di Marta Capaccioni e Jamil El Sadi - Video
“Ci deve essere proprio una rivoluzione culturale, che parta da un modo diverso di fare politica e di essere politica”, ha commentato Sara Cunial, deputata parlamentare del Gruppo misto e fondatrice del Movimento R2020, rispetto alla lotta alla mafia. L'ex M5S ha risposto alle domande dei giovani del Movimento culturale Our Voice durante l’evento R2020 organizzato a Roma, nelle giornate del 30 giugno e 1 luglio, dalla stessa Cunial assieme a Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio e Ivan Catalano, ex parlamentare.
“Ogni singolo cittadino”, ha poi continuato, “deve essere messo in grado di sviluppare il proprio talento in modo libero e liberato anche da questo fenomeno. E questo deve partire dalla singola comunità, che accoglie ogni singola persona per il proprio talento e che gli permette di esprimerlo”.
Pochi minuti di intervista per capire e conoscere meglio la storia della parlamentare e la sua posizione rispetto ad alcuni recenti avvenimenti, dal suo ingresso nel M5S fino all’espulsione e alle dichiarazioni di denuncia in parlamento lo scorso maggio che hanno creato un vero e proprio “scandalo”.
L’inizio della sua denuncia e il recente “scandalo Cunial”.
Alla domanda dei giovani ragazzi del Movimento sul motivo per cui è nato lo “scandalo Cunial” lo scorso mese, la deputata ha risposto che in realtà “il caso Sara Cunial nasce molto prima”.
Eletta alla Camera dei deputati nel 2018 la Cunial è stata espulsa l'anno scorso, il 2019, “a causa di una denuncia che ho fatto dell’ambito della mia dichiarazione di voto di un emendamento al decreto Centinaio sulle Emergenze in agricoltura (n. 27 del 29 marzo 2019)”.
La deputata aveva espresso forti critiche sul decreto e si era opposta al taglio degli ulivi che, a detta degli enti pubblici, erano tutti infettati dal batterio Xylella fastidiosa. “Decreto Emergenze, Articolo 8 è un pericoloso sfregio alle libertà e ai diritti costituzionali”, aveva affermato la Cunial nell’intervento del 18 aprile dell’anno scorso, “quello che ho detto in Aula durante la mia dichiarazione di voto e ripeto di nuovo, non è una mia opinione ma è quanto espresso da ben due rapporti sui Crimini Alimentari stilato dall’Osservatorio Agromafia. Perché quando si parla dell’affaire Xylella di questo si tratta”. E aveva concluso chiarendo la sua denuncia contro un “progetto mafioso che lede la nostra Costituzione”.
In quei mesi governava il governo giallo-verde e “non si poteva assolutamente nominare la parola mafia in parlamento”, ha spiegato la deputata ai ragazzi.
Successivamente la Cunial ha raccontato come in realtà, anche dopo quell’avvenimento, non aveva “mai smesso di parlare di questi temi, che riguardano purtroppo tutti gli strati sociali, e delle loro implicazioni economiche. Realmente abbiamo verificato che purtroppo fa parte di un DNA politico, economico e sociale che disturba e non ci permette di respirare in questo momento”.
Infine lo “scandalo Cunial” che ha fatto scalpore anche a livello internazionale risale allo scorso maggio, quando la deputata ha parlato per la prima volta in Italia in un Parlamento nazionale di personaggi come Bill Gates e delle conseguenze di morte causate dalle vaccinazioni, di aziende farmaceutiche come la Sanofi e la Glaxo, di multinazionali come la Monsanto e la Engeneering. Denunciando gli affari e i crimini di questi soggetti che appartengono ad un capitalismo finanziario che viola costantemente le sovranità nazionali e il libero arbitrio dei cittadini.
Il caso Di Matteo-Bonafede, le scarcerazioni e lo schieramento della Cunial in Parlamento.
