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La procura generale del Perù presenterà oggi in un'udienza virtuale le accuse a carico dell'ex presidente Alberto Fujimori, e gli ex ministri della Salute Eduardo Yong Motta, Marino Costa Bauer e Alejandro Aguinaga e altri imputati nel processo sulle sterilizzazioni forzate cui furono sottoposte migliaia di donne, in prevalenza indigene, durante il suo governo.
Secondo quanto fu denunciato dall'organizzazione non governativa Amnesty International durante gli anni Novanta circa 200 mila donne peruviane, per lo più indigene, contadine a basso reddito e donne di lingua quechua, sono state sterilizzate nell'ambito di un programma per la riduzione delle nascite.
Secondo quanto denunciato dall'Ong nella maggior parte dei casi gli interventi furono realizzati senza il consenso libero e informato delle donne sottoposte all'operazione. Molte non ricevettero neanche le cure postoperatorie adeguate, a seguito delle quali soffrirono anche diversi problemi di salute. A seguito dell'intervento furono registrati anche 18 decessi.
Fujimori è già stato condannato a 25 anni di carcere per reati contro l'umanità. In particolare gli si addebita la responsabilità delle efferate azioni sferrate dai gruppi paramilitari nei confronti di presunti terroristi di "Sendero luminoso", il più importante dei quali - il cosiddetto "Grupo Colina" - è autore dei pesanti massacri di Barrios Altos (1991) e La Cantuta (1992). Nel 2000, incalzato dal montare delle accuse in patria, Fujimori approfittò di una trasferta istituzionale in Brunei per recarsi in Giappone, paese di cui ha il passaporto, e da lì, consegnò le dimissioni via fax. Lima, per diverso tempo, ha chiesto a Tokyo, senza successo, di estradare l'ex presidente.
Tuttavia Fujimori venne arrestato nel corso di un viaggio fatto a bordo di un aereo privato in Cile.
Nel dicembre del 2017, l'ex presidente oramai ultraottantenne, ha ottenuto l'indulto "per ragioni umanitarie" dall'allora capo dello stato, Pedro Pablo Kuczynski. Una decisione che portò alla sollevazione di una grande polemica nel paese, tanto che - attraverso vicende successive - lo stesso Kuczynski si è dimesso. Al suo posto è salito il suo vice, Martin Vizcarra. A ottobre del 2018, la Corte suprema ha accolto il ricorso dei parenti delle vittime secondo cui l'indulto non era conforme ai principi e obblighi stabiliti nella Convenzione americana dei Diritti umani. L'ex presidente, che avrebbe subito diverse ricadute cliniche, è stato quindi rimandato a scontare la pena in una struttura ospedaliera interna al carcere.

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