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Anche da Kiev preoccupati: "Mosca pensa a possibile trasferimento di testate nucleari in Crimea"

L'Alleanza atlantica è in allarme per l'accumulo di truppe della Russia al confine con l'Ucraina orientale.
Il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg (in foto), assieme al segretario americano alla Difesa, Lloyd Austin, in visita oggi al quartier generale alla Nato, a Bruxelles, ha "condiviso" la "preoccupazione per il recente dispiegamento di forze russe al confine con l'Ucraina". "Abbiamo assistito al massiccio dispiegamento di forze armate, il più grande dal 2014. Ieri abbiamo incontrato il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, qui alla Nato e gli alleati hanno espresso un forte sostegno, politico e pratico all'Ucraina, e hanno anche affermato chiaramente che la Russia deve porre fine alla sua mobilitazione militare lungo i confini, fermare le provocazioni e ridurre l'escalation", ha spiegato Stoltenberg nella dichiarazione congiunta alla Stampa.
Gli alleati, che hanno ripetutamente etichettato i movimenti delle truppe come "provocatori" e "aggressivi", hanno chiesto che la Russia si ritiri o almeno spiegi. L'Ucraina non è un alleato della Nato, ma aspira all'adesione nonostante le feroci obiezioni di Mosca, che non vuole vedere un un pezzo dell'ex Unione Sovietica passare sotto il cappello dell'Alleanza. I rapporti di Mosca con gli Stati Uniti sono scesi a un nuovo minimo dalla Guerra fredda, il mese scorso, dopo che Biden ha definito Putin un "assassino" e il Cremlino ha richiamato il suo ambasciatore a Washington per consultazioni. Il diplomatico non è ancora tornato. Mosca ha insistito per un maggiore dialogo, ma poi è seguito un rimpallo diplomatico che ancora continua. Anche ora che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha proposto di incontrare il presidente Vladimir Putin in un Paese terzo. "È ancora troppo presto per parlare di questo incontro in termini concreti. È una nuova proposta e sarà studiata", ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, aggiungendo che se ne parlerà oltre. Attraverso canali diplomatici. Canali davvero accidentati.
Nel frattempo anche il ministro della Difesa ucraino, Andriy Taran, ha accusato la Russia di considerare il possibile trasferimento di armi nucleari in Crimea. Taran ha anche anticipato "sostanziali provocazioni militari" dei russi in Crimea nei prossimi mesi e denunciato la presenza di 110mila militari russi (56 gruppi tattici delle dimensioni di un battaglione) alla frontiera con l'Ucraina. "In Crimea si stanno predisponendo le infrastrutture per consentire la possibilità di immagazzinare armi nucleari", ha affermato, parlando di fronte alla sottocommissione difesa del Parlamento europeo.
Parole che certamente non contribuiscono a stemperare il clima rovente che da qualche settimana si sta alimentando tra le due forze.

Foto © Imagoeconomica

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