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La Russia punta il dito contro la Nato e i tentativi, dice il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, di mantenere il controllo sulla crisi afgana e spostare i problemi ereditati dal ritiro americano sui Paesi della regione. "Dopo aver lasciato l'Afghanistan, la Nato sta cercando di ridistribuire le sue forze in Asia e inviare flussi di rifugiati afgani nella regione", ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov a una riunione della Conferenza sull'interazione e sulle misure di rafforzamento della fiducia in Asia (CICA), a poche ore dal G20 sull'Afghanistan presieduto dall'Italia. 
"Si può notare il desiderio dell'Alleanza nordatlantica dopo l'Afghanistan di ridistribuire le forze in altre zone della regione, sia essa centrale, meridionale o sudorientale, e allo stesso tempo inviare flussi di rifugiati afgani in queste regioni", ha aggiunto Lavrov, secondo cui viene aggirata "la questione della responsabilità della Nato per le conseguenze dei suoi vent'anni di esperimenti". 
Quindi il ministro degli Esteri russo ha aggiunto: "È importante che le armi e le attrezzature militari lasciate dalla Nato in Afghanistan non vengano utilizzate per scopi distruttivi. Il ritiro precipitoso della Nato ha ulteriormente complicato il groviglio delle contraddizioni afgane. Nel Paese sono rimaste molte armi e attrezzature militari. È importante che non vengano utilizzate per scopi distruttivi". 
Per la Russia la crisi afgana conferma che "sfortunatamente, gli assetti geopolitici nella regione non stanno diventando più facili e ne risulta limitata la transizione verso un sistema di coordinate per una cooperazione e un'integrazione multilaterali complete".
"Vediamo tentativi deliberati di 'riscaldare' la situazione di minare i meccanismi esistenti di interazione interstatale", ha proseguito Lavrov, criticando la discesa in campo di "strutture ristrette e di composizione esclusiva, sia di blocchi militari creati nella logica della Guerra Fredda e della politica di contenimento".

Foto © Imagoeconomica

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