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Dopo l'assassinio del giornalista Pablo Medina e della sua assistente Antonia Almada nel 2014, sono venuti alla luce gli stretti legami tra la criminalità organizzata e il sistema politico paraguaiano. Putroppo non è una novità. Questo fenomeno di corruzione diffusa e di criminalità politico-istituzionale va avanti da anni.

Narcocrazia
La proliferazione della coltivazione della marijuana è iniziata negli anni '60. È stata fortemente influenzata dalle migrazioni brasiliane nel nord-ovest del Paese (i dipartimenti di Concepción, Amambay, Canindeyú e Alto Paraná). All'inizio, la produzione si è sviluppata in piccoli terreni familiari, per poi aumentare gradualmente il numero di ettari, di pari passo con l'avanzamento dell'"industria" del traffico di droga e dei suoi metodi, soprattutto mafiosi.
Oggi, si stima che tra i 6.000 e i 7.000 ettari siano destinati alla coltivazione della cannabis, come scrive Guillermo Garat nel suo rapporto: "Paraguay, il maggior produttore di cannabis del Sud America".
In questi territori, lo stile di vita culturale è cambiato completamente. Migliaia di famiglie e intere comunità indigene sono state assorbite dal traffico di droga oppure uccise, perseguitate, destrutturate e costrette a trasferirsi. Il disfacimento dei modelli culturali, economici, sociali e religiosi delle comunità ha lasciato migliaia di contadini, soprattutto giovani, in uno stato di abbandono e di solitudine. Il circuito economico della marijuana è diventato l'unica possibilità di lavoro per molte persone.
Secondo il SENAD (Segreteria Nazionale Anti-Droga), circa 20.000 contadini sono impegnati nella coltivazione della marijuana (circa l'1% della popolazione rurale). A questi va aggiunto un numero, non ancora determinato, di persone legate ai processi di industrializzazione, imballaggio e trasporto della droga. Oltre al personale dedicato ai compiti di sicurezza, ci sono anche avvocati, contabili, prestanomi, medici, personale amministrativo, cuochi, addetti alle pulizie, un microcosmo di persone direttamente legate alla monocoltura della droga.
Il narcotraffico, in Paraguay, è un'industria che muove 800 milioni di dollari in cocaina e 710 milioni di dollari in marijuana all'anno. Quasi lo stesso importo che si raggiunge grazie all’attività legale principale che è l'esportazione di semi di soia: 1,6 miliardi di dollari all'anno.
All'interno delle popolazioni, i gruppi familiari hanno cominciato a guadagnarsi spazio e aree di coltivazione generalmente attraverso la violenza. Questi metodi non solo terrorizzano la regione, ma portano con sé un fattore particolarmente grave, ovvero la proliferazione delle armi. Fucili, mitragliatrici, pistole e proiettili non crescono sugli alberi... Questo materiale bellico raggiunge il territorio in due modi. Primo, è trasportato dalle forze di sicurezza del paese. Secondo, è conseguenza diretta del contrabbando e dello scambio di droga in cambio di armi.

