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A stabilirlo il Consigliere comunale Jorgelina Vera che lo aveva querelato per diffamazione, ingiurie e calunnie

Nelson Maciel: “Non lasciatemi solo, voglio che siate con me, che mi state accanto”

La mattina di venerdì 22 gennaio, il giovane paraguaiano Nelson Maciel ha confermato in conferenza stampa di fronte al Palazzo di Giustizia nella città di Encarnación, Paraguay, che il consigliere comunale di Mayor Otaño, Jorgelina Vera, ha ritirato la denuncia che lo convocava quello stesso giorno a processo per diffamazione, ingiurie e calunnie. La denuncia era in reazione ad un'accusa fatta da Maciel nel 2019 insieme a un gruppo di studenti che segnalavano come responsabili della sottrazione di 8 milioni di guaranì dai fondi del FONACIDE (Fondo Nazionale di Investimento Pubblico e Sviluppo), e dal Comune di Vera, il consigliere comunale Darío Saenger, il presidente della ‘Seccional Colorada’ Leonardo Sánchez e il sindaco Pedro Chávez.
“… La giustizia paraguaiana non sta punendo questo individuo che si fa chiamare autorità del popolo. È un sindaco, ma la giustizia non lo sta punendo", ha dichiarato Maciel.
"La stessa Corte dei Conti della Repubblica aveva specificato in un documento ufficiale la somma di 8 milioni di danno patrimoniale solamente nell'anno 2017. Nel 2019 in una speciale e immediata revisione dei conti su 8 mesi, si è comprovato un danno di circa 4.263 guaranì, irregolarità nell'amministrazione municipale riscontrate in 29 punti. Più di 5 mila milioni in soli due anni, da ricordare che sono 6 anni di governo di questo sindaco comunale".
Lo studente della Facoltà di Diritto Nelson Maciel ha quindi insistito che la Giustizia in Paraguay è selettiva e discriminatoria: “la giustizia paraguaiana in realtà non è giustizia, è ingiustizia”.
Sul ritiro dell'accusa da parte di Vera, il giovane ha detto che "il Consigliere comunale non è riuscito a sostenere l’accusa contro di me. Ha preso una giustissima decisione, perché querelandomi non solamente attenta contro la società paraguaiana, ma contro tutta la gioventù paraguaiana che cerca il cambiamento, non il cambiamento a livello partitico, ma il cambiamento sociale. Noi stiamo dietro la verità, ed io celebro la buona decisione del consigliere comunale". E ancora: "Non finisce qui, il fatto che sia stata ritirata la denuncia non significa che io debba tacere, mi siedo e incrocio le braccia. Io vado avanti, e continueremo a denunciare come abbiamo fatto nei suoi confronti. Se mi vuole querelare non c'è problema, ma (questo) va avanti, fino alla fine”.
Per Nelson Maciel, l'annullamento di una delle denunce è una vittoria. Con una serenità ammirevole ha espresso il suo punto di vista sul perché i quattro politici da lui denunciati pubblicamente lo hanno portato dinnanzi alla giustizia: "Io considero questo molto importante per la cittadinanza perché l'obiettivo di queste persone che mi hanno denunciato non era quello di insegnarmi come fare una manifestazione, cosa devo dire, come si fa; no. Quello che loro pretendevano era farmi tacere e dare una lezione a tutta la gioventù e la società paraguaiana che non deve alzarsi contro la corruzione, contro i corrotti, perché potrebbe succedere loro quello che poteva succedere a Nelson in questo processo. E ancora con più fermezza ha aggiunto: "Io considero che è motivo sufficiente per festeggiare, per continuare ad alzarci, per continuare a lottare contro la corruzione e contro quelle autorità che malversano le risorse municipali, dipartimentali, e anche nazionali”.
D'altra parte, ha assicurato che Leonardo Sánchez gli aveva detto per telefono che avrebbe ritirato le denunce a suo carico. La causa "è ancora aperta, ma mi ha promesso che ritirerà la denuncia a suo carico", ha commentato ai giornalisti che lo intervistavano all’ingresso del Palazzo di Giustizia. “Spero che anche lui segua l'esempio del Consigliere comunale Jorgelina e desista perché perderebbe nel processo, lo affronteremo perché realmente chi ne uscirà danneggiato è lui. Noi siamo dalla parte della verità con tutte le prove documentali necessarie". Il processo è fissato il 17 marzo.
Le sue parole, piene di forza e convinzione, trasmettono sicurezza che non passa inosservata. L’integrità nell’affrontare la giustizia essendo tanto giovane, affiancato dai suoi compagni, studenti della Scuola Nazionale di Maggiore Otaño, che lo hanno preso da esempio manifestando insieme per protestare contro quello che loro ritengono un cattivo uso dei fondi municipali e del FONACIDE, è una chiamata di attenzione per tutti. È un campanello di allarme per tutti. Un esempio di forza e convinzione che non fine a sé stesso, ma che infonde nell’animo collettivo della gioventù.
“Questo è appena iniziato. Alziamo la voce dei giovani. Vi raccomando e vi spingo a continuare a manifestare, a continuare a esigere una buona amministrazione delle risorse pubbliche, e quei giovani che non si sono ancora alzati ma pensano di farlo, fatelo, oggi è il momento, adesso è il momento. Non abbiate paura delle querelle, denunce o imputazioni. Non abbiate paura. È assolutamente normale, perché le persone che vanno alla ricerca della verità sono sempre perseguitate dalle autorità”.
Proseguiremo sempre con più fermezza. La lotta non è finita, io non mi sono venduto come dicono alcuni, io continuo a lottare e non mi fermerò fino alla fine. Costi quel che costi", ha detto lanciando un appello alla cittadinanza del Paraguay attraverso i microfoni e le telecamere dei mezzi di stampa: "Spero che voi mi accompagnate, spero che non mi lasciate mai solo. Non lasciatemi solo, voglio che siate con me, voglio che continuate a stare con me perché andremo avanti fino alla fine".
"Nel caso che finiamo in carcere non c'è problema, continueremo da lì dentro a combattere contro quelle persone che fanno cattivo uso delle nostre risorse dipartimentali e nazionali. Perciò non finisce qui, andiamo avanti fino alla fine”.

Foto di copertina: (rolymaciel.com.uy)/Nelson Maciel in conferenza stampa di fronte alla Casa di Giustizia di Incarnazione, Paraguay

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