985, udienze in cui sono state raccolte le testimonianze di centinaia di militari che confessavano, con tanto di particolari, i crimini commessi durante le operazioni di repressione realizzate durante il periodo militare della dittatura. La commissione specializzata nella difesa dei Diritti Umani del Senato chiederà che le filtrazioni emerse vengano presentate dinanzi l'organo legislativo per le procedure corrispondenti.
Gli audio sono stati rivelati grazie ad una intensa battaglia legale portata avanti dall'avvocato Fernando Fernández. Dopodiché sono stati analizzati da un’equipe specializzata diretta dal professore e storico Carlos Fico dell'Università Federale di Rio de Janeiro.
"Poiché le sessioni erano segrete i presenti si sentivano liberi di dire ciò che volevano. La novità del materiale è quella di dare nuova linfa al dibattito e dimostrare le pratiche di tortura di quel periodo, dato che c'è gente che pensa che tutto questo non è accaduto", ha detto Fico in un'intervista con il quotidiano Folha di San Paulo.
La giornalista di O Globo, Miriam Leitao, espressione politica e vittima del terrorismo di Stato, è stata la prima a diffondere la notizia dell'esistenza di questo materiale che stanno analizzando sin dal 2017. Leitao, durante la sua detenzione, incinta di tre mesi, è stata rinchiusa in una piccola cella insieme ad un boa costriptor, ed è solo uno dei tanti fatti e vessazioni violenti, umilianti e degradanti inflitti. La diffusione del materiale ha avuto una grande spinta mediatica dopo che il deputato Eduardo Bolsonaro, figlio del presidente, ha ironizzato e disprezzato le traumatiche esperienze vissute dalla giornalista dicendole: "Hai solo le tue parole (...). Non hai video, non hai testimoni, non hai alcuna prova documentale, non hai praticamente nulla".
Da parte sua il vicepresidente Hamilton Mourao, generale in pensione, ha agito seguendo una linea contraria alla giustizia internazionale: "Cosa vogliono trovare? Tutta questa gente è morta. Vogliono tirarli fuori dalle loro tombe? (...) Questa è una questione del passato, la storia ha due facce. Ricordiamo che in Brasile c'è stata una lotta interna contro lo Stato brasiliano con organizzazioni che volevano implementare la dittatura del proletariato (...), queste organizzazioni hanno perso la lotta. Inoltre ha confessato che: "Ci sono stati degli eccessi. Eccessi da ambe le parti", nel tentativo di mettere allo stesso livello la violenza dello Stato con la disobbedienza civile.
"Gli audio indicano che lo Stato aveva adottato appieno il metodo delle torture", ha sentenziato Humbert Costa, titolare della Commissione dei Diritti Umani. Ha anche aggiunto: "Queste rivelazioni dimostrano che il processo del Brasile con il suo passato è appena cominciato".
Le evidenze sono numerose; alcuni degli audio presentati dalla stampa si riferiscono all'udienza del 24 giugno del 1977, in cui il generale dell'esercito Rodrigo Octavio, nel ruolo di giudice del Tribunale Militare Supremo, ammette l'esistenza della commissione di tortura e tormenti, tra i cui crimini vi è quello della violenza ad una donna incinta che ha sofferto un aborto spontaneo come conseguenza diretta delle violenze inflittele dagli agenti della polizia politica (DOI-CODI).
"Quando ci arriva un caso come questo, si trasforma in un elemento a favore dei nemici del regime e per gli oppositori del governo. Le agenzie di stampa ed i corrispondenti dei giornali stranieri, con la libertà di cui godono qui, diffondono la notizia sulla stampa internazionale ed in poche ore pubblicano atti di crudeltà avvenuti in Brasile, lasciando intendere che siamo una nazione di selvaggi",  si sente dire dall'ammiraglio Julio de Sá Bierrenbach che officiava come giudice della corte militare.
In Brasile dal 1979 vige la legge dell'amnistia, che impedisce che siano giudicati i crimini commessi sistematicamente dalle Forze Armate durante il periodo militare della dittatura civile, imprenditoriale, ecclesiastica e golpista, vigente pienamente nel governo di Jair Bolsonaro.

Foto di copertina: prensa-latina.cu

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