Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Secondo la CIA l’invasione russa sarebbe imminente, ma il Cremlino smentisce

La propaganda statunitense non si ferma. Gli Stati Uniti mettono in allerta i propri cittadini perché lascino l’Ucraina. Il motivo sarebbe l’esplosione a breve del conflitto. Biden chiama intanto gli alleati europei per metterli in guardia dalla guerra imminente. Oggi i colloqui tra Biden e Putin. Mosca però, nonostante la diplomazia non faccia progressi, ha più volte ribadito la sua contrarietà all’invasione e alla guerra.

Giovedi 10 gli Stati Uniti hanno invitato i loro cittadini a lasciare l’Ucraina e lo stesso ha fatto il Canada.

Mentre venerdì 11 si è svolta una telefonata tra il Presidente USA Joe Biden e gli alleati europei tra cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, il Primo Ministro britannico Boris Johnson e quello canadese Justin Trudeau, il Presidente polacco Andrzej Duda e quello rumeno Klaus Iohannis, oltre alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, al Presidente del Consiglio europeo Charles Michel e al Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg.

Durante il colloquio telefonico sarebbero stati rivelati agli alleati i piani russi per invadere l’Ucraina scoperti dall’intelligence americana. Il Consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha detto in seguito “la Russia ha tutte le forze necessarie. Esiste una chiara possibilità che agisca militarmente” e il tutto “prima della fine delle Olimpiadi” e “un’ipotesi è un rapido assalto su Kiev”, come riportato da la Repubblica. “Siamo pronti a tutto. Alla diplomazia, ma anche a rispondere in maniera decisa all’azione militare. […] L’Occidente è unito e la Cina non potrà compensare alle nostre azioni” ha ribadito il Consigliere americano, tirando in ballo anche la Repubblica Popolare Cinese che, durante l’incontro tra Vladimir Putin e Xi Jinping, aveva espresso vicinanza alle richieste di Mosca in riferimento ai timori russi per l’espansione della NATO nell’est Europa.

Qualche giorno prima, lo stesso Sullivan aveva affermato che l’invasione russa dell’Ucraina potrebbe avvenire “in qualsiasi momento” citando l’alto numero di vittime che ne conseguirebbe.

Certamente lo schieramento di truppe sul campo è imponente sia da parte russa, con circa 130 mila uomini dispiegati tra Russia e Bielorussia, che da parte NATO e Ucraina, con più di 120 mila uomini in Ucraina (secondo il capo della Repubblica Popolare di Donetsk, Denys Pushylin), 6.300 uomini in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia e i 4.000 uomini in Romania, oltre agli ulteriori 3.000 soldati USA che saranno mobilitati e tutte le truppe degli eserciti europei che potrebbero essere messe in allerta.

Da poco sono anche iniziate le esercitazioni militari congiunte tra Russia e Bielorussia che si protrarranno fino al 20 febbraio e mirano a “respingere aggressioni esterne”.

E dopo il ritiro del personale diplomatico statunitense e britannico dall’Ucraina anche la Russia medita di fare altrettanto. “Stiamo pensando – ha detto il Ministro degli Esteri russo Serghei Lavrovche gli anglosassoni stiano preparando qualcosa se ritirano il loro personale dall’Ucraina. Guardiamo alle loro azioni e anche noi avviseremo il nostro personale diplomatico”, secondo il Sole 24 Ore.

Sia Lavrov che Putin hanno più volte respinto la possibilità di invadere l’Ucraina. Infatti un’invasione militare limitata all’Ucraina porterebbe come minimo la perdita della possibilità di esportare gas e petrolio in Europa, oltre alla vendita di armi in alcuni Paesi della NATO, come la Turchia, e il rischio di embargo commerciale, finanziario e bancario. Nel caso peggiore, il conflitto potrebbe espandersi coinvolgendo la NATO, quindi quasi tutti i Paesi europei, il ché sarebbe devastante per la Russia, oltre che per l’Europa, e Mosca ne è consapevole.

La Russia chiede, giustamente, che l’Ucraina non entri nella NATO. Il timore è che l’Alleanza atlantica con la sua politica espansiva ed aggressiva, possa installare dei missili a medio raggio in Ucraina direttamente al confine russo minacciando così la Russia stessa e la sua capitale. La richiesta russa prevedeva anche l’interruzione di qualsiasi attività militare euro-atlantica nell’Est Europa e il ritiro dei battaglioni multinazionali della NATO presenti in Polonia, negli Stati baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), in Romania e Bulgaria.

