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La camera ardente del sacerdote gesuita allestita nella sua abitazione nel quartiere Bañados del Sur, ad Asuncion

"Non è sufficiente suonare una campana per far venire la gente a messa. 

La povertà fa che la gente non si avvicini alla chiesa. 

Bisogna lottare per cambiare le cose. Il cristianesimo è rivoluzione e impegno  nella realtà”.

(Pa'i Oliva

Qualche anno fa, in uno dei suoi ultimi libri “Habitaciones de soledad y miedo” (Stanze di solitudine e paura), il giornalista spagnolo Vicente Romero - un vero decano del giornalismo in Spagna e nel mondo - scrisse alcuni molto significativi e meritevoli paragrafi su un sacerdote gesuita - Francisco De Paula Oliva, più conosciuto come Pai' Oliva", un mito vivente nella difesa dei poveri in Paraguay. Viveva con loro a Bañados de Asuncion, come massima espressione di una monumentale opera di attivismo sociale a favore dei disagiati, vittime di un sistema capitalista criminale che li sottometteva e li gettava nelle terribili fauci della povertà, della mancanza di mezzi di sussistenza, della mancanza di cibo e specialmente della mancanza di dignità umana.

All’epoca la sua storia mi scosse, e mi spinse a cercarlo  durante la mia attività giornalistica. E finalmente l’ho incontrato, diversi anni fa. Sono stato con lui. Conversato con lui, a casa sua, della sua opera di aiuto sociale e di difesa dei diritti umani, nel cuore stesso del quartiere dove aveva iniziato a lavorare seguendo quella linea, ad Asuncion, nel 1995.

Poche ore fa, nel mio abituale controllo di notizie del mondo sono venuto a sapere della sua scomparsa fisica, all'età di 93 anni, e mi è venuto subito un nodo in gola. Ho pianto in silenzio. Alcuni mesi fa, ormai già delicato di salute, lui personalmente aveva scritto una lettera chiedendo di ritornare nuovamente a casa sua a Bañado Sur, con il desiderio di trascorrere lì i suoi ultimi giorni di vita: “Non temo la morte. So che è imminente. Ma voglio andare a morire nella mia casa”.

Dopo il decesso tutto il giornalismo paraguaiano gli ha dedicato grandi titoli. Parole di riconoscimento e di omaggio hanno attraversato i quattro punti cardinali del territorio guaranì e del mondo. Altrettanto nelle reti sociali, dove sono state pubblicate le sue fotografie e gli aspetti più salienti dalla sua opera sociale e della sua militanza ai tempi della dittatura di Stroessner, come difensore dei perseguitati dai militari. Rischiò di essere ucciso nel 1969, se non fosse stato avvisato da uno dei suoi alunni (era anche un docente, dal 1964, anno in cui arrivò in Paraguay, proveniente dalla Spagna, per lavorare nell'educazione dei giovani di quella terra che lo accolse con molto amore, e molte speranze che lui non deluse ovviamente in nessuna circostanza), e fu espulso dal paese, per ordine del dittatore, per poi rientrare nel paese per costruire vite e speranze a Bañados del Sud, distante solo 15 minuti dal centro di Asuncion. 

Ho ancora vivo nella mia memoria Pa'i Oliva,  che mi guardava negli occhi e mi parlava  posatamente (con la consapevolezza di un essere sensibile e ricco di conoscenza, e  traboccante di altruismo), insieme ad alcuni membri del Movimento Our Voice, nel suo 90º compleanno, in occasione di un'intervista che abbiamo pubblicato   in Antimafia Dos Mil. L’anno seguente (prima dello scoppio della pandemia), l’ho incontrato un'altra volta, insieme ad altri giovani di Our Voice (tra loro la fondatrice  del movimento Sonia Bongiovanni, commossa profondamente)  che ebbero la fortuna di ascoltarlo,  nutrendolo di  un amore militante, per cogliere dal suo passato e dal suo presente, l’essenza della lotta sociale, e della lotta a favore della vita e di coloro che sono stati esclusi (e continuano ad esserlo), dai grandi sistemi di potere, quei sistemi criminali che denunciamo ogni giorno attraverso le nostre pagine e che costantemente i giovani di Our Voice segnalano con il dito, attraverso l'arte. 

Pa'i Oliva, come lo chiamavano a Bañados del Sur, sarà sempre presente, perché non c'è un disagiato paraguaiano che non lo conosca, che non lo abbia nel proprio cuore, perché la sua dedizione verso loro, non è stato frutto della speculazione né della demagogia, ma frutto di quell’impegno che sentono solo gli uomini giusti, ed in questo caso, gli uomini giusti della chiesa cattolica, ben lontani da quella istituzione cattolica dove gli interessi e le ricchezze si impongono con facilità, dimenticandosi dei sacerdoti portatori, nel loro lavoro quotidiano, del messaggio di un Cristo rivoluzionario e vicino agli esclusi, ai perseguiti, agli affamati.   

Pa'i Oliva era un guerriero della lotta sociale. Così lo ricorderà il mondo e, nonostante le misure sanitarie per il Covid 19, sicuramente saranno interminabili le moltitudini di uomini e donne e bambini che gli daranno l’ultimo saluto, essendo stato uno degli esseri che più li ha amati e difesi dagli sbirri del potere politico e finanziario, in una società paraguaiana classista, inquinata dal narcotraffico e dalla corruzione. 

Pa'i Oliva, era naturalmente un educatore che aveva la saggezza di esercitare la  sua conoscenza, offrendo ai giovani opportunità, strade e specialmente speranze, comprensione ed affetto. Ma soprattutto dignità ed umanità, per risvegliare in loro l'amore alla vita, alla giustizia e la libertà, allontanandoli dalla criminalità e dalle assuefazioni; preparandoli per convivere in una società moderna divoratrice di uomini. 

La storiografa Margarita Durán, poco dopo la notizia del decesso di Pa’i in Paraguay, ha così espresso il suo profondo sentire: “Abbiamo un nuovo santo paraguaiano. San Pa'i Oliva. È andato all'incontro del Padre alle ore (Ndr: di questo lunedì 3 gennaio). Ci ha sempre sorpreso fino alla fine. Un grande tra i grandi”.

La stampa paraguaiana ha appena diffuso la notizia che il suo corpo sarà vegliato nella sua casa di Bañado Sur, dove con umiltà, ha fatto della sua persona e della sua opera sociale quotidiana un braccio militante, affrontando senza ipocrisie e senza mezzi termini l'ordine sociale criminale di una società paraguaiana che in non poche occasioni gli ha dato le spalle e non lo ha aiutato, mentre invece altre migliaia di anime di buon cuore si sono impegnati insieme a lui nella sua causa, gomito a gomito. 

Pa'i Oliva, grazie della tua presenza e delle tue azioni, e per le tue idee. Sei stato pura resistenza ed esempio per molte generazioni.

In foto copertina: il sacerdote all'età di 91 anni, nella sua casa di Bañado del Sur, insieme a Sonia Bongiovanni ed altri giovani di Our Voice, tra loro Matías Guffanti, coordinatore del Movimento  in Sud-America © Our Voice/Antimafia Dos Mil

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