Droga, dittatura, nazismo, mafia e CIA
Queste guerre interne per il controllo del territorio hanno costretto lo stato paraguaiano ad entrare nel conflitto, ma purtroppo il Paraguay è uno degli stati più corrotti della regione.
La sua stessa struttura civile-militare ha contribuito alla proliferazione del traffico di droga, con un coinvolgimento decisamente attivo più che per omissione. Bisogna considerare che dal 1954 al 1989 il Paese è stato governato dal totalitarismo di Alfredo Stroessner. Poi, durante la transizione verso la democrazia, obiettivo non ancora raggiunto, una serie di governi del Partito Colorado, a cominciare da Andrés Rodríguez Pedotti, passando per Horacio Cartes, fino ad arrivare a Mario Abdo Benítez, hanno proseguito sulla stessa linea. Va anche considerato che Mario Abdo Benítez è figlio di Mario Abdo, che era il segretario privato di Stroessner. Questa linea politica (una struttura radicata nel potere) è il fattore principale nella costante espansione del traffico di droga.
Il gran numero di funzionari politici direttamente legati al business della droga ne è la prova più eclatante. Il mandante dei killer che tolsero la vita a Pablo Medina è stato Vilmar "Neneco" Acosta, che all'epoca era il sindaco di Ypejhú per il Partito Colorado, oltre ad essere sponsor politico della deputata Cristina Villalba, che era stata capogruppo del Partito Colorado durante l'amministrazione di Horacio Cartes.
A gennaio 2017 la CIA ha declassificato dei file segreti, tra cui uno datato 1985. In questo rapporto si analizzava la situazione politica in Paraguay.
"Se Stroessner lascerà la presidenza nei prossimi anni, crediamo che la successione sarà influenzata da un processo di trattativa tra i militari e i leader del Partito Colorado". (...) "Le procedure costituzionali per la nomina di un successore saranno probabilmente manipolate da dietro le quinte dai militari e dai potenti esponenti del partito Colorado". (...) "Non crediamo che un leader tradizionalista arrivi a stabilire una piena democrazia pluripartitica". (...) "Il generale Andrés Rodríguez è probabilmente colui che comanda il numero di truppe necessario". "(Rodriguez)¸ opterebbe per operare dietro le quinte, usando il suo potere militare per proteggere i suoi affari a sostegno di Argaraña o di qualche altro contendente. Tuttavia, una prolungata lotta per il potere con conseguente paralisi del governo, forse accompagnata da disordini civili, potrebbe portare Rodriguez a usare la forza per prendere il potere e imporre un governo autoritario sotto il suo diretto controllo. Le relazioni tra un simile regime e gli Stati Uniti sarebbero messe a dura prova dai diritti umani e dal narcotraffico" (pubblicò ABC Color il 19 gennaio 2017).
Da questo rapporto emerge chiaramente che gli Stati Uniti erano a conoscenza della situazione politica in Paraguay e i loro "agenti" si sono infiltrati nelle più alte sfere di potere, permettendo loro di raccogliere queste informazioni, oltre a conoscere e accettare le trattative che portavano avanti con il governo Stroessner.
"In America Latina, le persone mantengono vivo nella loro memoria il ruolo disastroso della CIA in Guatemala, ma pochi ricordano che nel mio Paese ci hanno imposto contemporaneamente il regime di Stroessner", ha detto Martin Almada, un giornalista paraguaiano, in un'intervista a "El Panamá América". E ha aggiunto: "La prima prova scritta del sostegno clandestino al regime di Stroessner da parte del governo di Eisenhower risale al 1956, quando un colonnello Robert K. Thierry si unì alla missione di assistenza tecnica che il governo di Washington manteneva ad Asunción. L'intervento ebbe inizio con l'arrivo di Stroessner e l'immediato sostegno del governo del presidente (Dwight D.) Eisenhower, in particolare dei fratelli Dulles-Allan, capo della CIA, e di Foster, segretario di Stato che fu grande pioniere nel portare la guerra fredda in America Latina".
"Thierry è stato incorporato nella missione di assistenza tecnica dell'ambasciata statunitense, ma in realtà è venuto ad addestrare la polizia militare di Stroessner alle tecniche di tortura", ha accusato Almada, secondo una pubblicazione del 2000.
Va considerato che sono gli anni precedenti la caduta del Muro di Berlino, che a breve avrebbe implicato un cambiamento nell'estetica della politica globale, l'abbandono delle idee nazionaliste, militariste, che imponevano il modello capitalistico, per una nuova idea globalizzata, "democratica", "parlamentare", tendente al consolidamento di un unico governo, che ha bisogno di una certa stabilità istituzionale.

