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Ingresso vietato a 8 funzionari

Non si è fatta attendere la risposta della Russia a seguito delle nuove sanzioni, considerate "atti ostili", varate dagli Stati Uniti contro la Federazione per la presunta interferenza nelle elezioni dell'anno scorso, le attività di hackeraggio e l'aggressione contro Ucraina e Crimea. La contromossa annunciata dal ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, riguarda l'espulsione di 10 diplomatici del Paese nordamericano e altre misure.
E' stato al contempo "consigliato" all'ambasciatore americano, John Sullivan, di rientrare a Washington per consultazioni "serie e dettagliate"; ha sanzionato otto alti funzionari statunitensi a cui non sarà permesso di entrare nel Paese ovvero: il direttore del FBI, Christopher Ray, la direttrice dell'intelligence nazionale statunitense, cioè della CIA, Avril Haynes e poi ancora il procuratore generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, il direttore dell'Ufficio federale delle prigioni degli Stati Uniti, Michael Carvajal, il segretario per la sicurezza interna degli Stati Uniti, Alejandro Mallorcas, la consigliera del presidente Usa per la Politica interna, ex rappresentante permanente presso le Nazioni Unite e assistente alla sicurezza nazionale, Susan Rice. Quindi l'ingresso è stato chiuso anche per l'ex assistente del presidente degli Stati Uniti per la sicurezza nazionale e rappresentante permanente alle Nazioni Unite, John Bolton, e per l'ex direttore della CIA, Robert Woolsey.
Lavrov ha anche annunciato che la Russia metterà fine alle attività di fondazioni e Ong finanziate dagli Usa, ritenute un'"interferenza negli affari interni" della Russia. Inoltre sarà negato alla sede diplomatica Usa di assumere cittadini russi e di terzi Paesi come staff di supporto.
Ma non finisce qui. Perché Lavrov ha anche dichiarato che "nel caso i nostri scambi di convenevoli dovessero continuare chiederemo agli americani di portare il numero dei loro diplomatici, responsabili dei rapporti bilaterali con la Russia, in conformità con il nostro staff all'ambasciata e nei due consolati generali" negli Stati Uniti.
Secondo il ministro degli Esteri, negli Stati Uniti si trovano 450 diplomatici russi. Di questi, 150 lavorano alla missione permanente presso l'Onu e 300 nell'ambasciata presso gli Stati Uniti e nei consolati. E in Russia vi sono 450 diplomatici americani.
Nonostante l'escalation diplomatica, però, Vladimir Putin non rinuncia alla possibilità di sedersi da pari al tavolo con Biden nel summit bilaterale proposto dal presidente americano in un Paese terzo. Sia il Cremlino che il ministero degli Esteri hanno detto che valutano in modo "positivo" la proposta e si stanno studiando i dettagli. Intanto anche Helsinki si è proposta di ospitare il faccia a faccia tra i due leader.

Foto © Imagoeconomica

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