Discutendo della relazione difficile e complicata tra politica e magistratura, non potevano non emergere gli avvenimenti che hanno riguardato il magistrato e membro del Csm Nino Di Matteo e il suo rapporto con il “partito del cambiamento”: nel 2018, prima delle elezioni, la proposta di assumere il ruolo di ministro degli Interni o della Giustizia, che non avrebbe poi avuto seguito e recentemente la mancata nomina a capo del Dap.
Una serie di casi su cui ancora nessuno dei diretti interessati, rappresentanti delle istituzioni, ha dato spiegazioni soddisfacenti.
È “una delle cose che abbiamo denunciato sempre all’interno delle camere parlamentari”, ha affermato la deputata. La denuncia di Nino Di Matteo “ha portato ad uno stato di emergenza nell’emergenza”. E riguardo le scarcerazioni di 376 criminali, tra mafiosi, boss stragisti e trafficanti di droga, avvenute nel mese di maggio durante l’emergenza Coronavirus di fronte al silenzio del Governo, la Cunial ha affermato che “la scarcerazione di questi personaggi è stata la ciliegina sulla torta e credo sia stato il motivo per cui Di Matteo abbia iniziato a parlare di questa situazione”.
“Ne ha viste e vissute troppe, non si parla di un problema personale rispetto alle offerte che gli erano state fatte fin dall’inizio dal Movimento 5 stelle, ma si parla di una emergenza nazionale. Questi personaggi e purtroppo quello che rappresentano, quindi la trattativa Stato-mafia e tutto il lavoro che era stato fatto in un certo modo e che poi viene annullato con atti assolutamente illeciti, è tremendo. Da parte mia io sono con Nino Di Matteo ma sono anche con tutte le altre personalità della magistratura buona, che si sta schierando dalla parte del popolo e dei cittadini nella lotta alla mafia”.
La deputata ha continuato spiegando che “il messaggio che è stato dato da parte del ministero di Bonafede - anche se lui non ha messo la firma ma è chiaro che c'è una responsabilità politica - di scarcerare queste persone, è un messaggio di assoluto, purtroppo, abbandono da parte dello Stato nei confronti di questa lotta ed è un messaggio che in questo momento non ci voleva”.
Ha poi concluso affermando che “noi saremo sempre con loro anche 'andando contro', e in questo caso sollecito i miei colleghi parlamentari del M5s, a quelli che sono i dettami del partito politico di appartenenza”, ricordando però che purtroppo “la mafia a livello parlamentare ha coinvolto tutte le forze parlamentari presenti da 70 anni a questa parte” e che “se ci aspettiamo qualcosa non ce lo dobbiamo aspettare ufficialmente dalle aule parlamentari, in questo momento. Ce lo possiamo aspettare nelle aule parlamentari nel momento in cui noi singoli portavoce ci facciamo portavoce di questo messaggio”.
Il messaggio ad Our Voice e il Sit-In del 10 luglio a Reggio Calabria
"Noi sicuramente ci saremo e cercherò di portare anche i miei colleghi perché la nostra presenza è fondamentale”, ha affermato la Cunial ai giovani di Our Voice che saranno presenti il 10 luglio al Sit-In davanti a Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria per sostenere il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e tutti i magistrati della Dda nel processo ‘ndrangheta stragista.
A conclusione dell’intervista la deputata ha poi dato un messaggio ai giovani attivisti, ribadendo l’importanza dei giovani che “non solo avranno in mano questa rivoluzione ma formeranno gli adulti in maniera corretta e daranno quello sprono e quel coraggio che agli adulti di una certa generazione effettivamente manca”. “Ed è bello sapere”, aveva commentato in un altro momento dell’intervista, “che esiste un gruppo di ragazzi giovani che ha voglia di mettersi in gioco e che ha fatto delle denunce incredibili anche in luoghi “terribili”. Questo coraggio ci ha affascinato e abbiamo detto: ‘abbiamo bisogno assolutamente della vostra energia e della vostra forza’”.
ARTICOLI CORRELATI
Evento R2020, Our Voice: attraverso la lotta alla mafia si additano i veri responsabili