Non solo marijuana. L'eroina, la cocaina e il collegamento francese
A partire dal 1965 il francese Lucien Darguelles, meglio conosciuto nella storia sudamericana come Auguste Ricord "Il Commandante", si trasferì in Paraguay.
Sin da giovane Auguste Ricordricord auguste, originario della Corsica, in Francia, visse negli ambienti della malavita e nel ruffianesimo. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, prestò servizio nella Gestapo tedesca contro la Rivoluzione francese. È in quel periodo si affermò come criminale di guerra per atti per i quali, anni dopo, venne condannato a morte in contumacia. Negli anni Cinquanta, Ricord si stabilì a Buenos Aires, dove entrò a far parte di una rete criminale che operava dall'inizio del secolo. Lì, insieme a François Chiappe, un altro criminale di guerra francese, organizzò un gruppo specializzato per portare eroina dall'Europa, triangolandola a Buenos Aires, con destinazione finale negli Stati Uniti. Questa organizzazione avrebbe aperto come facciata del business diversi hotel e centri notturni, dove la prostituzione e il traffico di esseri umani erano normale amministrazione.
Alla fine, questa via della droga non solo avrebbe portato l'eroina in Nord America, ma avrebbe anche avviato il traffico di cocaina verso l'Europa).
A metà degli anni '60, la giustizia argentina iniziò ad arrestare alcuni membri dell'organizzazione. A quel punto, il volume della droga, e degli affari, era troppo evidente. Ironia della sorte, la società argentina dell'epoca, sotto processi dittatoriali, tollerava un certo tipo di crimine legato al contrabbando e alla prostituzione, ma non ammetteva - almeno pubblicamente – quello di droga (anche se ci sono indagini che provano i legami tra la leadership militare e il narcotraffico), come sottolinea il giornalista argentino Carlos del Frade in alcuni scritti.
Di conseguenza Ricord, non essendo sciocco né indolente, si spostò con il suo portafoglio di attività verso una società più corrotta: il Paraguay. Lì sarebbe stato accolto a braccia aperte dal braccio destro di Stroessner, il generale Andrés Rodríguez, che anni dopo sarebbe diventato presidente della Repubblica nota come Bananera.
In Paraguay, la rete del narcotraffico guadagnò un nuovo slancio. In particolare nell'attività di contrabbando, una "tradizione" per i militari paraguaiani. "Secondo Eduardo Galeano, Stroessner dichiarò che il contrabbando era il prezzo della pace, poiché in questo modo i generali si sarebbero arricchiti e non avrebbero cospirato" (vedi: "Paraguay desde la dictadura de Stroessner hasta las elecciones presidenciales de 2013" di Fernando Fernández Palacio).
Molti di questi legami vennero allo scoperto grazie alle indagini del giudice paraguaiano Adalberto Fox, nonostante le sentenze non siano state eseguite, il che sarebbe stato senza dubbio un altro regalo per il Paraguay.
Il 15 ottobre 1971, il giornale statunitense Miami Herald pubblicò un articolo della giornalista Louise Uchitelle in cui denunciava i legami del governo Stroessner con la rete internazionale del traffico di droga, rappresentata da Auguste Ricord. E in questo denunciava la passività e la complicità del governo Nixon (1969-1974). Inoltre, dichiarò: "Il capo della polizia segreta (di Stroessner) Erasmo Candia, è presumibilmente responsabile della morte di almeno tre agenti anti-narcotici dell'Interpol negli ultimi tre anni".
Infine, Ricord fu arrestato nel 1972 ad Asunción ed estradato negli Stati Uniti, dove trascorse 10 anni in prigione per traffico di droga. Qualcuno lo aveva abbandonato oppure era necessario pulire i collegamenti. Dopo questo periodo tornò in Paraguay, dove morì due anni dopo.

