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A distanza di mesi, viene fatta chiarezza sulla mancata estradizione dell’ex torturatore nazista Doring Falkenberg. L’Italia prenda provvedimenti

“Costituisce principio consolidato, già affermato da questa corte di Cassazione, che la presenza nel territorio italiano della persona della quale si richiede l’estradizione è il presupposto essenziale che legittima la domanda dello Stato estero. Ne consegue che, qualora sia dimostrato che l’estradando non si trovi più nel territorio italiano, non ricorrono le condizioni per pronunciare la decisione di estradabilità e deve dichiararsi non luogo a provvedere”.
Un boccone amaro, difficile da digerire, è quanto si prova leggendo le motivazioni della suprema Corte di Cassazione, relative al rigetto della richiesta di mandato di arresto europeo per Reinhard Doring Falkenberg (in foto) mossa a inizio anno dalla procura generale di Firenze. Il rilascio e la conseguente fuga dal Paese dell’ex torturatore, dunque, sarebbero avvenuti per una mancata comunicazione fra la Corte d’Appello e la polizia, la quale non informata dell’effettiva deposizione della richiesta di estradizione, una volta raggiunti i 60 giorni, tempo limite della misura cautelare, ha rilasciato il settantacinquenne.
In Cile, Reinhard era uno dei leader di Colonia Dignidad, fondata nel 1961 da militanti della gioventù Hitleriana e conosciuta come uno dei luoghi più bui e macabri della storia recente cilena. Accusato di essere stato uno dei più spietati torturatori del regime cileno di Augusto Pinochet, l’ex nazista era stato arrestato a fine settembre a Forte dei Marmi, dove si stava godendo una vacanza con una comitiva di pensionati tedeschi. Considerato dall’Interpol come uno dei dieci ricercati cileni più pericolosi, era fuggito dal Cile rifugiandosi in Germania, dove aveva ottenuto la cittadinanza. La fuga era iniziata nel 2005, poco prima di essere sottoposto a processo per crimini contro l’umanità e per il sequestro del cittadino italiano Juan Maino Canales.
Mai come ora, le parole espresse tempo fa da Margarita Maino, sorella di Juan pesano come macigni: “Ciò che di più importante possiamo fare è far sì che i desaparecidos non scompaiano mai e per questo dobbiamo ottenere giustizia per loro”. E con l’arresto di Falkenberg non solo si poteva raggiungere quella tanto attesa giustizia, ma finalmente, si sarebbe potuto avere ulteriore chiarezza su un luogo tanto enigmatico quanto macabro, teatro di orrori e violenze che porta il nome di Colonia Dignidad.
Con quest’ultimo atto di negligenza, il nostro Paese, ancora una volta, strizza l’occhio ai mandanti e agli esecutori di quei regimi latinoamericani che fra gli anni Settanta e Ottanta destabilizzarono e distrussero un’intera generazione rivoluzionaria. Tutt’ora, infatti, l’Italia ospita sul proprio territorio - garantendone l’impunità - ex esecutori di quelle dittature come Carlos Malatto e “don” Franco Reverberi, che, nonostante l’accusa dell’Interpol per crimini contro l’umanità e tortura, oggi celebra liberamente la messa a Sorbolo, un piccolo borgo emiliano. Oggi 24 marzo , data simbolo per il popolo argentino impegnato nella ricerca della verità per gli oltre 30.000 desaparecidos, lo Stato italiano tiene “viva” una delle tante, troppe vene aperte dell’America Latina.

Tratto da: ourvoice.it

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