Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di Jorge Figueredo
Il Primo Forum Internazionale Pablo Medina: Narco politica, realizzato in forma virtuale lo scorso 16 ottobre 2020, organizzato dalla rivista Antimafia Dos Mil ed Our Voice, si è focalizzato sulla denuncia che i responsabili morali dell'assassinio del giornalista Pablo Medina, non solo continuano ad occupare alte cariche nello Stato, come la Deputata Cristina Villalba, ma riescono a controllare pienamente tutti i poteri ed istituzioni dello Stato che di fatto, in buona parte dei casi manovrano a proprio vantaggio: è il caso dell'ex presidente Horacio Cartes. Un personaggio con precedenti penali per evasione di denaro al tempo del governo di Stroessner, che inoltre è sotto indagine da parte della giustizia Nordamericana perché sospettato di riciclaggio di denaro del narcotraffico ed è stato processato in Brasile per avere collaborato con il suo "fratello dell'anima" Darío Messer, in riciclaggio di denaro e per favoreggiamento nella sua latitanza fino al suo arresto. Un ex capo di stato che si è reso protagonista - attraverso i suoi burattini nel Congresso – di gravi azioni che attentano contro lo stato di diritto, e soprattutto contro la democrazia, cercando di instaurare una nuova dittatura. Una nuova dittatura molto più crudele, più sanguinaria e più criminale di quella di Stroessner: la dittatura mafiosa.
Il giornalista e scrittore Andrés Colman Gutiérrez, collega e amico di Pablo Medina, dopo la sua partecipazione al Forum Internazionale Pablo Medina: Narco-politica, ha scritto un articolo pubblicato nella sua rubrica domenicale, per il quotidiano Última Hora di Asuncion, dal titolo "Benvenuti alla Dittatura": "Quando si presentò la possibilità che Mario Abdo Benítez, figlio di Mario Abdo Benítez, ex segretario privato del dittatore Alfredo Stroessner, potesse arrivare alla Presidenza della Repubblica, si accesero prevedibili segnali di allarme in un settore critico della cittadinanza. Si stava forse delineando un neo-stronismo, un progetto totalitario sotto nuove forme? Il progetto tuttavia assunse un profilo più democratico.
Nel 2017, come presidente del Congresso, si trasformò in uno dei principali referenti della lotta per le istituzioni democratiche, quando l'allora presidente Horacio Cartes cercò di violare la Costituzione per imporre la rielezione presidenziale. La minaccia di un ritorno alla dittatura, tuttavia, è pericolosamente latente in questo Governo. Più che da parte dell’Esecutivo, la minaccia viene dalla Procura manipolata dal ‘cartismo’ che ha cercado di incriminare lo scrittore Miguel Fernández e l'attivista Diana Bañuelos solo per essersi avvalsi del diritto costituzionale di protestare. E lo è ancora di più da parte della maggioranza ‘colorada’ (del partito Colorado, ndr.) (con qualche complicità liberale), nella Camera di Deputati che ha violato apertamente l'articolo costituzionale, che concede "fueros" di opinione ai legislatori, per sospendere la deputata Celeste Amarilla che aveva accusato loro genericamente di avere assunto la propria carica grazie al denaro sporco".
"Dietro si muovono i fili dell'ex presidente Horacio Cartes che si è messo in tasca ‘l'abdismo’ con l'Operazione 'Cicatriz' (ndr. Cicatrice: accordo tra l'ex presidente Horacio Cartes e l'attuale presidente Mario Abdo Benitez), monopolizzando il controllo di importanti istituzioni. Sappiamo già di cosa sia capace Cartes. Il presidente tace. Potrà dire che sono altri poteri, ma la metà dei deputati dittatori rispondono al suo movimento Añetete”.
"Gli abusi totalitari restano impuniti perché le istituzioni che dovrebbero difendere lo stato di diritto non funzionano. “Procura, Giustizia, Corte dei conti… Guardano dal balcone o sono complici… Se non si elevassero voci critiche come quelle della Scuola di Avvocati, la Conferenza Episcopale, il Senato, la stampa, questa faccenda sarebbe già dominio del Gran Fratello. Welcome to the jungle (Benvenuti nella dittatura). Se non facciamo qualcosa per fermare il carro di questi abusivi, finirà male”.
