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Programma "Verdadera Justicia del Cile"

Intervista a Giorgio Bongiovanni, direttore di Antimafia Duemila e ai giovani di Our Voice: Sonia Bongiovanni, Matías Guffanti e Benjamín Alvial

L’11 settembre del 1973 rappresenta un punto di svolta per il Cile nella sua storia. Quel giorno un esercito terroristico ha fatto irruzione nel Palazzo della Moneda all'interno del quale il suo presidente, Salvador Allende, è stato prelevato, fatto prigioniero ed in seguito assassinato. Il gruppo armato era sotto il comando del generale Augusto Pinochet, fino a quel momento leader delle Forze armate del Governo, che, con la partecipazione della CIA, organizzò un’azione congiunta con altri eserciti terroristici a livello regionale. La violenza ed il terrore invasero le strade del Cile e fiumi di sangue e morte si fecero strada.
Per ricordare l'importanza della figura di Allende ed il sequestro, la tortura ed il successivo assassinio del musicista attivista Víctor Jara, il programma cileno "Verdadera Justicia", condotto da Claudio Rojas e Cecilia Bartholin, ha intervistato il direttore di ANTIMAFIADuemila, Giorgio Bongiovanni, la direttrice del Movimento Culturale Internazionale Our Voice, Sonia Bongiovanni, il Coordinatore di Our Voice in America latina, Matías Guffanti, ed il membro di Our Voice, il cileno Benjamín Alvial.
Il giovane Alvial ha espresso come, secondo lui, il popolo dovrebbe affrontare quello che si è lasciata dietro la dittatura a partire da quell'11 settembre, e che ancora oggi continua a generare rivolte sociali: "I cileni hanno due grandi responsabilità; riconoscere tutti i delitti commessi dal Governo contro il proprio paese ed investigare e denunciare tutte le ingiustizie che ci saranno in questo processo - di costruzione di una nuova Costituzione - e nel futuro. Come società abbiamo questa responsabilità".
Sonia Bongiovanni ha parlato della lotta che attualmente portano avanti centinaia di migliaia di cileni per le strade, lotta iniziata con una protesta studentesca che ha portato alla creazione di una Commissione Costituente che ha il compito di creare una nuova carta magna: "È un risultato a livello internazionale che la Costituzione di Pinochet sia stata distrutta per sempre grazie al popolo", ha dichiarato. "Dobbiamo cercare di sentire come viene vissuta in Cile quella lotta". Inoltre ha ricordato Salvador Allende, "che sentiamo come un padre, come un compagno”.
"La figura di Allende, le sue idee, e le idee di tutti i martiri, oggi la vediamo nella gioventù, nella gente che incarna oggi la ribellione di quegli anni”.
Ha ricordato anche Víctor Jara, sequestrato quello stesso 11 settembre e, dopo essere stato torturato e mutilato, infine ucciso il 16 settembre di quello stesso anno. Ha ricordato anche la sua vicinanza alla moglie e la figlia di Victor che il gruppo ha incontrato in Cile e con i quali sono ancora in contatto.
Da parte sua, Matías Guffanti ha collegato i fatti di quel giorno con la lotta sociale cilena attuale. “Credo che Salvador Allende era profondamente cosciente che il suo assassinio avrebbe rappresentato la continuità di questa lotta politica che oggi continuiamo a vedere nelle strade. La storia del Cile cominciò a cambiare proprio con l'assassinio Allende e lo stiamo vedendo oggi con la nascita della nuova Costituzione”.


trasporto del corpo salvator allende da gapchile com

Pompieri e militari trasportano il corpo di Salvador Allende a La Moneda


“Bisogna riformare i partiti tradizionali per dare vita a una nuova cultura". Ha parlato di "una rivoluzione permanente, con la quale sogniamo", e che qualsiasi cosa si possa costruire “dallo Stato o dalla società deve avere come base quella nuova coscienza”.
Guffanti ha annunciato che Our Voice parteciperà il 28 settembre a un festival in omaggio a Víctor Jara, organizzato dalla fondazione cilena che porta il suo nome.
"La lotta per la memoria (...) non è parlare della memoria tanto per parlare del passato bensì per parlare del presente", ha detto. Per il coordinatore di Our Voice in America Latina quanto sta avvenendo in Cile è una “costante rivoluzione, indipendente dai poteri imperialisti internazionali dell'America Latina, che affronta tutti i problemi mondiali nell'unione di tutti i popoli”. Come latinoamericani “possiamo farla divenire realtà dal nostro spazio e da quella nuova coscienza, senza fare riferimento ai partiti tradizionali" che hanno ridotto il paese in un luogo “pieno di ingiustizie, pieno di odio”. “Noi siamo i rappresentanti della democrazia, di questa rivoluzione”.
Da parte sua, il giornalista Giorgio Bongiovanni ci ha reso partecipi del suo sentimento "verso la rivoluzione che per noi ha in Víctor Jara uno dei massimi punti di riferimento", per poi dire con enfasi: “Mai più stadi pieni di soldati con i mitra che reprimono gli intellettuali, la filosofia, la cultura, la letteratura, la democrazia, la libertà”.
"Continuiamo a lottare perché il fantasma del fascismo, del nazismo, non è scomparso. I governi dell'Europa e dell’ovest in generale, degli Stati Uniti, e persino del Sud-America continuano a conservare i fantasmi del fascismo nelle loro vene. Lo fanno con leggi inopportune, discriminatorie, xenofobe. Lo fanno reprimendo", ha affermato Bongiovanni.
"In Cile la polizia ha esercitato la repressione con metodi fascisti, e questo non dipende dal pinochetismo o dai seguaci di un delirante potente del passato, dipende dall'oggi, dipende dai governatori che oggi si vestono con l'abito della democrazia ma in realtà continuano ad essere fascisti, nazisti. Il popolo si deve sollevare, ma non con le armi. Ammiro moltissimo il popolo cileno, piango quando un milione di persone cantano con gli artisti cileni; il popolo unito non sarà mai vinto. Bisogna essere di più, voi per noi siete un emblema, un insegnamento per spingere il nostro popolo italiano che dorme, instupidito, e continua a credere - purtroppo dico, non perché sono arrabbiato, ma perché lo vedo - a questi fascisti.
Sta resuscitando, sta risorgendo l'idea fascista nei governanti, quelli che vogliono comandare. C'è una ragione, perché non sopportano la rivoluzione del popolo che sta rinascendo; la rivoluzione dei giovani, la rivoluzione intellettuale, artistica, la rivoluzione degli scrittori, della gente come voi che gridano. Resuscita nelle loro menti deliranti ed assurde come unico modo per reprimere e farci tacere: il fascismo, il nazismo, quello che purtroppo Pinochet incarnò come Mussolini, Hitler, ed ora il vostro presidente vuole imitare in questo modo quelle idee nefaste. Avanti popolo, dobbiamo resistere, dobbiamo dare anche la vita affinché i nostri bambini, i nostri giovani, non debbano sopportare più, un'altra volta ancora, una persecuzione e la morte, come quella che sopportò Víctor Jara e gli altri martiri del vostro paese, del nostro paese e del mondo”.

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