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Un messaggio forte da parte degli universitari romani: “Noi stiamo con Lucano”

“Siamo tutti Mimmo Lucano” è stato il leitmotiv del corteo studentesco che, lunedì 4 ottobre, è partito dal piazzale situato di fronte all’ingresso principale dell’Università La Sapienza. Sono stati infatti proprio gli studenti e le studentesse i promotori di questa iniziativa in solidarietà di Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace recentemente condannato in primo grado ad una clamorosa pena di 13 anni e 2 mesi. Del resto, come ha affermato una studentessa durante il suo intervento, “se la legge non è uguale per tutti, la giustizia la pretendiamo noi: il sapere non è neutro, il sapere serve a prendere posizione”. Ed una posizione decisa e forte, gli universitari l’avevano già presa nel maggio del 2019, per lo stesso motivo e nel medesimo piazzale: difendere Lucano dai tentativi fascisti di Forza Nuova di impedirgli di parlare ad un seminario nell’ateneo dell’Università. 

Durante la manifestazione, divenuta ben presto un corteo grazie al considerevole numero di partecipanti e associazioni che si sono aggregate, un pensiero è andato anche agli attivisti No Tav, in particolare ad Emilio Scalzo, l’attivista 66enne condannato da pochi giorni all’estradizione in Francia, con l’accusa di aver usato violenza contro un gendarme appena al di là del confine, durante una manifestazione a favore dei migranti che, lungo la cosiddetta “rotta delle Alpi”, valicano la frontiera franco-italiana.


“Chi tratta con la mafia viene assolto, chi fa solidarietà condannato”
Non è mancato chi, giustamente, ha fatto notare come la gravità del caso non stia solo nella sentenza, ma anche nel contesto in cui questa è stata pronunciata: in particolare lo squilibrio tra la pena inflitta a Lucano e quelle recentemente (spesso non) inflitte a chi, invece, ha fatto accordi con le mafie. Proprio su questo punto si è concentrata la denuncia del movimento OurVoice, presente alla manifestazione. “Giusto qualche giorno fa c’è stata un’altra condanna in Calabria”, ha ricordato un attivista del movimento, “quella contro Marco Siclari, senatore di Forza Italia che è stato condannato a 5 anni e 4 mesi per scambio elettorale politico mafioso: sembra che lo Stato suggerisca che sia più conveniente fare accordi con la mafia piuttosto che non restare indifferenti di fronte a chi ha bisogno di aiuto”. La denuncia di Our Voice è continuata anche evidenziando come, proprio qualche giorno fa, si sia commemorata la Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, ennesimo sintomo di ipocrisia del Parlamento italiano che, nel 2016, l’ha istituita: “L’immigrazione non si risolve con la memoria, ma con le azioni concrete come quelle compiute da Mimmo Lucano”. Sulla stessa linea, altre associazioni hanno sottolineato come la condanna contro Lucano sia arrivata a poche settimane di distanza dalla sentenza d’appello del processo sulla Trattativa Stato-mafia, la quale ha visto l’assoluzione dei tre carabinieri coinvolti, non perché “il fatto non sussiste” ma perché, inspiegabilmente, “non costituisce reato”. La dissonanza tra le due sentenze è effettivamente molto forte. Il punto di arrivo del corteo è stato dunque il Consiglio Superiore della Magistratura, di fronte a cui la folla ha manifestato il proprio malcontento per la sentenza contro l’ex sindaco di Riace. “Se la legge non è uguale per tutti, la resistenza diventa dovere”, l’ultima frase pronunciata prima della conclusione della giornata.

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