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Era stato arrestato mesi fa in Toscana per aver fatto sparire migliaia di oppositori nel lager Colonia Dignidad durante il regime Pinochet

È durata poco più di un mese la detenzione nel suolo italiano del nazista Reinhard Doring Falkenberg, accusato di essere stato uno dei più spietati torturatori del regime cileno di Augusto Pinochet. L’ex nazista era stato arrestato a fine settembre a Forte dei Marmi, dove si stava godendo una vacanza con una comitiva di pensionati tedeschi. Considerato dall’interpol come uno dei dieci ricercati cileni più pericolosi, era fuggito dal Cile rifugiandosi in Germania, dove aveva ottenuto la cittadinanza. La fuga era iniziata nel 2005, poco prima di essere sottoposto a processo per crimini contro l’umanità e per il sequestro del cittadino italiano Juan Maino Canales.

In Cile, Reinhard era uno dei leader di Colonia Dignidad, conosciuta anche come uno dei luoghi più bui e macabri della storia recente cilena. Fu fondata nel 1961 da Paul Schafer, ex militante della gioventù Hitleriana e ideatore di una setta parareligiosa criminale. Il centro clandestino, fra le tante cose, fu come una sorta di “faro” nel quale si rifugiarono numerosi criminali di guerra nazisti, uno in particolare fu “l’angelo della morte di Auschwitz”, il medico Josef Mengele. Insieme a quest’ultimo Falkenberg contribuì al perpetrarsi dei più orribili delitti, fra cui omicidi, torture e stupro di minori. Colonia fu usata anche dal regime di Pinochet come centro di sterminio per gli oppositori politici. Fra questi figurava anche il nome del cittadino italiano Juan Maino Canales, vittima nel Processo Condor (concluso lo scorso luglio a Roma con la condanna all’ergastolo di 14 ex militari tra cui Jorge Nestor Troccoli) sui cittadini italiani scomparsi durante le dittature sudamericane.

Juan Maino all’epoca era uno studente di ingegneria e militante del Mapu, partito politico della sinistra cilena. Il 26 maggio 1976, a soli 27 anni, fu sequestrato dagli agenti della Dina, la polizia segreta cilena che operò sotto l’ordine di Pinochet durante la prima fase della Dittatura. Dopo un primo periodo a Villa Grimaldi, centro di detenzione di Santiago del Cile, fu spostato a Colonia Dignidad, da lì non si ebbero più sue notizie.

Dopo un tale curriculum condito di orrori e perversioni, com’è possibile che il signor Doring Falkenberg sia stato rilasciato dalla giustizia italiana? Stando alle dichiarazioni dei legali della famiglia Maino, il 19 novembre, quindi entro la scadenza, era stata correttamente depositata negli uffici di competenza del Ministero della Giustizia Italiana la richiesta di estradizione da parte del governo cileno. Il 18 novembre però, a 4 giorni dalla scadenza della misura cautelare (22 novembre), la Corte d’Appello di Firenze ha ritenuto di concedere all’ex torturatore la sostituzione per motivi di salute della misura cautelare in carcere con l’obbligo di presentazione giornaliera alla polizia giudiziaria fino al 22 novembre. Il giorno dopo sarebbe divenuta effettiva l’estradizione di Reinhard in Cile. Il pericolo di fuga (infondato secondo la Corte di appello fiorentina) si è concretizzato in questo piccolo lasso di tempo, di a malapena un giorno. Di Doring Falkenberg ora non si hanno più notizie.

I Responsabili della Questura di Lucca hanno dichiarato che: “Come da provvedimento emanato dalla Corte d’Appello di Firenze Falkenberg si è presentato tutti i giorni in Questura fino al 22 novembre, giorno in cui è stato rilasciato da cittadino libero e ha fatto ritorno a casa sua in Germania. La Corte d’Appello ha notificato di continuare la misura cautelare nei confronti di Falkenberg solo dopo la scadenza del provvedimento, quando Falkenberg non si trovava più nel territorio di Lucca”.

Margarita Maino, sorella di Juan tempo fa aveva dichiarato: “Ciò che di più importante possiamo fare è far sì che i desaparecidos non scompaiano mai e per questo dobbiamo ottenere giustizia per loro”. Affermazione che con l’arresto di Falkenberg poteva avere un risvolto, ma stando - purtroppo - alla realtà dei fatti si dovrà attendere ancora. Sempre Margarita, notificata di quanto avvenuto si è espressa: “Non ho parole per esprimere la rabbia e il dolore che provo. Mi sento impotente. Questa è una gravissima mancanza di rispetto verso le migliaia di persone che sono state torturate e fatte sparire dal regime di Pinochet. Falkenberg era l’unico che poteva dirci, finalmente dopo 45 anni, cosa è successo a mio fratello. Poteva raccontare cosa è successo a lui e a tutti gli altri desaparecidos di Colonia Dignidad. E questa era l’unica occasione che avevamo per riportarlo in Cile per processarlo”.

Quanto accaduto è sicuramente uno sfregio alla dignità e alla ricerca della giustizia di tutte le vittime della dittatura che si impose brutalmente nel territorio Latinoamericano negli anni Ottanta e Novanta, decretando l’inizio di una pagina di storia macchiata di omicidi, sequestri e torture. A tal proposito è bene ricordare che l’Italia fino a non molto tempo fa, offriva asilo ad alcuni di questi ex torturatori come Nestor Troccoli e Carlos Malatto, ricercati e condannati per abuso dei diritti umani e per crimini contro l’umanità. Uno scivolone clamoroso per un Paese che dichiaratamente ripudia ogni forma di guerra, e di certo, ha lasciato scappare un soggetto pericoloso e la sua fuga non fa altro che aggiungersi alle gravi contraddizioni che caratterizzano il nostro Stato, che con tanta leggerezza ha ucciso, nuovamente, la memoria dei desaparecidos.

Foto © Wotancito

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