di Victoria Camboni
Massiccia rivendicazione di giustizia e mobilitazione contro la violenza sessista
"Non una in meno per tratta e sfruttamento sessuale", questo lo slogan che ha accomunato mercoledì 3 giugno circa duemila persone in una manifestazione partita da Piazza dell’Indipendenza fino a Piazza Libertà, percorrendo il viale principale del centro di Montevideo. Diversi collettivi femministi ed organizzazioni sociali hanno fatto un appello di condanna alla violenza sessista, e in particolare alla tratta e sfruttamento sessuale dopo il caso emerso riguardo l'esistenza di una rete di sfruttamento sessuale di minori, denominata Operazione Oceano. Al momento risultano imputati del reato di sfruttamento 17 uomini e una donna, tra i quali figurano imprenditori, docenti, psicologi, politici, senatori, consulenti di organismi pubblici e persino un ex giudice.
Il fatto è venuto alla luce nelle ultime settimane a seguito della morte di Aldana, una ragazza di 17 anni trovata senza vita nel fiume Solís Chico a marzo. Le indagini della Procura hanno scoperto che sia lei che una sua amica avevano denunciato un uomo maggiorenne per abuso sessuale. Sono iniziati ad emergere altri nomi, contatti e legami che hanno dimostrato l’esistenza di una rete di sfruttamento sessuale di minori con il coinvolgimento di uomini potenti. Una situazione che conferma e solleva un grave problema messo a tacere dai grandi protagonisti sociali e dalla popolazione stessa: la tratta di donne e lo sfruttamento sessuale di minori, all’interno di reti strettamente legate al potere.
Potenti coinvolti nella tratta e sfruttamento sessuale di minori
Secondo quanto riferito da diversi mezzi stampa di Montevideo, uno degli imputati nell’Operazione Oceano è Ariel Pfeffer, ex membro del direttivo di Endeavor ed ex direttore di comunicazione del Partido Digital. Inoltre questo personaggio è sotto processo per truffa. Possiamo citare anche Diego Susena, membro del Partido Nacional e candidato alla Giunta Elettorale; Nicolás Ortiz, deputato sostituto del Partido Colorado e docente della scuola Elbio Fernández; Washington Balliva, ex giudice penale minorile e consulente di sicurezza; Nicolás Chirico, imprenditore, e Leomar Goldoni, direttore generale di una rinomata azienda, tra gli imputati più in vista di questa rete di crimine organizzato. Tutti loro mantengono stretti legami con alte cariche dei partiti tradizionali di destra (Partito Nacional e Partido Colorado), e del Partido Digital.
Tutti gli imputati sono in libertà, ad eccezione di uno di loro che è in detenzione preventiva. A questo privilegio si aggiunge il fatto che la Procura ha sollecitato che il caso sia trattato in modo riservato. Dato di per sé curioso.
L'allarme suona, ma nessuno vuole spegnerlo
Già nel 2010 la relatrice speciale dell'ONU Joy Ngozi Ezeilo dichiarava che l'Uruguay è "origine, transito e destinazione di tratta di persone", ritenendola una "situazione comune" e "tollerata" in maniera "inaccettabile" dalla popolazione. Inoltre ha segnalato che lo sfruttamento sessuale di minorenni "coinvolge le famiglie che vivono al margine della società, socialmente ed economicamente escluse". Vale a dire che è un problema che soffrono i più vulnerabili, vittime di chi gestisce l'economia per creare reti organizzate di traffico e sfruttamento sessuale di bambine, bambini e adolescenti.
Come giovani membri del Movimento Our Voice, capiamo che lo Stato e la Giustizia proteggono questi uomini di potere e mantengono funzionale l'abuso contro i nostri bambini, bambine e giovani. Potremmo dire che questi personaggi costituiscono una sorta di Quinto Potere che orbita al di sopra dell’Esecutivo, il Giudiziale, il Legislativo, e perfino della stampa (definita il Quarto Potere), poiché condiziona i primi a promuovere politiche insufficienti ed accomodanti, una perpetuazione del potere capitalista - dove la differenziazione sociale tra persone è dettata dai beni e il denaro che possiedono - e di dominio sulle persone colpite che hanno paura di raccontare le terribili esperienze che si sono trovate a vivere - molte volte sono minacciati - e pertanto non sono in grado di agire per difendersi e tentare di evitare che questo flagello si perpetui.
È indispensabile far emergere questo grave problema che ci coinvolge come società in forma silenziosa ed impunita, ed attenta ai valori di uguaglianza sociale e di genere. Meritiamo e dobbiamo alzarci per frenare tanta miseria umana affinché la società possa evolvere verso un cambiamento positivo per tutti, ma principalmente per i più vulnerabili che, nel corso della storia, sono stati trattati come la feccia del mondo.
Il cambiamento è nelle nostre mani. Dobbiamo risvegliarci, smettere di avere timore ed affrontare insieme queste ingiustizie che continueranno a travolgerci finché non avremo il coraggio di dire: basta!
Foto © Our Voice / Leandro Gómez.