L'interferenza degli Stati Uniti nella regione per consolidare i processi dittatoriali
Il 17 ottobre 1955 fu emanata la legge n. 294, nota come Legge per la difesa della democrazia, "(...) che regolamentava le sanzioni da applicare a chi "diffonde la dottrina comunista o qualsiasi altra dottrina o sistema che cerchi di distruggere o cambiare con la violenza l'organizzazione democratica repubblicana della Nazione’".
"(...) Le relazioni tra gli Stati Uniti e il Paraguay, sotto lo stronismo, sono entrate in una fase di cooperazione senza precedenti, basata sulla convergenza delle politiche di sicurezza e sulla modernizzazione economica della guerra fredda. (...) Come chiaramente affermato in un dispaccio confidenziale - emesso il 4 marzo 1955 - dall'ambasciatore americano Arthur Ageton al Dipartimento di Stato americano, "la relativa debolezza e instabilità del Paraguay è motivo di preoccupazione per gli Stati Uniti e [il Paese] è importante per la sua posizione strategica nel cuore del Sud America. Se il Paraguay dovesse essere dominato dal comunismo, la sua posizione centrale gli darebbe un grande vantaggio strategico per l'infiltrazione comunista nei cinque paesi circostanti'".
"In cambio del sostegno economico e politico allo stronismo, il Paraguay ha accompagnato la politica estera proposta dagli Stati Uniti. - chiedendo all'OSA di agire militarmente contro Cuba - e ha ceduto parte della sua sovranità politica con la firma della clausola di Risoluzione Selden, che permetteva l'intervento diretto dei militari in territorio paraguaiano in caso di minaccia comunista. Inoltre, ha sostenuto militarmente e sul piano diplomatico tutte le misure che gli Stati Uniti hanno portato avanti nella lotta contro il comunismo, tra cui: l'invio di truppe paraguaiane nella Repubblica Dominicana per rovesciare il governo di Juan Emilio Bosch Gaviño (1963), e la collaborazione, allo stesso modo, nella guerra con il Vietnam".
È importante evidenziare che, secondo le indagini del giornalista argentino Carlos Del Frade, è stato lo stesso personale militare ad alimentare il traffico di droga su scala globale nel Cono sud. In quel contesto era coinvolto Hugo Banzer Suarez, il dittatore boliviano, che si incaricò dell'attuazione del Plan Condor ed era a "capo" di questa rete di traffico di droga su larga scala che comprendeva Stroessner e il suo omologo argentino, il generale Videla, come pubblicato sul sito pelotadetrapo.org il 5 gennaio 2015.
Questa strategia geopolitica avrebbe avuto qualche battuta d'arresto durante l'amministrazione di Jimmy Carter (1977-1981), nonostante quest'ultimo avesse ricevuto il dittatore Stroessner nel 1977, lo stesso anno in cui il dittatore decretò la presidenza a tempo indeterminato. Più tardi, con l'elezione di Ronald Reagan alla presidenza degli Stati Uniti, le tendenze imperialiste si sarebbero consolidate, ma non più con un discorso strettamente anticomunista, bensì nella "Guerra alla droga" di Nixon e nella "Guerra al terrorismo", che George Bush avrebbe proposto in una fase successiva.

Transizione verso la democrazia e la Cartellizzazione
Nel maggio 1988, con Stroessner ancora al potere, Giovanni Paolo II visitò il Paraguay. A quel punto il governo degli Stati Uniti aveva deciso che era necessario iniziare la transizione verso la "democrazia". Il 10 dicembre 1988, gruppi di opposizione scesero in piazza ad Asunción. Infine, come previsto dal rapporto della CIA, il 2 febbraio 1989, sotto gli ordini del generale Andrés Rodríguez, le truppe presero il potere, facendo un colpo di stato nel colpo di stato. Solo ad Asunción si registrarono più di 200 morti. A Stroessner fu permesso di andare in esilio e si recò a Brasilia per godersi il suo pensionamento.

rodriguez andreas

La manovra di Rodriguez, sostenuto dalla casta militare e dai gruppi tradizionalisti del Partito Colorado, mise a tacere le idee dei settori dell'opposizione all'interno dello stesso partito. Li vinsero con la forza. Rodriguez governò temporaneamente per tre mesi fino alle elezioni, da lui indette, che vinse con oltre il 75% dei voti. Questa fu definita "democrazia". Rodriguez ha sciolto le strutture "legali" della dittatura senza far perseguire i crimini contro l'umanità commessi.

