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E nel mentre Papa Francesco invita al dialogo

Debretsion Gebremichael (in foto), leader della Regione dei Tigrè, ha chiesto all'Unione africana (UA) di intervenire per impedire all’Etiopia di "precipitare nella guerra civile". In una dichiarazione televisiva, Gebremichael ha quindi affermato che il Tigrè continuerà a difendersi fino a quando il governo federale non accetterà di negoziare una tregua. Le dichiarazioni giungono in risposta a quelle rilasciate ieri dal premier Abiy Ahmed che in un nuovo discorso televisivo è tornato ad accusare il Fronte di liberazione popolare del Tigrè (Tplf) di aver voluto la guerra con il governo federale fin dal 2018, anno in cui è salito al potere, e di aver sottratto fondi destinati allo sviluppo per acquistare armi e addestrare le sue milizie. Inoltre, in un tweet il primo ministro ha ribadito che l'offensiva nel Tigrè ha lo scopo di ripristinare lo stato di diritto nella regione e di mantenere l'ordine costituzionale nel Paese. Sempre nella giornata di ieri il premier ha fatto sapere di aver rimosso dal loro incarico il ministro degli Esteri, Gedu Andargachew, il capo dell'intelligence Demelash Gebremichael e il capo di Stato maggiore dell'esercito, Adem Mohammed. La notizia è stata diffusa dal suo ufficio in un comunicato dove si legge che al loro posto sono stati nominati rispettivamente Demeke Mekonnen (già vice di Andargachew), Temesgen Tiruneh e Birhanu Jula. Quest'ultimo, nel frattempo, ha annunciato che le truppe federali hanno catturato quattro città nel Tigrè occidentale. L'ufficio di Ahmed non ha fornito alcuna motivazione per gli avvicendamenti, annunciati in concomitanza con l'offensiva militare lanciata lo scorso 4 novembre contro le postazioni del Tplf in risposta all'attacco subito dalle truppe federali di stanza presso il Comando settentrionale. Sebbene i raid iniziali fossero rivolti a depositi di armi e siti militari, il premier etiope ha avvertito i civili di evitare raduni di massa per evitare il rischio di "danni collaterali" (l'espressione che in gergo bellico sta per danni ai civili). In precedenza il primo ministro aveva ribadito su Twitter che l'offensiva militare "mira a porre fine all'impunità che ha prevalso per troppo tempo", in riferimento al predominio dei tigrini nella politica del Paese prima della sua entrata in carica, nel 2018. "La ricerca da parte dell'Etiopia di una transizione di successo verso la democrazia costituzionale richiede l'adesione allo Stato di diritto. Il governo continuerà ad adottare le misure di applicazione della legge necessarie per salvaguardare e far avanzare il nostro nascente processo di democratizzazione da parte di attori politici canaglia", ha scritto Ahmed. Nel frattempo nella camera alta del parlamento etiope è stata approvata una risoluzione che consente al governo federale di intervenire e formare un'amministrazione ad interim nello Stato regionale del Tigrè. La risoluzione è stata approvata all'unanimità nella sua riunione straordinaria tenutasi questa mattina e in conformità alla Proclamazione 359/2003 della Costituzione etiope che consente al governo federale di intervenire nelle regioni in caso di peggioramento della situazione, violazione dei diritti umani e quando l'ordine costituzionale viene messo in pericolo. In base alla risoluzione, il Consiglio regionale (l'Assemblea regionale) e il Comitato esecutivo del Tigrè saranno banditi e l'amministrazione provvisoria assumerà il ruolo di comitato esecutivo e avrà l'incarico di indire nuove elezioni nella regione. Inoltre, la risoluzione impone al presidente del Consiglio (del Tigrè) di presentare alla Camera della federazione una relazione trimestrale sulla situazione della regione. Nel frattempo dal Vaticano giungono parole di preoccupazione e di invito alla calma da parte di Papa Francesco. “Seguo con preoccupazione le notizie che giungono dall'Etiopia”, ha detto il Pontefice durante l’Angelus. “Mentre esorto a respingere la tentazione dello scontro armato, invito tutti alla preghiera e al rispetto fraterno, al dialogo e alla ricomposizione pacifica delle discordie”.

Fonte: Agenzia NOVA

Foto © ITU/C. Montesano Casillas

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