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La guerra avanza in tutto il territorio ucraino e ormai si combatte dappertutto nelle strade, nelle installazioni militari, nel contesto di infrastrutture civili, nelle città e addirittura presso le centrali nucleari.
Gli strateghi della guerra hanno già sicuramente adattato i loro obiettivi a questo nuovo paesaggio come lo era stato a suo tempo la giungla vietnamita o la guerriglia contro la controinsurrezione nelle città in America latina.
Ad ogni modo, in questo caso, non c’è niente sotto controllo: un missile, un proiettile perduto o un atto di sabotaggio in una guerra senza onore, potrebbe innescare una nuova catastrofe radioattiva. Le immagini che hanno fatto il giro del mondo dell’incendio nella centrale di Zaporiyia lo dimostrano.
Da quando è iniziato il conflitto ad oggi, quello che di concreto è stato possibile certificare è:
1) L'aumento del livello di radioattività registrato a seguito della circolazione dei mezzi pesanti russi a Chernobyl (rimuovendo il materiale radioattivo nei primi 10 cm del suolo);
2) I danni subiti dal trasformatore di elettricità del deposito di residui a bassa intensità nella città di Kharkiv;
3) L'impatto di missili nell’impianto specializzato in residui radioattivi di Kiev;
4) Il già menzionato incendio provocato dalla caduta, deliberata o meno, di un missile all’interno delle installazioni del reattore nucleare di Zaporiyia.
Tutto è estremamente grave, ad esempio, anche la sola mancanza di fornitura elettrica che mantiene refrigerata una cisterna di combustibile può generare, di per sé, una catastrofe.
È difficile valutare fino a che punto ci sia un'intenzione reale di provocare dei danni ad un'installazione nucleare da parte dell'Esercito russo. La cosa più probabile è che, nel tentativo di prendersi l’Ucraina, la Russia ritenga necessario assumere il rischio di portare la guerra in quelle zone dove sono in attesa le unità di combattimento ucraine, pronte (ovviamente), a resistere al fuoco.
Ma allo stesso tempo, se quello che desidera la Russia è in definitiva lasciare danneggiato qualche territorio, lo avrebbe già ottenuto per mezzo di un attacco aereo o un missile, senza nemmeno dovere mobilizzare le sue truppe terrestri.
Ben diversa è la razionalità degli alti comandi esecutivi degli eserciti della NATO che invece hanno dimostrato, ripetutamente, di essere disposti a tutto.
Non dobbiamo ignorare che il vero nemico della Russia a medio, breve e lungo termine è la NATO, dinnanzi alla quale i grandi mezzi di comunicazione, la maggior parte del potere politico internazionale dell’occidente e gran parte dei cittadini del mondo si prostra, puntando il dito unilateralmente contro la Russia senza comprendere il mostro che stanno alimentato.
Vediamo alcuni precedenti…
Nel database dell'ICCR (Comitato Internazionale della Croce Rossa) (*) troviamo l'informazione completa con oltre 140 norme e protocolli riguardo la posizione che ogni paese dovrebbe adottare di fronte ad un attacco su obiettivi nucleari. Dalla convenzione di Ginevra (1949) gli USA si sono astenuti o aderito con delle condizioni ad ogni istanza, riservandosi, riguardo i trattati in questione, il diritto di definire da sé se una centrale nucleare sia un obiettivo militare o no.
Nel 1987, il Consigliere Giuridico del Dipartimento di Stato degli USA dichiarò: "Non sosteniamo le disposizioni dell'articolo 56 del Protocollo Addizionale I del 1977, relative a dighe di sbarramento, dighe e centrali nucleariné le consideriamo consuetudinarie per legge". Nel 1991, in un rapporto presentato al Consiglio di Sicurezza dell'ONU sulle operazioni nella Guerra del Golfo, direttamente stabilirono che "gli impianti di stoccaggio nucleare erano considerate un obiettivo militare legittimo". Quello stesso anno, 1991, gli USA provocarono deliberatamente la distruzione di un reattore di ricerca in Iraq.
L'altro aspetto importante che non bisogna dimenticare è che questa guerra che tenta di avvicinarsi ai reattori nucleari è preludio di qualcosa di peggio. Seppure sia penoso quantificare e paragonare, l'attacco ad un'installazione nucleare possiamo dire che sia “una bomba sporca” perché volatilizza e dissemina in aria la radiazione residuale del nucleo di un reattore, residui dei combustibili o dei depositi, lasciando la zona irreversibilmente danneggiata a causa del grave inquinamento. Questo tipo di escalation rappresenterebbe il punto di frattura della civiltà umana, per le centinaia (o migliaia) di milioni di morti dirette e le successive conseguenze   di un inverno nucleare con temperature medie sotto il -20° C in tutto il globo.
Fino a dove sono disposti a spingersi USA e NATO in uno scenario di guerra nucleare? Credo che la prova migliore siano i documenti declassificati degli Stati Uniti del periodo della guerra fredda dove già prevedevano uno scenario di conflitto con milioni di vittime compresi i propri cittadini. 
Dal 2015, circola apertamente in internet il documento originale del SAC (Comando Strategico Aereo USA) redatto nel 1959. Nello stesso viene dettagliato l'elenco dell'armamento e la lista degli obiettivi di una guerra atomica che vede otre 1.000 città che potrebbero essere attaccate in Russia, Europa dell'Est e Cina.
Già allora erano selezionati come obiettivi basi militari, infrastrutture civili e numerose popolazioni colpevoli semplicemente di appartenere al blocco sovietico.
Da allora, ogni anno l'armamento è ancora più sofisticato grazie alle migliaia di milioni destinati alla spesa militare.
Le ansie di potere e la mentalità di quelli che ci spingono a una guerra che non vedrà vincitori sono sempre le stesse.
(4 Marzo 2022)

(*) Protocollo aggiuntivo alla Regola 42. Opere e installazioni che racchiudono Forze Pericolose   

Foto: it.depositphotos.com

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