La NATO e gli USA hanno però risposto che le richieste russe non possono essere soddisfatte, lasciando così la porta aperta all’entrata dell’Ucraina nell’Alleanza militare atlantica.

I colloqui dei giorni scorsi tra Putin e Macron, tra Lavrov e la Ministra degli Esteri britannica Liz Truss, e i colloqui formato Normandia di giovedì 10 non hanno avuto l’esito sperato di trovare una soluzione alla crisi. Gran Bretagna e USA assieme all’Ucraina ritengono Mosca non collaborativa, dall’altra parte però la Federazione Russa sente di non essere ascoltata dalle controparti per quanto riguarda la sicurezza dei suoi confini nazionali.

Intanto il governo britannico getta altra benzina sul fuoco offrendo altri 1000 militari a supporto di Kiev, la Danimarca offre il suo territorio per lo stazionamento di truppe USA e la Slovacchia il 9 febbraio ha ratificato un trattato militare che permetterà agli USA di usufruire per 10 anni di due basi aeree nel Paese, secondo SicurezzaInternazionale.

Mosca ha bollato l’affermazione di Jake Sullivan secondo cui “la Russia sta cercando un pretesto per invadere l’Ucraina” come “disinformazione”. E’ infatti da mesi ormai che la Casa Bianca continua con questa propaganda secondo cui la Russia starebbe per invadere. Una propaganda supportata anche dall’alleato britannico. Come non dimenticare la fake news di qualche giorno fa, secondo cui l’intelligence britannica avrebbe scoperto l’intenzione di Mosca di far cadere il governo ucraino per instaurare un governo filo-russo – informazione prontamente smentita dalla Russia.

La cosa assurda è che queste menzogne propagandistiche sono state avversate più volte dallo stesso Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha ritenuto un’invasione russa poco probabile.

Stati Uniti e Gran Bretagna sventolano la bandiera del dialogo e della pace, ma intanto schierano le truppe nei paesi dell’est Europa e armano l’Ucraina all’inverosimile. Le loro azioni e la loro propaganda sono tutto il contrario della tanto decantata de-escalation.

I toni contro la Russia sono stati pesanti. Biden dopo l’incontro all’ONU ha detto “oggi alle Nazioni Unite abbiamo mostrato la piena natura della minaccia della Russia alla sovranità ed integrità territoriale dell’Ucraina e ad i principi base dell’ordine internazionale”, da il Sole 24 ore. Johnson al termine dell’incontro tra Lavrov e Truss ha commentato “non escludo azione militare a sostegno Kiev”, da il Fatto Quotidiano. Stoltenberg aveva precedentemente affermato che “la Nato sarà al fianco dell'Ucraina se la Russia la attaccherà”, da la Repubblica, e la NATO “è preparata al peggio […] farà pagare a Mosca un prezzo altissimo” in caso di invasione, da la Stampa.

La politica estera guerrafondaia dei paesi anglosassoni e le azioni belligeranti della NATO, accompagnate da tonnellate di fake news e false flag negli ultimi decenni, ci hanno mostrato il loro modus operandi: la guerra all’Iraq è iniziata con la fake news delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, mai trovate; in Siria il pretesto sono stati gli attacchi chimici di Bashar al-Assad contro la sua popolazione, rivelatisi infondati; in Libia da una semplice no-fly-zone per proteggere i civili libici da bombardamenti aerei di Muammar Gheddafi si è passati ad un attacco aereo a tappeto su tutto il Paese, scoprendo poi che interessi francesi spinsero all’intervento.

Il presentimento è che ora, in questo risiko mondiale, sia arrivato il tempo di distruggere la prossima nazione, ossia la Russia, e per farlo serve una forte propaganda, di cui i nostri alleati anglosassoni sono purtroppo maestri, e un pretesto per intervenire militarmente. La propaganda già si sente, manca però ancora il casus belli che potrebbe forse essere un intervento militare di Kiev per riprendersi i territori delle repubbliche separatiste del Donbass scatenando così la risposta russa.

Mentre i governi europei indaffarati nella risoluzione della crisi sembrano comunque piegarsi ai piani di guerra di Washington, aumentano in tutta Europa i movimenti e le piazze di protesta della società civile.

La guerra non ha utilità, soprattutto una guerra per puro interesse come questa, e il Popolo non la vuole.

Foto: it.depositphotos.com

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos