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Questo secolo che stiamo vivendo vanta le più avanzate tecnologie: comunicazione a velocità mai viste prima, connessioni internazionali. Vanta le dichiarazioni universali per i Diritti umani, la fine della guerra e i trattati tra paesi per la pace. I portavoce del potere, i controllori del sistema, si sentono orgogliosi del lavoro svolto, esultano per il loro acclamato sforzo, chiedono pazienza per tutto quello che ancora manca e cooperazione alla popolazione comune. Gli anni del Secolo, dei secoli, trascorrono. Presidenti, rappresentanti, ministri, intellettuali, impresari, capitalisti e potenti uomini in cravatta si incontrano per fare il punto della situazione: cosa manca, cosa bisognerebbe migliorare. Sorridono senza pudore per il loro presunto altruismo, si stringono le mani, promettono un paio di briciole al popolo e soddisfatti vanno a dormire. 

Mentre lì, nell'ombra, nella parte che è meglio omettere nei libri di storia, ci sono alcuni milioni di persone. I dominanti parlano, mentre tutta quella gente continua a cadere preda nelle distinte reti atroci, che loro stessi reggono. Il narcotraffico, la tratta, lo sfruttamento in tutte le sue forme. Gli affari che introducono denaro nel sistema, ma sempre meglio essere discreti, sono sempre presenti e in aumento in questo nostro Secolo. 

Oggi, nella Giornata Internazionale contro lo Sfruttamento Sessuale e la Tratta di Persone, le cifre spaventose riflettono la realtà di oggi. 

Solo nel nostro paese, l’Argentina, tra il 2008 e 2019 sono state soccorse 14.505 vittime (secondo il Piano Nazionale Antitratta -Programa Nacional de Rescate-). Le cifre più significative riguardano lo sfruttamento sessuale. Il rapporto Annuale del 2014 dimostra che, dei casi di tratta indagati, il 69% è legato allo sfruttamento sessuale. Un altro dato estremamente importante è che il 73%  è contro le donne. 

Fa male, ma non sorprende, perché in un mondo capitalista l'avarizia è cieca e vorace. Non c'è costo morale né umano che valga di fronte al desiderio di accumulare denaro, e così i corpi diventano merce di scambio: un bene che si può comprare e vendere. Approfittano di una società maschilista che il sistema sostiene per trarre vantaggio dalla visione di inferiorità con cui si vede la donna.  È così che i corpi delle donne sono sequestrati per essere venduti e fatti prostituire, contro volontà, per soddisfare i desideri altrui. 

La tratta di persone è il terzo crimine che muove più denaro nel mondo. Secondo un rapporto della Procelac, solo in 12 processi giudiziari, che rappresentano una percentuale infima, la Giustizia ha rilevato che le reti dei trafficanti, in Argentina, hanno ottenuto guadagni per oltre 130 milioni di pesos (circa 570.000 euro) dallo sfruttamento sessuale di donne. 

Questo lauto guadagno spiega con chiarezza perché esiste tanta complicità. Sono molti i casi ormai noti: uno dei primi venuti alla ribalta fu quello della giovane tucumana Marita Verón, rapita nel 2002 e tuttora dispersa. Questo caso ha dimostrato la complicità di protagonisti legati alla polizia, alla politica e alla giustizia, che hanno occultato chi la sequestrò e la tenne prigioniera. 

Possiamo ricordare anche il caso di Alika Kinan, nota sopravvissuta alla tratta salvata in Ushuaia ed oggi attivista, che denunciò come lo Stato municipale fu responsabile di agevolare le attività che sfruttano sessualmente le donne. Ha confermato che, così come era stato denunciato, nella città di Ushuaia era in vigore un'ordinanza che regolava l'attività delle donne sfruttate, chiamandole “alternadoras" ossia vittime di tratta che si prostituivano. 

Un altro dettaglio sul quale soffermarci è che, delle 14.505 vittime sopra menzionate, il 51% erano straniere. Persone che si trovano in situazione di vulnerabilità, carenti di opportunità di lavoro e che cercano migliori condizioni di vita in altri paesi, sono crudelmente ingannate, per mezzo di promesse false di lavoro e sofisticati inganni. Se non sono sottomesse a sfruttamento sessuale, lo sono a sfruttamento lavorativo, che è la seconda causa di sottomissione alle reti di tratta, il 31% nel 2014. Nel mondo continuano ad aumentare la povertà e la disuguaglianza, e la disperazione per uscire da quelle situazioni porta le persone a situazioni di vulnerabilità e, quindi, facilmente esposte allo sfruttamento. Come aspettarsi qualcosa di diverso se teniamo conto della marginalità nella quale si trova una gran percentuale di persone del continente? Disoccupazione, povertà, salari irrisori, mancanza di istruzione e di accesso all'informazione, condizioni di lavoro disumane. L’America Latina è la culla della vulnerabilità, la sua gente è esposta e abbandonata a sé stessa. 

Nè la Legge Nazionale Nº 26.364 del 2008 né le successive modifiche alla legge Nº 26.842 del 2012, sono servite a far diminuire i casi in Argentina. Non esistono politiche pubbliche concrete da applicare, quelle attuali sono inefficaci ed insufficienti. Lo Stato dovrebbe garantire, in prima istanza, l'assistenza psicologica, economica e sociale ai sopravvissuti alla tratta, indipendentemente della loro nazionalità e sempre in una prospettiva di genere e di diritti umani, impegnandosi nel loro reinserimento sociale e lavorativo, offrendo formazione se il caso lo richiede.

Deve essere garantito loro (alle vittime e a ogni persona, in realtà), l'accesso all'abitazione, all'educazione, al lavoro e alla salute. È anche importante facilitare le procedure di permessi di residenza per i migranti vittime di tratta che vogliano rimanere nel paese e, smettere di porre ostacoli alla migrazione regolare in quei paesi che presentano complicazioni. Per smantellare le reti è necessario che le indagini siano condotte da organismi indipendenti di cui facciano parte le vittime, le organizzazioni sociali, femministe e per i diritti umani, che agiscano in modo indipendente dallo Stato e dai partiti che lo gestiscono, per evitare sempre la corruzione e complicità, sempre presenti. 

Soprattutto cambiare questo sistema che gira attorno a un esercito di vittime, sfruttate a fine di lucro, sfruttate nel loro abbandono. Vincere contro il potere, che gestisce affari milionari, contro gli uomini abbienti e potenti, contro i complici garanti dei loro affari, che  si riuniscono tanto per parlare senza concludere niente di importante. 

Lottare affinché i prossimi anni siano più umani, più solidali, senza privilegi di classe, né di potere concentrato in poche mani; anni dove tutti possiamo sentirci orgogliosi all’unisono, nei secoli dei secoli, vittoria.

Foto di copertina: ellitoral.com

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