La Nato necessita di rafforzare i suoi investimenti nell'industria della Difesa, sviluppando nuove tecnologie, per far fronte all'ascesa di Paesi come Russia e Cina. E' quanto spiegato dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al Nato-Industry Forum in corso a Roma, definendo l'impegno degli Alleati con l'industria "duraturo, importante e reciprocamente vantaggioso".
Stoltenberg ha notato che "dal 2014" gli Alleati hanno rafforzato "costantemente" la spesa militare. Secondo il leader della Nato, in particolare, "10 alleati hanno raggiunto l'obiettivo di spesa del 2% del Pil per la difesa". Ma tutti sono impegnati in questa direzione", ha spiegato, sottolineando l'importanza di "rafforzare l'interoperabilità" tra i membri della Nato per migliorare "l'efficacia della loro azione".
Il segretario generale dell'Alleanza ha poi concentrato l'attenzione sui "competitor", Russia e Cina e sulla possibilità che la superiorità militare della Nato sia in discussione di fronte all'azione di Pechino e Mosca.
Entrambe, grazie ai loro investimenti militari, stanno mettendo "in discussione il dominio tecnologico della Nato" ha detto il segretario generale della Nato.
"Diversi paesi nel mondo stanno raggiungendo e sviluppando nuove tecnologie come nel settore dell'intelligenza artificiale", ha dichiarato, sottolineando come la Cina abbia il secondo budget mondiale dedicato alla Difesa oltre che "ambizioni di guidare il mondo nel campo dell'intelligenza artificiale entro il 2030 ed avere le forze armate più avanzate tecnologicamente entro il 2050", mentre la Russia, dal canto suo, investe nello spazio e nelle "capacità cyborg". "Queste ambizioni non sono retoriche ma reali", ha aggiunto il segretario generale, auspicando un'"integrazione" delle nuove tecnologie nelle strutture militari dei Paesi dell'Alleanza ed evidenziando come dalla capacità di risposta a queste sfide dipenda "la sicurezza e la libertà di un miliardo di persone".
Stoltenberg ha quindi ricordato l'istituzione di un Fondo della Nato per gli investimenti. Secondo il segretario generale si tratta di uno strumento chiave anche nell'ottica della transizione verde e del contributo della Nato "all'obiettivo delle emissioni zero" senza però rinunciare a "un esercito forte". "Questi due obiettivi devono andare avanti di pari passo", ha commentato.
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Stoltenberg, segretario generale Nato: ''Più investimenti per contrastare Cina e Russia''
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