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"Hey hey rise up". Ecco l'ultimo inedito dei Pink Floyd, accompagnati dalla voce di Andriy Khlyvnyuk, cantante dei Boombox, una delle più seguite band ucraine, in protesta contro la guerra in Ucraina.
Una performance sublime con David Gilmour che con la sua chitarra fa letteralmente vibrare l'anima degli amanti della musica, come il sottoscritto. Un brano in cui è perfettamente riconoscibile il sound di una delle band più importanti della storia del Rock. Era dal 2014 che i Pink Floyd non pubblicavano del materiale, ovvero quando uscì il disco "The Endless river" (in cui erano presenti brani risalenti a vent'anni prima), e questo nuovo capolavoro sta raccogliendo sempre più visualizzazioni nei canali, con l'idea di raccogliere fondi da destinare a Ukraine Humanitarian Relief Fund.
C'è però un'assenza che si fa sentire in questo progetto. Perché da quando Roger Waters abbandonò i Pink Floyd negli anni Ottanta la band è diventata orfana di uno dei suoi leader più carismatici.
Nella loro storia i Pink Floyd hanno mostrato una forte sensibilità per i fatti che avvenivano nel Mondo, ma è chiaro che la spinta più forte è sempre venuta proprio da Waters, con la sua anima controcorrente e contro il sistema del potere: dalle espressioni di contrasto alla guerra Argentina-Inghilterra per le isole Falkland, con le dure accuse alla Thatcher, alle prese di posizione nette contro il nucleare, la guerra fredda, le dittature sudamericane e la lotta per la pace in Medio Oriente.
E' un fatto noto che proprio per la questione delle isole Falkland si creò una spaccatura all'interno del gruppo.





Da una parte c'era Gilmour, che giustificava l'operato della Thatcher, dall'altra Waters che alla fine riuscì ad imporsi sul gruppo spingendo anche alla realizzazione di "The Wall", una delle opere artistiche più forti dell'intera band, con tanto di film contro le guerre, le tirannie ed i muri che creano barriere.
Ecco, l'assenza di Waters è rumorosa in questo senso.
Da appassionati della musica possiamo amare questo pezzo dei Pink Floyd, ed ovviamente siamo contrari alla guerra e contro quanto sta avvenendo in Ucraina. Ma se l'attacco della Russia è da condannare lo stesso si deve dire delle azioni degli Stati Uniti d'America e della Nato.
Per questo motivo, siamo più allineati alle posizioni di Waters.
Il bassista britannico, qualche tempo addietro, rispondendo ad una studentessa ucraina nei social, aveva manifestato il suo pensiero sulla guerra in maniera netta, condannando la "disgustosa" invasione dell’Ucraina da parte di Putin apostrofandola come "criminale" ed "atto di un gangster". Ma "gangster Washington Hawks" sono anche i politici americani, da Bush e Clinton fino ad Obama, responsabili di conflitti da decenni.
Ed infine denunciava il vero obiettivo dei criminali: "vogliono vederci sventolare bandiere. Così possono dividerci e controllarci, creando una cortina fumogena d’inimicizia per privarci della nostra innata capacità di entrare in empatia gli uni con gli altri. E intanto loro saccheggiano e violentano il nostro fragile pianeta".
Guardando ciò che sta accadendo, con i mercanti delle armi che continuano a gonfiare le proprie tasche mentre la povera gente muore, come dargli torto?
Sarebbe bello che l'intera band prendesse una posizione simile. Ma nessuno è perfetto. Neanche gli "dei musicali dell'Olimpo" Pink Floyd.
(Prima pubblicazione: 11-04-2022)

Rielaborazione grafica by Paolo Bassani

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