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In Africa Centrale incombe la minaccia jihadista

Aumentano i rischi di terrorismo fondamentalista in Sahel. Tra Mali, Niger e Burkina Faso rischia infatti di nascere un nuovo Stato islamico. Una minaccia che contagia già Algeria, Tunisia, Libia e Nigeria e che presto potrebbe riguardare anche l'Europa. La Francia di Emmanuel Macron ha cercato il sostegno degli eserciti europei ed è nata la task force Takuba, con incursori di diverse nazioni. Ne farà parte anche un contingente italiano: 200 uomini con 8 elicotteri, inclusi Mangusta da combattimento. I soldati italiani si schiereranno dal prossimo marzo, proprio quando comincerà il ritiro deciso da Macron. Allo stesso tempo, le truppe italiane presenti in Niger si allineeranno alle direttive francesi. In questa prospettiva lo scorso 9 gennaio il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha effettuato una visita in Burkina Faso, dove è stato ricevuto dal presidente Roch Marc Kaboré, rieletto di recente, al quale ha rinnovato il suo impegno a sostenere il Paese nella lotta all'offensiva antijihadista che da anni ormai devasta la regione. "La Francia è determinata a continuare a sostenere il Burkina Faso nel campo della sicurezza e nella sua politica di sviluppo economico e sociale", ha detto il ministro degli Affari esteri ed europei dopo un lungo colloquio con Kaboré.
Finora, però, la strategia dell’Eliseo non si è mostrata vincente: i risultati militari sono scarsi; quelli politici controproducenti, alla luce del golpe che ha frenato la lotta ai movimenti jihadisti. I partner criticano le mosse dell’intelligence d’oltralpe, che nel tentativo di dividere la falange islamista è finita invece con il rafforzarla. E questo è uno dei punti chiave: se il peso dell’Ue nelle operazioni deve crescere, allora è necessario trovare meccanismi di comando condivisi, che non trasformino le brigate degli altri Paesi in esecutori passivi dei disegni di Parigi. Il Sahel deve diventare il laboratorio di quell’Europa della Difesa di cui tanto si parla negli ultimi mesi, passando dagli slogan alle capacità operative.
Senza dimenticare che l’intervento non può essere affidato solo ai militari. Urge concretizzare un piano di sviluppo, più volte sostenuto dalla cancelliera Angela Merkel, che crei progetti di crescita sottraendo i fondi alle cleptocrazie. Un impegno ambizioso, che dovrebbe vedere l’Italia protagonista in quanto Paese più a rischio in caso di eventuali destabilizzazioni dell'Africa Centrale.

Fonte: La Repubblica

Foto © Wikipedia

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