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La storia dei test nucleari effettuati dalla Francia in Polinesia è lunga e dolorosa. Oggi, i conteggi ufficiali riportano 193 esperimenti, di cui 46 atmosferici, realizzati tra il 1966 e il 1996.
A dare inizio a questa serie di delitti fu l’operazione Aldébaran, scattata alle 5:34 del mattino del 2 luglio 1966, al largo dell’atollo di Mururoa. Consisteva nel rilascio di un ordigno di una potenza pari a 30 chilotoni, notevolmente maggiori rispetto ai 18 della bomba sganciata ad Hiroshima.
Parigi ha sempre presentato al mondo questi test come “puliti”, seppure per lo più venissero mantenuti segreti.
L’agenzia investigativa Discose, in collaborazione con il programma Science & Global Security dell’università di Princeton negli Stati Uniti, ha cercato, però, di ricostruire l’effettiva natura di questi esperimenti e la loro pericolosità, nei “Mururoa Files”.
I risultati dell’indagine, pubblicati il 9 marzo scorso, documentano come, in realtà, la Francia abbia sempre sottovalutato l’impatto delle radiazioni sull’ambiente e sulla popolazione locale. L’inchiesta è frutto di un lavoro durato due anni. Al suo interno troviamo le informazioni contenute nei documenti militari decretati nel 2013, insieme ad ulteriori testimonianze e perizie scientifiche.
Nel reportage di Discose emerge che nella terra e nelle acque della laguna e dei fiumi sono presenti alti livelli di radioattività, a causa delle piogge radioattive generate dalle nubi a fungo.
Le popolazioni locali non erano state avvertite di questo grave pericolo e hanno continuato per molto tempo a raccogliere e bere l’acqua piovana.
Nel 2006, il Commissariato francese per l’energia atomica (CEA) aveva pubblicato uno studio sulla valutazione delle dosi di radiazione, ma l’inchiesta dell’agenzia investigativa ha riscontrato numerosi errori ed emissioni. “Abbiamo lavorato a partire dagli stessi dati, raccolti dal Servizio di sicurezza radiologica all’epoca del lancio, ma secondo i nostri calcoli - scrive Disclose -, le stime del CEA relative ai depositi al suolo sono state sottovalutate di più del 40%”. Il Commissariato non ha preso in considerazione i depositi totali, bensì solo quelli registrati nel giorno stesso della realizzazione dell’esperimento.
Discose riporta che diverse forme di cancro, alla tiroide, al seno, ai polmoni, ma anche leucemie e linfomi rilevati nella popolazione locale potrebbero essere esito diretto delle operazioni condotte da Parigi. Eppure, secondo le autorità francesi, i test eseguiti non hanno avuto “conseguenze per la salute” degli abitanti delle zone interessate.
Anche l’Inserm (Istituto nazionale per la salute e la ricerca medica) insiste con la retorica proposta dal CEA. Il 18 febbraio ha pubblicato, infatti, uno studio commissionato dal ministero francese della Difesa, nel quale conclude che non ci sono dati sufficienti “per stabilire un legame solido tra l’esposizione alle radiazioni ionizzanti provenienti dalle ricadute radioattive e la frequenza delle patologie” esistenti.
Nel reportage viene condiviso, inoltre, un rapporto medico francese, consegnato al governo polinesiano nel 2020. Secondo questa relazione, “la presenza di un cluster di tumori alla tiroide al livello delle isole esposte a ricadute durante i lanci atmosferici, soprattutto alle isole Gambier, lascia pochi dubbi sul ruolo delle radiazioni ionizzati” nell’insorgenza dei tumori.
Nonostante le numerose prove dei danni causati, soltanto 63 polinesiani hanno ottenuto un risarcimento dal Civen, organismo incaricato di indennizzare le vittime civili e militari dei test nucleari.
All’interno dell’inchiesta vengono analizzati nel dettaglio le operazioni Aldébaran (1966), Encelade (1971) e Centaure (1974). Secondo la ricostruzione di Discose, solo nell’operazione Centaure, “circa 110 mila persone sono state esposte alla radioattività, ovvero quasi la totalità della popolazione degli arcipelaghi all’epoca”.
Quello portato alla luce dall’inchiesta “Mururoa Files” è solo uno dei tanti delitti commessi dai paesi europei nei confronti dell’ambiente e delle popolazioni native.
Nel corso della storia l’Europa si è macchiata di orribili crimini, con il solo scopo di aumentare il proprio potere e la propria ricchezza. I test nucleari operati dalla Francia in Polinesia non sono che un esempio palese.
Ancora oggi Parigi non ha risarcito la maggior parte delle persone danneggiate e rimane impunita, così come è successo e succede d’altronde nei confronti di tutto l'Occidente che nella storia ha distrutto e sfruttato territori del mondo per i propri vantaggi economici.

In foto: è la terza immagine di una serie del test termonucleare di Licorne nella Polinesia francese. Una scansione di una copia cartacea (restaurata digitalmente) di una foto scattata dall'esercito francese che poteva essere acquistata a Tahiti in quel momento © Pierre J.

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