"Per noi la prima preoccupazione è il sostegno alle milizie, ad attori non statali nella regione, prima di tutto gli Houthi ma non solo: abbiamo visto l'Iran sostenere le milizie di Hezbollah in Iraq. In Yemen continua a fornire armi, tecnologia missilistica, droni, ma anche armi convenzionali. Vogliamo vedere un cambiamento rispetto a questo approccio". A dirlo è il principe Faisal bin Farhan Al Saud, ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita, in un’intervista di qualche giorno fa a La Repubblica a margine del vertice del G20, commentando l'apertura del nuovo presidente iraniano Raisi alla possibilità della ripresa delle relazioni diplomatiche con i sauditi. "Ciò che è importante per noi è l'azione sul terreno. Speriamo che l'Iran possa dimostrare attraverso i fatti che è impegnato a garantire sicurezza e stabilità nella regione" aggiunge, sottolineando che, per quanto riguarda le trattative a Vienna per il rinnovo dell'accordo sul nucleare, "è fondamentale che affrontiamo sia la minaccia nucleare sia la questione dei missili balistici. Può avvenire con i colloqui di Vienna o con altri meccanismi, ma è importante che inquadriamo tutto il problema, non una parte. Ma ora siamo anche molto preoccupati dal fatto che il monitoraggio dell'Aiea non sta andando avanti". Riguardo poi all'embargo di armi a Riad approvato dal Parlamento italiano nei mesi scorsi, il ministro sottolinea "che non ci sono state tensioni: eravamo scontenti per la decisione. Ogni rapporto si deve basare sulla fiducia, quando questa non c'è possono sorgere difficoltà. Nonostante ciò abbiamo un'ottima relazione con l'Italia. Siamo un Paese che ha l'obbligo di difendersi e ci procuriamo i mezzi dove possibile: speriamo che l'Italia possa essere una delle fonti che possano aiutarci a proteggere la nostra sicurezza".
Arabia Saudita: ''In negoziati con Iran anche missili balistici''
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