Da parte sua il giornalista Enrique Vargas Peña, nel suo articolo pubblicato dal quotidiano ABC color della capitale paraguaiana intitolato "Cartes vuole pieni poteri" ha segnalato: "l'oltraggio all'articolo 191 della nostra Costituzione perpetrato da quell'orda che obbedisce a Horacio Cartes nella Camera di Deputati con la sospensione della deputata Celeste Amarilla, per essersi avvalsa del diritto di critica durante la sessione, riconferma tutto quello che tutti già sapevano: Al menzionato ‘cigarrillero’ (Cartes è proprietario di industrie di tabacco, ndr.) non interessano né le norme giuridiche né la decenza".
"L'orda cartista può calpestare così la nostra Costituzione giacché, purtroppo, detiene la maggioranza, grazie anche al tradimento di Mario Abdo Benítez contro i ‘colorados’ che votarono il 17 dicembre del 2017 contro il modello dell'organizzazione “Honor Colorado", ripartizione politica del gruppo Cartes.
"Questo li spinse a realizzare l'operazione 'Cicatriz', patto politico tra Cartes ed Abdo Benítez, senza alcun rimorso, calpestando il voto dei colorados per compiacere il padrone di 'Honor Colorado'".
Bisogna ricordare inoltre che Cartes aveva già tentato di distruggere la democrazia e calpestare la Costituzione quando nel 2017, tramite alcuni parlamentari, cercò di imporre la sua rielezione con un emendamento proibito dalla Carta Magna.
Anche Vargas Peña scrisse: "La sua mancanza di limiti morali è risultata palese in un secondo momento, durante il tragico assalto poliziesco alla sede del Partito Liberale Radicale Autentico nel quale fu assassinato Rodrigo Quintana, giovane militante del Partito Liberale Radicale Autentico".
"Trovarci nuovamente davanti questi servi, mascherati da avvocati o deputati, che dicono stupidaggini per violare la nostra Costituzione come quelle impugnate da Sabino Augusto Montanaro - ex ministro di Stroessner – che voleva chiudere i giornali, o come i pubblici ministeri e giudici di Stroessner che negavano l’habeas corpus, ci porta alla realtà: sono persone abiette, capaci di qualunque cosa. Cartes vuole pieni poteri. Ne ha bisogno affinché i venditori delle sue sigarette non vengano infastiditi e poter così continuare ad accumulare ricchezza. La nostra Costituzione ostacola il suo obiettivo, motivo per cui è assolutamente deciso a distruggerla, ancora una volta, come nel marzo del 2017".
In questi momenti nel paese, varie organizzazioni civili e sociali hanno denunciato che Horacio Cartes, di fatto, si sta preoccupando di abrogare quanto stabilito nell'art. 1 della Costituzione Nazionale "… la Repubblica del Paraguay adotta per il suo governo la democrazia rappresentativa, partecipativa e pluralistica, basata sul riconoscimento della dignità umana. e l'art. 3 della carta magna". "Il governo è esercitato dai poteri legislativo, esecutivo e giudiziario in un sistema di separazione, equilibrio, coordinamento e reciproco controllo. Nessuno di questi poteri può attribuirsi, né concedere ad altro né a persona alcuna, individuale o collettiva, facoltà straordinarie o il Potere Pubblico nel suo insieme. La dittatura è fuori legge”.
Cartes, ancora prima di diventare presidente della Repubblica nel 2012, sarebbe stato uno dei mandanti del golpe parlamentare che destituì l'ex presidente Fernando Lugo. Già al governo promosse leggi incostituzionali e impose la sua autorità calpestando la Costituzione Nazionale.
Attualmente, malgrado ormai non eserciti più formalmente il Potere Esecutivo, è l'ideologo principale di una politica che vuole cambiare le regole del gioco della democrazia e dello Stato di Diritto, al fine di sottomettere alla propria volontà tutti i poteri ed istituzioni fondamentali dello Stato per instaurare una nuova dittatura nel paese: la dittatura mafiosa.

Foto di copertina: www.abriendobrecha.com

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos