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Our Voice in piazza: “Governo e stampa mainstream complici di Israele”. Venerdì i presidi di migliaia di cittadini sotto le sedi Rai di tutta Italia

Sono ormai passate oltre 48 ore dalla tregua raggiunta tra Israele e il movimento di resistenza islamista Hamas e mediata dall’Egitto. Le sirene non squarciano più la quiete in Terra Santa e il frastuono dei missili che si infrangono al suolo sta diventando piano piano un indelebile ricordo.
Ma il bilancio delle vittime, specie da parte palestinese, è drammatico seppur l’offensiva israeliana, denominata “Guardiano delle Mura”, è durata solo 11 giorni: 230 i morti, di cui 65 bambini, 39 donne e 17 anziani. I feriti, comunica il ministero della Sanità di Gaza, sono saliti a 1710 e gli sfollati toccano quota 60mila. Numeri sconvolgenti che fanno riflettere e che sono motore per una richiesta di giustizia ancora più vigorosa da parte della società civile mondiale che, giustamente, non vuole abbassare la soglia dell’attenzione dopo il cessate il fuoco. Da Milano, a Roma fino a Palermo il coro di chi ha cuore la difesa dei diritti umani è continuare a resistere. Nel capoluogo siciliano ieri pomeriggio si sono presentate in piazza, davanti al monumentale Teatro Massimo, decine di cittadine e cittadini per una manifestazione a sostegno del popolo palestinese e in particolare dei “ghazawi” (gli abitanti di Gaza). Tra loro anche il Movimento Culturale Internazionale Our Voice. “L’esodo del popolo palestinese non è stato causato dallo Stato di Israele inteso come tale ma dall’intera entità sionista che lo ha creato nel 1948”, ha detto Jamil El Sadi, giovane attivista italo-palestinese del Movimento. “Il nostro popolo viene represso da più di 70 anni e questo è inaccettabile”, ha aggiunto. Una repressione che avviene sotto gli occhi indifferenti e cinici della comunità internazionale, dei media e della classe dirigente globale e italiana. “I più grandi quotidiani mainstream hanno difeso Israele. E anche la Rai. E’ una vergogna. Nessuno di noi palestinesi a cui è stato invitato a parlare in Rai. Non c’è stato contraddittorio, ma una narrativa unilaterale”. Anche la politica oggi in Italia “è collusa con Israele”, ha affermato. “Da Matteo Salvini a Enrico Letta destra e sinistra in questo senso hanno trovato un punto in comune ed è il sostegno all’entità sionista”. “L’Italia è un Paese complice delle centinaia di morti nella Striscia di Gaza”, ha detto Sonia Bongiovanni, leader di Our Voice prendendo il microfono subito dopo. “Noi con il patto di scambio commerciale con Israele finanziamo la produzione di quelle bombe. L’azienda Leonardo fornisce elicotteri a Israele che vengono impiegati nella Striscia di Gaza. Siamo un Paese occupato dagli Stati Uniti, Stato che per primo finanzia con miliardi Israele. L’articolo 11 della nostra Costituzione, figlia del sangue partigiano come partigiani sono oggi i palestinesi, recita che l’Italia ripudia la guerra. Noi esigeremo al nostro governo di esprimersi e boicottare Israele. E’ il momento - ha detto la direttrice del Movimento - di unire le lotte e che nessuno resti più indifferente, il nostro silenzio permette quelle morti. La Palestina continuerà a risorgere come ha sempre fatto”, ha concluso.


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Le mobilitazioni sotto le sedi RAI
Nel frattempo ieri si sono contemporaneamente svolte delle manifestazioni sotto le sedi della Rai in varie città d’Italia: Roma, Milano, Torino, Cagliari, Napoli, Bologna, Genova e Firenze. Ai presidi hanno partecipato migliaia di persone in totale. Il motivo sono stati gli imbarazzanti servizi sulla Palestina si è abbiamo assistito in queste settimane: una dimostrazione lampante di quanto la principale società radiotelevisiva italiana sia lontana dall’essere un “servizio pubblico”, ossia lontana dall’informare con onestà ed imparzialità noi contribuenti. Non è la prima volta che i cittadini, soprattutto giovani, decidono di organizzare presidi nazionali sotto la Rai: era già successo ad inizio aprile per protestare contro il linguaggio razzista e sessista che, troppo spesso, trova spazio nella nostra televisione. Gli appelli dei dimostranti a Milano hanno raggiunto buoni risultati oltre alla grande partecipazione. Una delegazione di giovani, tutte ragazze, è stata infatti ricevuta da giornalisti Rai. “Abbiamo consegnato loro una lettera in cui denunciamo il modo in cui la Tv di Stato ha trattato quello che accadeva in palestina in queste settimane e ci è stato detto che la nostra missiva sarà fatta arrivare al direttore Rai Marcello Foa, ha detto Dalia Ismail, membra del direttivo dei Giovani Palestinesi d’Italia. Quello che è certo è che nonostante l’attività di disinformazione di certa stampa e le tacite connivenze della sfera politica italiana con Tel Aviv, la società civile si è risvegliata nelle scorse settimane in tutto il mondo chiedendo il riconoscimento dei diritti per il popolo palestinese e la sua terra.

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