Dall'esacerbato contrabbando alla libera circolazione del neoliberismo
Rodriguez guidò il Paese in un processo di integrazione commerciale regionale, e pose le fondamenta di un Paraguay neoliberale: "Nel 1992 è entrata in vigore in Paraguay una nuova costituzione che vietava la rielezione del presidente, e nello stesso anno è venuto alla luce l'Archivio del Terrore, che ha dato conto delle atrocità compiute dal regime di Stroessner. È stato inoltre firmato un accordo di cooperazione con la Comunità Economica Europea (CEE)".
Questo allineamento con la globalizzazione e il libero mercato si sarebbe affermato durante la presidenza di Juan Carlos María Wasmosy (1993-1998), che era un imprenditore e faceva parte del gabinetto di Rodríguez. Il 1° gennaio 1994 Wasmosy firmò un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti e il Canada.
L'abbandono dell'idea nazionalista e la militarizzazione istituzionalizzata del territorio lasciò il posto a una forma più moderna, che coincide con una strategia di globalizzazione: una "democrazia" in giacca e cravatta. Questa forma implicò la decostruzione dell'apparato militare paraguaiano, o almeno frenò la sua presenza territoriale, che ha permesso, insieme alla proliferazione del mercato nero delle armi, la comparsa di milizie al servizio del narcotraffico.
Un simbolo di quest'epoca è stato l'assassinio del generale Ramón Rosas Rodríguez il 10 ottobre 1994. Rosas Rodríguez era il direttore del SENAD (Segreteria Nazionale Antidroga), e in quella data stava per presentare un rapporto che avrebbe collegato il regime di Stroessner al traffico di droga. Il livello di infiltrazione dell'organizzazione criminale nello Stato era tale che coloro che attaccarono il generale erano i membri stessi della sua scorta personale.

Cartellizzazione
L'80% della marijuana fumata nelle città brasiliane viene raccolta in Paraguay. E dalla fine degli anni '90, la presenza delle bande della droga brasiliana in territorio paraguaiano è diventata massiccia. Ci riferiamo al Comando Vermelho e al Primo Comando Capitale. Queste bande criminali hanno le caratteristiche delle organizzazioni criminali di tipo mafioso all'italiana, in particolare la camorra napoletana.
L'espansione dei mercati illegali crea flussi di denaro in queste comunità che sono per lo più povere, economicamente parlando, e marginali, strutturalmente parlando. Questo flusso di denaro comincia a sostituire i circuiti monetari tradizionalmente generati dallo Stato, o meglio dal sistema politico, attraverso i suoi puntatori. Così, ora è il narcotrafficante che ripara le scuole, che porta un vicino dal medico, che crea posti di lavoro. È il narcotrafficante a disporre di una cassa immediata, per "assistenzialismo". Mentre lo Stato avanza lentamente attraverso il quadro burocratico e corrotto che lo caratterizza.
Un altro fattore importante è la cooptazione tra le sue fila di professionisti che, una volta operanti all'interno della struttura, si dedicano ad infiltrarsi nella rete sociale legale, attraverso aziende, progetti di investimento immobiliare, servizi logistici di import ed export. E fondamentalmente attraverso le istituzioni, quelle dell'apparato repressivo o di sicurezza in primo luogo, e poi nei patiboli politici.
Una delle caratteristiche principali delle bande di spacciatori brasiliani ha a che fare con la loro forte presenza nelle carceri. Oggi sono i trafficanti di droga a governare all'interno del sistema carcerario, quando storicamente lo erano sempre stati i delinquenti. Questo crea una nuova realtà, all'interno delle prigioni, che implica una forma più violenta. Inoltre, c'è una forte proliferazione di droghe all'interno dei reparti. Questo, aggiunto all'aumento esponenziale della popolazione carceraria, dà a queste organizzazioni una piattaforma di reclutamento molto ampia. Sempre più giovani entrano a far parte di queste organizzazioni, che garantiscono la loro sopravvivenza all'interno del carcere e offrono un rapido inserimento nel mercato del lavoro una volta fuori, naturalmente sempre all'interno delle attività criminali dell'organizzazione.
Intanto la "democrazia" paraguaiana continua il suo discorso neoliberale, il Paese soccombe alla criminalità organizzata, che in Paraguay assume le caratteristiche di uno Stato mafioso.

Foto di copertina: www.amtimafiadosmil.com
Foto 2: www.hablemosclaro /Augusto Ricor arriva negli Stati Uniti d’America in stato di arresto
Foto 3: www.mextra.com.py / Gral. Andrés Rodríguez indossando un'uniforme a fianco dei politici dell'epoca

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