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Il prossimo 24 giugno, il giudice di legittimità dovrà pronunciare il suo verdetto, giunto in Cassazione, come prevede la normativa dello Stato italiano, sui crimini contro l'umanità, commessi contro 38 italo-americani, durante i tenebrosi anni delle dittature del Cono Sud.
Sono già stati condannati all’ergastolo, con sentenze in primo e secondo grado, 24 repressori, tra cui sette militari del Cile, tredici dell'Uruguay, tre del Perù ed uno della Bolivia. Paesi questi che, come dimostrato in diversi processi, hanno collaborato attraverso i propri servizi segreti in modo congiunto nella repressione dei movimenti politici antiregime.
Tra i condannati si trovano il repressore uruguaiano Jorge Néstor Troccoli ed il generale argentino Carlos Laidlaw, già direttore della Segreteria di Intelligence dell'Argentina, durante la dittatura e accusato di essere uno dei coordinatori del Piano Condor.
Sul caso Laidlaw, ha indagato l'avvocato italiano Arturo Salerni (insieme al suo staff), come difensore di Silvia Beatriz Potenza, familiare di uno dei desaparecidos, il cui mandante si ritiene sia questo generale: il cittadino argentino José Agustín Potenza. Questi e la sua compagna Rafaela Filippazzi furono sequestrati in Uruguay, a maggio del 1977, e da lì ebbe inizio il loro drammatico percorso, che li avrebbe condotti fino alla morte.
Dopo essere stati rinchiusi nel centro clandestino di detenzione e tortura dei Fusileros Navales (FUSNA), diretto da un altro degli accusati nel processo Condor, il marine uruguaiano Jorge Néstor Troccoli, furono trasferiti in Paraguay, dove infine vennero uccisi. In quel periodo, precisamente il militare Laidlaw era a capo del SIDE (Servizi segreti argentini), mentre i resti del compagno scomparso furono trovati, nel 2016, in Paraguay, in una fossa comune. Da premettere, che la magistratura italiana ha già in mano il fascicolo redatto dall'avvocato Salerni, riguardo Potenza e la sua compagna, che include tra le altre testimonianze, quelle di diverse persone scomparse.
La sentenza sarà resa nota a partire dalle dieci del mattino, in data 24 giugno, in base ad essa si deciderà sull'accoglimento o rigetto dei ricorsi presentati dagli imputati condannati in appello. Non tutti però hanno presentato ricorso contro la sentenza della Corte d’Appello, ma i nomi dei carnefici non sono ancora stati resi noti, dato che in concreto per loro è già confermato l'ergastolo.

Foto di copertina: www.subrayado.com

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